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Cronaca

Caltagirone, all’ospedale furti alle salme e danneggiamenti: il monopolio sui funerali

Avrebbero sabotato i concorrenti, presidiando le camere mortuarie del “Gravina”, per assicurarsi i servizi funebri dei pazienti deceduti

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Hanno sabotato  i concorrenti, presidiando anche di notte le camere mortuarie dell’ospedale “Gravina” di Caltagirone per assicurarsi i servizi di onoranze funebri dei pazienti deceduti. A scoprire il tutto i carabinieri  della compagnia di Caltagirone, i quali, all’alba di oggi, hanno portato a termine l’operazione “Requiem”, dando  esecuzione ad una misura cautelare emessa nei confronti di 9 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, del reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati di illecita concorrenza con minaccia o violenza, violazioni di sepolcro, furti aggravati, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, minaccia, interruzione di un ufficio o servizio pubblico, nonché di minaccia a pubblico ufficiale ed istigazione alla corruzione. Quattro indagati  sono finiti in carcere, uno ai domiciliari, due colpiti dall’obbligo di dimora con permanenza domiciliare e obbligo di firma e altri due raggiunti dall’obbligo di dimora.

I particolari dell’operazione sono stati illustrati questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, dal procuratore capo di Caltagirone Giuseppe Verzera, dal titolare dell’inchiesta il sostituto Alessandro Di Fede, il comandante provinciale dei carabinieri Rino Coppola e quella della compagnia calatina Sergio Vaira. Le misure cautelari sono partite da un’indagine condotta dal marzo 2019 al mese di marzo 2020 dai carabinieri della compagnia di Caltagirone, i quali, a seguito delle denunce presentate dal rappresentante di una concorrente ditta di onoranze funebri del luogo, hanno accertato  l’esistenza di un’associazione a delinquere dedita alla commissione di vari reati finalizzati alla gestione in via esclusiva dei servizi funebri ed al trasporto di pazienti non deambulanti. Gruppo che ha avuto il suo centro logistico all’interno dell’ospedale “Gravina e Santo Pietro” di Caltagirone, oggetto di vera e propria “occupazione militare” da parte dei componenti dell’organizzazione  che non avrebbero esitato a minacciare ed aggredire, anche fisicamente, un  infermiere, colpevole soltanto di aver cercato di fare rispettare i protocolli anticovid, ossia  interdire l’accesso indiscriminato all’interno dei locali del reparto.

 L’indagine ha permesso di appurare, come gli appartenenti all’associazione, “aiutati da due operatori del 118 e da due dipendenti  ASP, tutti in servizio presso l’ospedale calatino, avessero svolto attività di concorrenza illecita verso altre imprese operanti nel settore delle onoranze funebri. Secondo la Procura di Caltagirone, gli indagati “si sono resi protagonisti di innumerevoli ingressi abusivi all’interno delle sale mortuarie”.  E avrebbero “danneggiato e distruggendo gli arredi funerari delle ditte concorrenti, distrutti i biglietti pubblicitari” e “strappato dalle salme, una volta a quella di un feto, i ‘talloncini identificativi’ per rintracciare, prima degli altri concorrenti, i parenti dei defunti a cui proporsi per le onoranze funebri”. 

Non solo le onoranze funebri, ma anche il trasporto di degenti non deambulanti. Secondo la procura calatina gli indagati , grazie ad alcune associazioni onlus a loro riconducibili, avrebbero monopolizzato le attività di trasporto dei degenti non deambulanti con ambulanze private. Dalle indagini è emerso che numerose sono state le violazioni perpetrate all’interno delle camere mortuarie, nel corso delle quali, con vere e proprie perquisizioni delle salme e minuziose ricerche, gli appartenenti all’associazione si sarebbero appropriati di monili, oggetti preziosi o semplici coroncine del rosario posizionate tra le mani dei defunti. L’indagine ha consentito altresì di accertare un episodio di istigazione alla corruzione che avrebbe coinvolto un operatore in servizio presso il pronto soccorso dell’ospedale.

Cronaca

Incidente sulla Catania-Siracusa, galleria Demetrio, ferito conducente Tir e traffico in tilt

Il mezzo pesante è finito dentro l’uscita di emergenza della galleria, incastrandosi e mettendosi di traverso rispetto alla strada; il conducente è stato trasportato in codice rosso all’ospedale San Marco di Catania

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Incidente stradale nel pomeriggio intorno alle 16.30 all’interno della galleria San Demetrio, lungo la Catania-Siracusa, in direzione Catania.

Sul posto i vigili del fuoco del distaccamento di Lentini, intervenuti per soccorrere il conducente di un mezzo pesante finito dentro l’uscita di emergenza della galleria, incastrandosi e mettendosi di traverso rispetto alla strada; il conducente è stato subito soccorso e affidato al personale medico del 118 il quale l’hanno trasportato in codice rosso all’ospedale San Marco di Catania.

Il tratto autostradale è stato chiuso al traffico. Sul posto anche personale della Polstrada di Lentini. A seguito del sinistro  il traffico è rimasto bloccato, il mezzo pesante occupa la corsia di sorpasso e di marcia per cui l’Anas ha proceduto alla chiusura con uscita obbligatoria allo svincolo di Lentini.

“Si sconsiglia al momento di mettersi in viaggio da Siracusa in direzione Catania o, in alternativa, di percorrere la vecchia strada SS 114” dicono dalla Polstrada. Dopo le operazioni di messa in sicurezza del mezzo pesante la  stradale sta facendo defluire la coda di automobili che si era creata all’interno della galleria.

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Cronaca

Catania, morto lo storico esponente del MSI, Francesco Condorelli Caff

Non seguì Gianfranco Fini nella “Svolta di Fiuggi” e fu il primo consigliere comunale d’Italia del Movimento sociale fiamma tricolore guidato da Pino Rauti. È stato candidato alla presidenza della provincia e a sindaco di Catania, oltre che di Mascalucia

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FOTO ANSA

E’ morto nella giornata di oggi lo storico esponente del Movimento sociale italiano Francesco Condorelli Caff, aveva 86 anni. Un grande professionista del foro di Catania ha lavorato  fino a poche ore dal malessere che lo ha colpito, sostenendo le ragioni del diritto al fianco dei propri clienti in tribunale.

Nel dicembre 2022 aveva ricevuto il riconoscimento, dall’ordine degli avvocati, per i 50 anni di professione. Impegnato senza tregua nel settore civile, penale e nel patrocinio all’interno dei tribunali ecclesiastici. Era un esponente storico del Msi, non seguì Gianfranco Fini nella “Svolta di Fiuggi”, e fu il primo consigliere comunale d’Italia del Movimento sociale fiamma tricolore guidato da Pino Rauti.

È stato candidato alla presidenza della provincia e a sindaco di Catania, oltre che di Mascalucia, la città che ha amato e difeso con storiche battaglie in consiglio comunale. Era un amante della pittura nel tempo libero, dello sport, ha fondato lo Sci club Monte Fusaro e dei vigneti, che ha coltivato in prima persona fino agli ultimi giorni.

Rimasto orfano ad appena 3 anni, il padre era colonnello dell’esercito, ha vissuto con la madre e le sorelle a Mascalucia e frequentato la scuola militare Nunziatella di Napoli. Tre suoi figli, Nunzio, Nicola e Mimmi hanno seguito le sue orme professionali, mentre il primogenito Antonio è giornalista. E oggi lo ricordano così: “un padre sempre presente, infaticabile e capace di educare alle responsabilità con un amore puro”.

 

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