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Biancavilla, giovani Neocatecumenali pugliesi in pellegrinaggio verso Maria

La tappa biancavillese del Pellegrinaggio si è conclusa con un atto di affidamento alla Madonna dell’Elemosina presso la Basilica Collegiata

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Non solo un pellegrinaggio ma un vero e proprio “incontro” con Maria, quello vissuto ieri da circa sessanta giovani provenienti da Taranto, Bari e Bisceglie appartenenti al Cammino Neocatecumenale, che hanno fatto tappa a Biancavilla per un pomeriggio di preghiera e di scambio di testimonianze di fede. Ad accoglierli, un gruppo di fratelli – così sono soliti chiamarsi gli appartenenti a questo cammino di fede frutto del Concilio Vaticano II – delle comunità dell’Idria e del Santissimo Salvatore di Biancavilla e della Chiesa Madre, Sant’Agostino e San Leonardo di Adrano.

Primo e toccante momento della tappa biancavillese del pellegrinaggio, quello vissuto all’interno del Monastero di S.Chiara dove tre suore clarisse hanno voluto testimoniare la loro fede e la loro vocazione ai giovani giunti dalla Puglia. Poi, la celebrazione eucaristica presieduta da Don Nazario Blandamura, sacerdote che accompagna i giovani pugliesi, e dal biancavillese don Vincenzo Finocchiaro, sacerdote missionario del Cammino Neocatecumenale che svolge oggi il suo servizio in Romania.

L’incontro si è concluso con una breve processione lungo via Vittorio Emanuele verso la parrocchia dell’Idria, dove ad attenderli c’era Don Giovambattista Zappalà ed infine verso la Basilica Santuario “S. Maria dell’Elemosina” dove era presente Don Alfio Sarvà. Qui, dopo una presentazione della storia e delle tradizioni della Madonna dell’Elemosina a cura di Giuseppe Santangelo, si è tenuto un atto di affidamento alla Madonna Madre di Misericordia.

Foto: Madre di Misericordia

Cronaca

Catania, scoperta sala giochi abusiva in un circolo privato, sanzioni per 132 mila euro

Scovati dalla Polizia di stato 12 apparecchi elettronici destinati al gioco, sapientemente celati nel circolo e le apparecchiature sono risultate del tutto irregolari perché appartenenti alla categoria vietata dalla normativa vigente

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A Catania un blitz della Polizia di Stato in un circolo privato di via Canfora ha permesso di scoprire una sala giochi allestita senza alcuna autorizzazione e in violazione delle norme di settore.

L’intervento si inserisce nell’ambito delle attività predisposte dal Questore per contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo illegale e della ludopatia. Sono stati gli agenti della Squadra Amministrativa della Divisione PAS della Questura a monitorare attentamente i movimenti attorno al circolo privato, ritenendo particolarmente fondato il sospetto di un’attività illecita svolta all’interno.

L’osservazione scrupolosa dell’intera zona ha assicurato il successo dell’operazione dei poliziotti che, nel momento dell’intervento, sono riusciti a bypassare il sofisticato sistema di videosorveglianza, installato dai responsabili del circolo, evidentemente, per impedire qualsivoglia tipologia di controllo delle Forze di Polizia.

Una volta all’interno, gli agenti della Squadra Amministrativa della Divisione PAS hanno ispezionato i locali scovando ben 12 apparecchi elettronici destinati al gioco, sapientemente celati nel circolo. Le apparecchiature sono risultate del tutto irregolari perché appartenenti alla categoria vietata dalla normativa vigente; infatti erano prive del necessario nulla osta da parte dell’Agenzia delle dogane e dei Monopoli e non collegate alla rete nazionale per il pagamento erariale.

I poliziotti hanno proceduto a sequestrare tutte le apparecchiature e hanno elevato nei confronti dei titolari del circolo sanzioni amministrative per un totale di 132 mila euro.

 

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giudiziaria

Morte Stancampiano, giudizio immediato per il proprietario di casa che lo uccise durante furto

Secondo la Squadra Mobile, Stancampiano e un complice avrebbero tentato un furto nell’abitazione dell’imputato, il quale, rientrando a casa li ha sorpresi e durante una colluttazione con un coltello li avrebbe colpiti

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foto Ansa

A Reggio Calabria inizierà il 27 dicembre il processo per Francesco Putortì, il macellaio di 48 anni accusato di aver ucciso Alfio Stancampiano, di 30 anni originario di Catania, che il 28 maggio era entrato all’interno della sua abitazione in contrada Oliveto di Rosario Valanidi, e di avere ferito Giovanni Bruno, di 46 anni anche lui catanese. Come richiesto dal pubblico ministero che ha coordinato le indagini, Nunzio De Salvo, nei confronti di Putortì, difeso dagli avvocati Giulia Dieni e Natale Polimeni, è stato disposto il giudizio immediato.

Dopo un periodo di detenzione in carcere, l’imputato è adesso sottoposto agli arresti domiciliari ed è accusato di omicidio volontario e tentato omicidio.   Stando alle indagini della Squadra Mobile, Stancampiano e Bruno avrebbero tentato un furto nell’abitazione di Putortì, il quale, rientrando a casa, li ha sorpresi al piano superiore dello stabile. A quel punto, il macellaio, secondo il suo racconto, ha preso un coltello e durante una colluttazione ha colpito i due ladri che poi sono fuggiti facendo cadere le pistole che avevano appena rubato e che erano legalmente detenute da Putortì.

Una ricostruzione che non ha convinto gli inquirenti, secondo i quali, invece, l’uomo avrebbe accoltellato i due alle spalle mentre scappavano.  Il primo accoltellato, Alfio Stancampiano, è stato abbandonato dai complici nei giardini dell’ospedale reggino “Morelli”, dove poi è morto, mentre il secondo, Giovanni Bruno, dopo aver traghettato per la Sicilia, è stato costretto perché ferito a recarsi all’ospedale di Messina. Non è escluso che quest’ultimo e i familiari del deceduto decidano di costituirsi parte civile nel processo a carico del macellaio reggino.

 

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