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Cronaca

Catania, occhi puntati sull’Etna ma nessun problema per Fontanarossa

Massima attenzione del dipartimento regionale che tiene sotto controllo “l’umore” del vulcano più alto d’Europa,

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La protezione civile regionale sta analizzando con particolare attenzione i dati dell’Ingv sullo stato dell’Etna, dove nelle ultime ore l’ampiezza media del tremore vulcanico era stata caratterizzata da ampie oscillazioni dei suoi valori, diventate ancora più ampie e in brevi momenti l’ampiezza media del tremore vulcanico ha raggiunto l’intervallo dei valori alti. Così il dipartimento regionale di protezione civile ha deciso, nella serata di ieri, di variare la fase operativa da “ATTENZIONE” a “PREALLARME. Facendo seguito alla comunicazione inoltrata, nella serata di ieri dal sistema “ETNAS” di passaggio dal livello F0 al livello F1 (Alta probabilità di accadimento imminente). Per quanto concerne l’accesso alle aree sommitali valgono le prescrizioni contenute nelle “Procedure di allertamento Rischio Vulcanico e modalità di fruizione perla zona sommitale del Vulcano Etna”, di cui all’Ordinanza della Prefettura di Catania n.18709 del04.04.2013.

I sindaci dei comuni sommitali e gli altri Enti ai quali la presente è inoltrata, sono stati invitati ad attivare le misure discendenti dalle procedure precedentemente richiamate, con particolare riferimento a interdizioni delle aree interessate; mantenersi informati sull’evoluzione delle fenomenologie in corso; attivazione del COC e delle locali OO.d.V. nonché delle procedure previste dal vigente Piano comunale di Protezione civile. L’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia con una nota inviate nella tarda serata di ieri ha evidenziato che le sorgenti del tremore vulcanico “hanno interessato gran parte dell’area sommitale, spaziando tra il cratere di sud-est e un’area ad est dei crateri centrali. Le profondità interessate ricoprono un ampio intervallo crostale, compreso tra 1700 e 2900 m sopra il livello del mare. Riguardo all’attività infrasonica le sorgenti sono principalmente ubicate in corrispondenza del cratere bocca nuova. I segnali delle reti di deformazione non mostrano variazioni significative. Le immagini delle telecamere di video-sorveglianza mostrano una attività di degassamento dai crateri bocca nuova e cratere di sud-est. Il modello previsionale della dispersione dell’eventuale nube eruttiva indica una direzione sud-est”.

 

AGGIORNAMENTO ORE 18.30 

Rientra l’allarme sull’Etna. E’ sceso, infatti, da giallo a verde l’allerta Vona, il bollettino dell’osservatorio vulcanico per l’aviazione dell’Ingv di Catania sul vulcano. La valutazione è collegata all’assenza di emissione di cenere e il ritorno del vulcano al suo stato di pre-eruzione. Il Vona è pubblicato sul sito dell’Ingv, osservatorio etneo, di Catania.

Cronaca

Bronte, lavoro nero o fittizio per 11 ai domiciliari

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Il Comando Provinciale Carabinieri di Catania, durante una campagna di controllo “a tappeto” rivolta ai beneficiari delle misure di detenzione alternative al carcere ed in particolare a coloro i quali era stato consentito di svolgere un attività lavorativa all’esterno dei luoghi di espiazione della pena, ha scovato complessivamente undici soggetti impiegati “in nero” o che svolgevano fittiziamente l’attività lavorativa ed elevate contravvenzioni per 35.000 euro.

Obiettivo di tale peculiare attività, svolta dalle 2 Tenenze e 61 Stazioni Carabinieri capillarmente distribuite su tutta la Provincia etnea, con il supporto dei colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro, è stato dunque quello di vigilare sul rispetto degli obblighi connessi alla concessione dell’autorizzazione a recarsi al lavoro, garantendo al tempo stesso l’osservanza delle norme sulla sicurezza nel settore lavoristico e in materia di legislazione sociale da parte delle ditte resesi disponibili ad assumere questa tipologia di dipendenti.

Tra luglio e agosto, sia in città che su tutto il territorio della Provincia di Catania, i Carabinieri hanno pertanto proceduto al controllo di 150 individui ai domiciliari presso le altrettante aziende che avevano offerto loro un impiego.

