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Cronaca

Catania, confiscati beni pari a 20 milioni di euro a imprenditore che favorì la mafia

La confisca riguarda cinque società commerciali e due ditte individuali, otto unità immobiliari, rapporti finanziari, denaro contante, decine di orologi e preziosi

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La Guardia di Finanza di Catania ha confiscato beni pari a 20 milioni all’imprenditore Sergio Leonardi. La confisca riguarda cinque società commerciali e due ditte individuali operanti nel settore della commercializzazione di prodotti petroliferi, otto unità immobiliari, rapporti finanziari, denaro contante, decine di orologi e preziosi. Il provvedimento fa seguito a una condanna definitiva per associazione a delinquere, frode fiscale, sottrazione al pagamento e all’accertamento delle accise, omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali, occultamento e distruzione delle scritture contabili, falsità commessa dal privato in atto pubblico e autoriciclaggio, aggravati dal fatto di aver agito per agevolare il clan mafioso dei ‘Carcagnusi”, facente capo al boss Santo Mazzei, nonché per sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. La pena definitiva a cinque anni e sei mesi di reclusione prevede anche la confisca dei suoi beni illecitamente procurati.  Leonardi era stato arrestato su indagini del nucleo di Polizia economico-finanziaria di Catania e da carabinieri del nucleo Investigativo del comando provinciale nl gennaio del 2020, assieme ad altri 22 indagati, nell’ambito dell’operazione ‘Vento di Scirocco’. Da quanto rilevato dalla Procura la “carriera” di Leonardi sarebbe iniziata nel 2007 sotto l’egida mafiosa dello zio della moglie, Biagio Sciuto, all’epoca, capo del clan “Sciuto-Tigna’”. Dopo l’arresto del boss, Leonardi, tra il 2009 e il 2011, sarebbe finito sotto l’ala protettrice dei Mazzei, che si servivano di lui per il contrabbando di prodotti petroliferi intrattenendo rapporti con altre organizzazioni criminali operanti in diversi ambiti territoriali dell’Italia. Indagini dei Finanzieri del Nucleo di Pef di Catania avevano ricostruito il complesso meccanismo delle “frodi carosello all’IVA” nel settore dell’importazione e della commercializzazione di prodotti petroliferi, reso possibile dalla disponibilità di numerosi depositi di prodotti energetici compiacenti e da una fitta rete di prestanome intestatari di società “cartiere” e di impianti di distribuzione stradale di carburante.

 

Cronaca

Catania, autopsia non fa chiarezza sulla morte della 38enne trovata impiccata

Saranno necessari altri esami supplementari e complementari ossia istologici e tossicologici

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foto "Repertorio"

Si è svolta questa mattina, al Policlinico di Catania, l’autopsia  sulla salma della 38enne trovata  impiccata, nei giorni scorsi, nel bagno dell’appartamento di villeggiatura sito a Fondachello, frazione marinara di Mascali, che la donna aveva preso in affitto assieme al compagno. Autopsia che non ha risolto tutti i dubbi : saranno necessari altri esami supplementari e complementari. In pratica saranno eseguiti esami istologici e tossicologici.

Ad effettuare l’autopsia il medico legale Cristoforo Pomara;  presente, come perito di parte, il dottore Raffaele Benanti, nominato dall’avvocato Francesco Marchese, legale del compagno della donna, che non è indagato, ma parte offesa nell’inchiesta. Intanto la Procura ha firmato il nulla osta per il rilascio della salma che è stata restituita ai familiari. La donna, da quanto verificato dai carabinieri della compagnia di Giarre che stanno indagando sul fatto, avrebbe avuto una lite con l’uomo, testimoniato dai diversi lividi presenti sulle braccia di entrambi e che poi avrebbe lasciato l’abitazione.Il corpo è stato trovato da uno dei figli della coppia.

La casa è stata trovata in ordine, e non è stato rinvenuto alcun messaggio da parte della donna. La coppia ha due figli Il compagno è stato sentito, come testimone, nella caserma dell’Arma da militari e dal sostituto procuratore di Catania di turno.  Al momento non è esclusa alcuna ipotesi sulle cause del decesso, compresa quella del suicidio

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Cronaca

Piana di Catania, attivata pompa di sollevamento del lago Biviere di Lentini

L’impianto permetterà un prelievo di circa 400 litri al secondo che consentiranno di distribuire acqua per usi irrigui a circa mille ettari di terreni

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foto web- sito "Guidasicilia"

“E entrata in azione oggi la prima delle due pompe di sollevamento del lago Biviere di Lentini, nel Siracusano”. A dirlo il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani il quale ha evidenziato che con questa soluzione l’impianto permetterà un prelievo di circa 400 litri al secondo che consentiranno di distribuire acqua per usi irrigui a circa mille ettari di terreni agricoli della Piana di Catania.

Nei prossimi giorni, sarà attivata una seconda pompa con la stessa capacità. I fondi per gli impianti, 600 mila euro, sono stati stanziati dalla Regione Siciliana attraverso un contributo straordinario al Consorzio di bonifica 9. “L’attivazione delle due linee di pompaggio – dice il presidente della Regione siciliana Renato Schifani – risolve il paradosso di un invaso in cui l’acqua c’è ma non era possibile utilizzarla per un guasto agli impianti. Adesso possiamo garantire l’approvvigionamento idrico agli agricoltori del territorio in difficoltà per il perdurare dell’emergenza siccità in Sicilia.

Il mio governo è impegnato quotidianamente nella risoluzione, da un lato, delle questioni più urgenti ma, allo stesso tempo, nella definizione di una strategia globale di miglioramento delle infrastrutture, al fine di migliorare la sostenibilità a lungo termine del sistema idrico locale”.

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