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agricoltura

Adrano, attribuire il marchio DOP al pistacchio adranita, avanzata la proposta

Della questione, se ne parla da anni, ma adesso sembra esserci la volontà politica di sviluppare la proposta di riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta in sede istituzionale

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foto WEB

Riconoscere il pistacchio coltivato ad Adrano come prodotto a marchio Dop. E’ la proposta, ancora in fase embrionale, avanzata in Consiglio comunale per dare un riconoscimento di qualità all’oro verde, così come già accaduto con il pistacchio di Bronte. Una separazione sottilissima, se si considera che molti pistacchieti, anche di proprietà di agricoltori di Bronte, ricadono proprio nel territorio adranita per poi annoverare il prodotto come “pistacchio di Bronte”.

Della questione, se ne parla da anni, ma adesso sembra esserci la volontà politica di sviluppare la proposta di riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta in sede istituzionale, con un ordine del giorno presentato in Aula da Fratelli d’Italia.

La consigliera Angela Chiara ha evidenziato nel documento le caratteristiche peculiari del pistacchio di Adrano che può essere annoverato tra i prodotti della tradizione agricola adranita e che, con il marchio Dop, acquisirebbe un valore aggiunto in termini di ricaduta economica, vista la qualità e l’autenticità del prodotto che, negli anni, ha scalato le vette delle esportazioni del settore agroalimentare.

A convenire sull’importanza cruciale per Adrano, sia dall’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Fabio Mancuso, sia dagli altri consiglieri comunali è arrivata la pronta disponibilità ad approfondire l’argomento in un’apposita seduta consiliare per poter facilitare e supportare l’avvio dell’iter burocratico.

 

agricoltura

Catania, ingiunzioni di pagamento ai produttori agricoli, la denuncia di Confagricoltura

Sono state inviate dall’Agenzia delle Entrate per cartelle emesse dal Consorzio di Bonifica etneo. Richieste di pagamento che vanno da alcune decine di migliaia di euro, fino a toccare i 140 mila o i 160 mila euro a testa

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In arrivo ai produttori agricoli della piana di Catania decreti di pignoramento ed ipoteche per milioni di euro. Si tratta di ingiunzioni di pagamento inviate dall’Agenzia delle Entrate, per cartelle emesse dal Consorzio di Bonifica etneo.

“Per i produttori agricoli della piana che stanno pian piano tentando di riprendersi, dopo un 2024 da dimenticare, con migliaia di piante perse, fondi agricoli abbandonati e raccolti inesistenti, non solo il danno ma anche la beffa- ha affermato il presidente di Confagricoltura Catania, Giosué Arcoria –  se così possono essere definite le ingiunzioni di pagamento, con pignoramenti e annunci di ipoteche, arrivate in questi giorni a tantissimi agricoltori catanesi”. La Confagricoltura parla di importi da capogiro, anche per centinaia di migliaia di euro.

In molti casi le richieste si riferiscono a più anni insieme, nonostante si tratti di cartelle contestate, dunque oggetto di un contenzioso in Tribunale. Disperati gli agricoltori destinatari di richieste di pagamento che vanno da alcune decine di migliaia di euro, fino a toccare i 140mila o i 160mila euro a testa.  “È il gioco dell’assurdo – ha detto Giosué Arcoria -Questa volta la misura è colma e noi siamo pronti a fare le barricate per far sentire la nostra voce. Si chiedono pagamenti per servizi mai resi. Tra l’altro per decine e centinaia di migliaia di euro. Dove sono i lavori che dovevano essere fatti? Dove sono le infrastrutture al servizio del comparto agricolo? Cosa è stato fatto in tutti questi mesi? Cosa ha fatto la cabina di regia regionale? Quest’azione non passerà senza che vengano poste da parte nostra immediate contromisure. Prepareremo una class action, ma nel contempo chiediamo un incontro urgente a Regione e Stato. Gli agricoltori sono disperati” . Non chiaro il numero degli agricoltori che stanno ricevendo le ingiunzioni di pagamento. Da un primo dato di Confagricoltura Catania sarebbero centinaia per milioni di euro.

“La rabbia – evidenzia un produttore agricolo, socio di Confagricoltura etnea – non è la richiesta di pagamento in sé. Siamo tutti d’accordo che le tasse vanno pagate. Ma qui ci chiedono somme per servizi mai erogati. Non a caso, con i nostri avvocati, abbiamo contestato tutte le cartelle che ci sono state notificate. Oggi ci annunciano un pignoramento per cartelle sulle quali non c’è ancora un giudizio. Dov’è la giustizia? È tollerabile un simile atto di sopraffazione? La piana di Catania ha una condotta idrica inesistente, il Consorzio si è solo rivelato un carrozzone inutile. La politica non può restare ancora a dormire. Chiediamo un intervento da mettere subito in atto se non vogliono affossarci definitivamente”

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Paternò, chiuso “Ponte Sferro” sulla SS192, Confagricoltura teme problemi per aziende agricole

Una nuova strada alternativa per gli agricoltori dopo la sua chiusura. A chiederlo il presidente di Confagricoltura Catania, il biancavillese Giosuè Arcoria che ha scritto una nota ad Anas

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Una nuova strada alternativa per gli agricoltori dopo la chiusura del “Ponte Sferro”, in territorio di Paternò. A chiederlo è il presidente di Confagricoltura Catania, il biancavillese Giosuè Arcoria che ha scritto una nota all’Anas per evitare confusione e incertezza per un’ampia fetta di agricoltori della Piana di Catania, a causa della chiusura del tratto della strada statale 192.

I lavori riguarderanno il consolidamento e il restauro conservativo del ponte Sferro e si svilupperanno in tre mesi, almeno fino al 17 maggio prossimo, come si legge nell’ordinanza n. 46/2025 inviata da Anas ai Comuni di Agira, Castel di Iudica, Catenanuova, Centuripe, Raddusa, Ramacca e Paternò.

Il problema rischia di avere ripercussioni non soltanto funzionali ma anche economiche per via del periodo cruciale legato alla vendita e alla commercializzazione degli agrumi.

Da qui la decisione del presidente Arcoria di chiedere la pianificazione di una strada alternativa per il passaggio dei trattori agricoli. La nota è stata inviata ad Anas e anche alle Prefetture di Catania e di Enna, oltre ai Sindaci dei Comuni interessati dalla chiusura della strada.

“Ci troviamo nel periodo di piena campagna agrumaria e numerose aziende hanno la necessità di transitare con i propri mezzi agricoli per semplificare le operazioni commerciali – scrive il presidente di Confagricoltura Catania, Giosuè Arcoria – molte aziende ci comunicano che il percorso alternativo suggerito per i ciclomotori non è idoneo per i mezzi agricoli ed è molto di più dei 10 minuti indicati da Anas. Inoltre, non è considerato sicuro percorrere determinate strade a scorrimento veloce. Attendiamo da Anas una risposta che permetta di eliminare le difficoltà che gli agricoltori della zona stanno vivendo”.

 

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