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Cronaca

Catania, Emanuele Fattori è il nuovo dirigente della Squadra Mobile

Va a prendere il posto di Antonio Sfameni, chiamato a guidare la Squadra Mobile di Palermo.

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Emanuele Fattori è il nuovo dirigente della Squadra Mobile di Catania. A comunicarlo è la Questura del capoluogo etneo dopo l’avvicendamento con Antonio Sfameni, chiamato a guidare la Squadra Mobile di Palermo. Fattori ha un ricco e variegato curriculum professionale alle spalle, con diverse delicate operazioni condotte nell’ambito di molteplici aspetti. Originario di Rieti, il Primo Dirigente della Polizia di Stato Fattori, 52 anni, proviene da Cagliari dove, anche in quel caso, ha diretto la Squadra Mobile.

Durante un incontro con il Questore, Giuseppe Bellassai, Fattori ha assicurato il massimo impegno nel portale avanti tutte le attività di contrasto alla criminalità diffusa e organizzata, nel solco delle importanti operazioni condotte dalla Polizia di Stato nel territorio catanese con significativi risultati a tutela della legalità. Laureato in Giurisprudenza, il nuovo dirigente ha lavorato nell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Milano, nella sezione Volanti, nella Polizia Ferroviaria di Roma, occupando di questioni delicate come il contrasto al traffico internazionale di stupefacenti, i delitti contro la pubblica amministrazione, in danno di minori, e in materia di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Nell’ambito della criminalità organizzata, l’apporto di Fattori è stato decisivo per fare luce su due efferati cold-case di omicidio e tentato omicidio, rimasti irrisolti per anni, culminati con l’arresto dei rispettivi autori e alla cattura di tre pericolosi latitanti.

 

Cronaca

Zafferana Etnea, 19enne arrestato per detenzione di droga ai fini di spaccio

I cani antidroga, all’interno di una tracolla, hanno permesso di rinvenire 13 dosi di marijuana di tipo “skunk” già pronte per la vendita e altre 28 dosi ancora da confezionare oltre che un bilancino di precisione.

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A seguito di un’indagine certosina i Carabinieri hanno arrestato un 19enne di Zafferana Etnea per detenzione di droga ai fini di spaccio.  Il giovane è stato individuato dai militari dell’arma incuriositi dal continuo via vai dalla sua abitazione situata in via Cassone.

A seguito di servizi di appostamento e verifiche atte ad approfondire il profilo del ragazzo, i carabinieri con l’ausilio dei colleghi del nucleo cinofili di Nicolosi e dei cani antidroga “King” e “Ciro” hanno fatto irruzione all’interno dell’abitazione. Alla vista dei militari e, ancor di più, dei cani, il giovane ha da subito manifestato un evidente stato di agitazione e nervosismo, tanto da non riuscire quasi a proferire parola.

I cani, entrati immediatamente in azione, si sono diretti verso la cucina, dove hanno puntato con insistenza un marsupio poggiato sul tavolo, che è stato recuperato dal conduttore cinofilo. Aperta la tracolla, al suo interno sono state rinvenute 13 dosi di marijuana di tipo “skunk” già pronte per la vendita e altre 28 dosi ancora da confezionare oltre che un bilancino di precisione.

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Cronaca

Paternò, indagato imprenditore di 44 anni per omessa dichiarazione e autoriciclaggio

Disposto il sequestro preventivo di beni per un importo di euro 2.362.900,52, ossia denaro contante, somme giacenti sui conti correnti bancari, quote societarie, un autoveicolo, un motociclo, due ciclomotori e criptovalute giacenti in un portafoglio virtuale

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A Paternò Finanzieri della locale compagnia hanno sequestrato beni per 2,3 milioni di euro nei confronti del titolare di una ditta individuale attiva nel settore della vendita di contratti energetici e telefonici per presunti ricavi non dichiarati per oltre 12 milioni di euro e una conseguente evasione d’imposta per oltre 5,5 milioni di euro.

L’imprenditore di 44 anni è indagato per omessa dichiarazione e autoriciclaggio. Il decreto di sequestro è stato emesso dal gip su richiesta della Procura su indagini della compagnia della guardia di finanza di Paternò basate anche sull’analisi di documenti acquisiti tramite le amministrazioni finanziarie lituane e tedesche. Secondo l’accusa, l’indagato avrebbe “predisposto un complicato sistema di autoriciclaggio, anche attraverso piattaforme di cambio valuta virtuale (exchange di criptovalute), con una banca con sede in Lituania, per un controvalore di circa un milione di euro”.

L’istituto di credito in questione, ricostruisce la Procura di Catania, è stato poi “chiuso dalle autorità locali per violazioni in tema di antiriciclaggio e di contrasto del finanziamento al terrorismo”. Il Gip, accogliendo la richiesta della Procura, ha disposto il sequestro preventivo anche per equivalente, di somme, beni, disponibilità finanziarie e altre utilità in uso all’indagato e sino alla concorrenza della somma di 2.362.900,52 euro, valore corrispondente all’evasione al netto degli importi derivanti da accertamento induttivo valevoli esclusivamente in ambito amministrativo-tributario.

L’attività di polizia giudiziaria, eseguita dai finanzieri della compagnia di Paternò col personale del nucleo speciale Tutela privacy e frodi tecnologiche, ha permesso di sottoporre a sequestro penale denaro contante, somme giacenti sui conti correnti bancari, quote societarie, un autoveicolo, un motociclo, due ciclomotori e criptovalute giacenti in un portafoglio virtuale.

 

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