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giudiziaria

Catania, inchiesta “Pandora”, condannato a 8 anni ex sindaco di Tremestieri Santi Rando

E’ accusato di scambio politico-mafioso per le amministrative 2015 e per alcuni casi di correzione, da uno dei quali è stato assolto

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E’ stato condannato a 8 anni l’ex sindaco di Tremestieri Etneo, Santi Rando. Ha retto in gran parte l’impianto accusatorio dei PM,  a conclusione della requisitoria davanti al Gup Ottavio Grasso che ha celebrato il processo, con il rito abbreviato, scaturito dall’inchiesta “Pandora” che ha preso corpo dalle indagini dei Carabinieri, coordinate dalla Procura di Catania, in merito a presunte infiltrazioni della criminalità organizzata al Comune di Tremestieri Etneo.

L’ex sindaco Rando è stato condannato a 8 anni per voto di scambio politico-mafioso per le amministrative 2015 e per alcuni casi di correzione, da uno dei quali è stato assolto.

Oltre a Rando, è stato condannato a 7 anni e 2 mesi Pietro Alfio Cosentino, accusato di concorso esterno e voto di scambio politico-mafioso. Cosentino è stato indicato dall’accusa come il collegamento tra la politica e la criminalità organizzata anche in virtù della parentela con un boss di Cosa Nostra. Analoga condanna anche per Francesco Santapaola, figlio di Salvatore “Colluccio” e cugino dello storico capomafia.

Due i carabinieri condannati a 4 anni e 4 mesi, Antonio Battiato e Antonio Cunsolo, accusati di corruzione assieme all’ex vicepresidente della Regione e deputato regionale della Lega, Luca Sammartino, che è stato rinviato a giudizio con la stessa accusa per avere chiesto ai due militari di bonificare la sua segreteria politica dalla possibile presenza di microspie.

Tra gli altri condannati Salvatore Bonanno, Domenico Cucinotta, Giuseppe Ferlito e Giovanni Naccarato. Come riporta l’Ansa, i due legali di Rando, Tamburino e Lattanzi, hanno parlato di sentenza “ingiusta” e sono pronti a ricorrere in appello “convinti in un esito diverso”.

 

Cronaca

Catania: Mafia e traffico di droga, sequestrati beni per oltre 300mila euro

Il provvedimento colpisce un 49enne, attualmente detenuto, ritenuto socialmente pericoloso e sospettato di appartenere a un’associazione mafiosa dedita al traffico di sostanze stupefacenti e ad altre attività illecite

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Un appartamento con annesso garage, per un totale di 270 metri quadri e un valore stimato in 300mila euro, conti correnti congelati e denaro sequestrato per un ammontare di 45mila euro. È questo il bilancio dell’operazione che ha portato alla confisca di tali beni condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Catania Fontanarossa.

Il provvedimento colpisce S. G., 49 anni, detto Turi u’gummista, attualmente detenuto, ritenuto socialmente pericoloso e sospettato di appartenere a un’associazione mafiosa dedita al traffico di sostanze stupefacenti e ad altre attività illecite.

L’inchiesta risale al 2020 e, proseguita fino a marzo 2021, ha permesso di far emergere l’esistenza di una ramificata organizzazione criminale composta da almeno 45 persone, impegnate in furti, estorsioni e ricettazioni. Un secondo filone investigativo ha poi svelato un presunto traffico di droga attivo nel quartiere San Giorgio, con il coinvolgimento di altre 30 persone.

Il sequestro patrimoniale nasce proprio dall’analisi incrociata dei redditi dichiarati dal 49enne e dai suoi familiari tra il 2010 e il 2021, dalla quale sarebbe emersa una  una sproporzione evidente tra le risorse lecite e il valore dei beni, considerati frutto del reinvestimento di proventi illeciti.

L’operazione rappresenta l’ennesimo tassello nel contrasto alla criminalità organizzata catanese, che le forze dell’ordine e la magistratura continuano a colpire anche sul fronte economico, con l’obiettivo di prosciugare le risorse che alimentano il potere mafioso sul territorio.

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giudiziaria

Catania, lascia il carcere il deputato Giuseppe Castiglione e va ai domiciliari

Lo ha deciso il Tribunale del riesame di Catania, accogliendo la richiesta del suo legale. Vai ai domiciliari anche l’ex consigliere comunale di Misterbianco Matteo Marchese

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Il deputato regionale autonomista Giuseppe Castiglione, ex componente della commissione Antimafia in Sicili, esce dal carcere e va ai domiciliari. Castiglione era stato arrestato il 24 febbraio scorso per voto di scambio politico mafioso nell’ambito dell’operazione “Mercurio” dei carabinieri del Ros.

Lo ha deciso il Tribunale del riesame di Catania, accogliendo la richiesta del suo legale, l’avvocato Salvo Pace, contro l’ordinanza cautelare emessa dal gip su richiesta della Procura distrettuale.

I giudici si sono riservati il deposito delle motivazioni entro i prossimi 45 giorni. Secondo l’accusa Giuseppe Castiglione, che si è dimesso dall’Antimafia ma non da deputato, avrebbe stretto un accordo con il clan Santapaola-Ercolano per riuscire a vincere le Regionali del 2022 in Sicilia.

Lascia il carcere e va ai domiciliari, in applicazione di un altro provvedimento del Tribunale del riesame, anche l’ex consigliere comunale di Misterbianco, Matteo Marchese, anche lui assistito dall’avvocato Pace. Anche a lui, indagato per voto di scambio politico mafioso, la Procura di Catania contesta di avere stretto un patto con Cosa nostra etnea per un appoggio elettorale alle comunali del 2021 a Misterbianco.

 

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