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Differenziata a Bronte: stop alla carta gettata nei sacchetti di plastica

Appello del vicesindaco di Bronte, Antonio Leanza, per migliorare la raccolta differenziata della carta, come richiesto da Comieco

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«Chiedo uno sforzo ai cittadini brontesi. Non è possibile conferire la carta all’interno dei sacchetti di plastica. Il Consorzio Nazionale per il Recupero ed il Riciclo della Carta (Comieco), non accetta più conferimenti che presentano diverse tipologie di rifiuti. Ogni giovedì la carta va posta davanti casa all’interno di sacchetti di carta o di scatole di cartone, o meglio ancora direttamente all’interno del contenitore blu consegnato ai Cittadini.» E’ l’appello lanciato ai brontesi dal vicesindaco di Bronte, Antonio Leanza.

Lo ha fatto perché Comieco, il Consorzio nazionale che recupera e ricicla la carta, non intende più accettare questo tipo di rifiuto differenziato proveniente da Bronte se contenuto all’interno dei sacchetti di plastica. Sembra, infatti, che sia diventata un’abitudine, dopo aver differenziato correttamente la carta, conferirla fuori casa all’interno di sacchetti di plastica. Se fino ad oggi questo modus operandi è stato accettato, adesso Comieco non intende più farlo.

«Sarebbe un grave danno per il Comune – ribadisce il vicesindaco Leanza –, per questo abbiamo avvisato i cittadini. Mi rendo conto che i sacchetti di carta sono rari e scomodi da usare, ma tutti hanno avuto i contenitori blu, quelli che in gergo tecnico si chiamano mastelli. Consiglio di porre li direttamente la carta, per poi esporre davanti casa il contenitore. Faremo – conclude Leanza – un altro passo in avanti ed eviteremo problemi con il Comieco vanificando i notevoli passi in avanti che in questi mesi abbiamo compiuto nella raccolta differenziata. Grazie ai cittadini brontesi ed al lavoro degli operatori ecologici Bronte ha preso un percorso virtuoso.» 

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Cronaca

Catania, scoperta sala giochi abusiva in un circolo privato, sanzioni per 132 mila euro

Scovati dalla Polizia di stato 12 apparecchi elettronici destinati al gioco, sapientemente celati nel circolo e le apparecchiature sono risultate del tutto irregolari perché appartenenti alla categoria vietata dalla normativa vigente

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A Catania un blitz della Polizia di Stato in un circolo privato di via Canfora ha permesso di scoprire una sala giochi allestita senza alcuna autorizzazione e in violazione delle norme di settore.

L’intervento si inserisce nell’ambito delle attività predisposte dal Questore per contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo illegale e della ludopatia. Sono stati gli agenti della Squadra Amministrativa della Divisione PAS della Questura a monitorare attentamente i movimenti attorno al circolo privato, ritenendo particolarmente fondato il sospetto di un’attività illecita svolta all’interno.

L’osservazione scrupolosa dell’intera zona ha assicurato il successo dell’operazione dei poliziotti che, nel momento dell’intervento, sono riusciti a bypassare il sofisticato sistema di videosorveglianza, installato dai responsabili del circolo, evidentemente, per impedire qualsivoglia tipologia di controllo delle Forze di Polizia.

Una volta all’interno, gli agenti della Squadra Amministrativa della Divisione PAS hanno ispezionato i locali scovando ben 12 apparecchi elettronici destinati al gioco, sapientemente celati nel circolo. Le apparecchiature sono risultate del tutto irregolari perché appartenenti alla categoria vietata dalla normativa vigente; infatti erano prive del necessario nulla osta da parte dell’Agenzia delle dogane e dei Monopoli e non collegate alla rete nazionale per il pagamento erariale.

I poliziotti hanno proceduto a sequestrare tutte le apparecchiature e hanno elevato nei confronti dei titolari del circolo sanzioni amministrative per un totale di 132 mila euro.

 

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giudiziaria

Morte Stancampiano, giudizio immediato per il proprietario di casa che lo uccise durante furto

Secondo la Squadra Mobile, Stancampiano e un complice avrebbero tentato un furto nell’abitazione dell’imputato, il quale, rientrando a casa li ha sorpresi e durante una colluttazione con un coltello li avrebbe colpiti

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foto Ansa

A Reggio Calabria inizierà il 27 dicembre il processo per Francesco Putortì, il macellaio di 48 anni accusato di aver ucciso Alfio Stancampiano, di 30 anni originario di Catania, che il 28 maggio era entrato all’interno della sua abitazione in contrada Oliveto di Rosario Valanidi, e di avere ferito Giovanni Bruno, di 46 anni anche lui catanese. Come richiesto dal pubblico ministero che ha coordinato le indagini, Nunzio De Salvo, nei confronti di Putortì, difeso dagli avvocati Giulia Dieni e Natale Polimeni, è stato disposto il giudizio immediato.

Dopo un periodo di detenzione in carcere, l’imputato è adesso sottoposto agli arresti domiciliari ed è accusato di omicidio volontario e tentato omicidio.   Stando alle indagini della Squadra Mobile, Stancampiano e Bruno avrebbero tentato un furto nell’abitazione di Putortì, il quale, rientrando a casa, li ha sorpresi al piano superiore dello stabile. A quel punto, il macellaio, secondo il suo racconto, ha preso un coltello e durante una colluttazione ha colpito i due ladri che poi sono fuggiti facendo cadere le pistole che avevano appena rubato e che erano legalmente detenute da Putortì.

Una ricostruzione che non ha convinto gli inquirenti, secondo i quali, invece, l’uomo avrebbe accoltellato i due alle spalle mentre scappavano.  Il primo accoltellato, Alfio Stancampiano, è stato abbandonato dai complici nei giardini dell’ospedale reggino “Morelli”, dove poi è morto, mentre il secondo, Giovanni Bruno, dopo aver traghettato per la Sicilia, è stato costretto perché ferito a recarsi all’ospedale di Messina. Non è escluso che quest’ultimo e i familiari del deceduto decidano di costituirsi parte civile nel processo a carico del macellaio reggino.

 

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