Nell’ambito di tale contesto operativo, i Carabinieri della Compagnia di Randazzo, unitamente ai colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania, hanno controllato diverse aziende operanti nel settore agroalimentare di Bronte, al cui esito hanno scoperto 11 lavoratori in nero ed elevato sanzioni per oltre 35mila euro.

Nello specifico, durante un controllo di un’azienda agroalimentare sita in Contrada Roccarello, è stato controllato un operario adranita di 39 anni, il quale, da accertamenti è risultato essere sottoposto alla misura di prevenzione personale della Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di soggiorno, il quale non era stato regolarizzato per tutti i periodi in cui aveva lavorato per quella stessa azienda, pertanto per il titolare è scattata la maxi sanzione per lavoro nero pregresso dell’importo di 3.600 euro. Successivamente, dall’ispezione effettuata presso un’altra azienda agricola in Contrada Ginestrola, i militari hanno accertato che su 15 operai presenti al momento in azienda, ben 10 risultavano irregolari, in quanto non risultavano mai essere stati assunti né sottoposti alla prevista sorveglianza sanitaria. Il titolare dell’azienda è stato denunciato per omessa sorveglianza sanitaria dei lavoratori e contestualmente gli è stata comminata la multa di oltre 225.000 euro e l’emissione a suo carico di un provvedimento di sospensione dell’attività lavorativa. Infine, grazie all’attività degli operanti, è stato possibile recuperare contributi previdenziali ed assistenziali per 99.800 euro.

 

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Cronaca

Adrano, arrestato un 32enne per atti persecutori nei confronti della ex fidanzata

La relazione tra i due giovani sarebbe terminata perché la donna ha scoperto che il fidanzato avrebbe fatto uso di sostanze stupefacenti, ma anche il ragazzo sarebbe stato concorde con la ex, per poi pentirsene provando a riconquistarla

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Ad Adrano un uomo di 32 anni è stato arrestato dai carabinieri della locale stazione per atti persecutori nei confronti della ex fidanzata di 31 anni.  L’uomo è finito agli arresti domiciliari con dispositivo elettronico di controllo e con il divieto di comunicare con la persona offesa e con i suoi familiari.  Le indagini hanno fatto luce sulle condotte abituali e reiterate che sarebbero state poste in essere dal giovane, spesso sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, dallo scorso mese di marzo fino a qualche giorno fa, nei confronti della ragazza.

La relazione tra i due giovani sarebbe terminata perché la donna ha scoperto che il fidanzato avrebbe fatto uso di sostanze stupefacenti. Da parte sua il 32enne avrebbe posto fine alla loro relazione, per poi pentirsene dopo qualche settimana e cercare di riconquistarla. In tale contesto sarebbero iniziati i tentativi di contattare la ex mediante telefonate, messaggi e attraverso l’uso di tutti i canali social; il giovane avrebbe anche provato ad approcciare la ex contattando i suoi amici e familiari ma, dallo scorso mese di marzo, la donna ha deciso di non rispondere all’ex fidanzato. Nello scorso mese di luglio il 32enne si sarebbe appostato presso la casa di villeggiatura della ragazza per due ore, impedendole così di uscire. Due giorni dopo l’avrebbe nuovamente raggiunta e, aggrappatosi al cancello di ingresso, l’avrebbe sbattuto con forza.  Infine la notte successiva, sarebbe riuscito ad aprire il cancello della villetta di campagna e ad entrare in casa.

La ragazza, terrorizzata, si sarebbe nascosta al piano superiore dell’abitazione e sarebbe stata sua madre a bloccare il giovane all’ingresso e impedirgli di raggiungere la figlia.  Lo stalker si sarebbe allontanato, minacciando che “Non sarebbe finita qui” solo dopo l’arrivo del fratello della ex, il quale gli avrebbe detto con tono piuttosto deciso che avrebbe contattato le forze dell’ordine qualora lui non fosse andato via.  La documentazione prodotta dalla vittima in sede di querela ha dimostrato gli ossessivi tentativi praticati dall’indagato – coinvolgendo anche terze persone- di imporre un canale comunicativo alla ex compagna. La giovane, inoltre, ha più volte manifestato di essere consapevole della personalità dell’uomo e delle problematiche derivanti dall’uso di sostanze stupefacenti e ha manifestato il timore che l’ex potesse farle del male, aggiungendo anche di avere avuto la necessità di rivolgersi ad uno specialista “affinchè potesse curarla dall’ansia legata alla situazione che stava vivendo”.

 

 

 

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