Connect with us

giudiziaria

Catania, resta in carcere il 20enne che ha ucciso Giuseppe Francesco Castiglione

Calogero Michael Romano ha confessato, anche davanti al GIP, di aver ucciso il 21enne, spiegando di avere sparato perché provocato dalla vittima che avrebbe minacciato di non fargli più vedere il figlio che aveva avuto dalla sua ex compagna

Pubblicato

il

FOTO DAL SITO ON-LINE "CATANIATODAY"

Convalidato dal Gip del Tribunale di Catania il fermo, pertanto resta in carcere, del  20enne Calogero Michael Romano, accusato di avere ucciso quattro giorni addietro, Giuseppe Francesco Castiglione,  21 anni, il nuovo fidanzato della sua ex compagna dalla quale aveva avuto un figlio.  Il fatto di sangue è avvenuto in Piazza Palestro a Catania.

La Procura, con l’aggiunto Fabio Scavone e il sostituto Fabio Regolo, ha ipotizzato i reati di omicidio volontario premeditato aggravato e porto e uso di arma da fuoco clandestina. Durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip il 20enne, come aveva fatto davanti ai funzionari della Squadra Mobile della Questura, ha nuovamente confessato l’omicidio, spiegando di avere sparato perché provocato dalla vittima che avrebbe minacciato di non fargli più vedere il figlio che aveva avuto dalla sua ex compagna minorenne.

Il 20enne la sera stessa della sparatoria si è costituito ai carabinieri di Misterbianco e successivamente è stato fermato per tentato omicidio su iniziativa della Squadra Mobile. L’accusa è stata poi modificata dalla Procura, in omicidio volontario premeditato aggravato, in seguito alla morte di Castiglione avvenuta all’alba dell’indomani nell’ospedale Garibaldi Centro dove era stato ricoverato, in fin di vita, subito dopo la sparatoria.

giudiziaria

Paternò, inchiesta “Athena”, anche per l’ex assessore Comis la Cassazione annulla con rinvio i domiciliari

A disporli alla fine dello scorso mese di settembre il Tribunale del Riesame, ma il provvedimento era stato sospeso, in attesa della sentenza definitiva della Corte Suprema

Pubblicato

il

Come per il sindaco di Paternò Nino Naso, anche per l’ex assessore Salvatore Comis la  Cassazione ha annullato con rinvio la decisione del Tribunale del Riesame che aveva disposto gli arresti domiciliari per l’ex amministratore paternese indagato, come il primo cittadino, nell’ambito dell’inchiesta “Athena” e accusato di voto di scambio politico mafioso.

In pratica la Cassazione ha accolto il ricorso della difesa di Salvatore Comis, l’avvocato Turi Liotta. La decisione della Corte Suprema è arrivata nel pomeriggio di oggi. Il tutto ritorna nelle mani del Tribunale di Catania, che dovrà fissare una nuova udienza davanti ad un’altra sezione del Tribunale della Libertà. Il sindaco Naso e Comis, su richiesta degli stessi indagati, affronteranno il processo con giudizio immediato. Ricordiamo che alla fine dello scorso mese di settembre il Tribunale del Riesame aveva disposto i domiciliari per Comis e Naso, ma sospesi, in attesa della sentenza definitiva da parte della Cassazione.

Sulla vicenda c’è da registrare un post dell’ex assessore Salvatore Comis sulla propria pagina social. “Sono stato sempre fiducioso sapendo della mia estraneità ai fatti. Mi sono sempre speso per il bene del mio paese con tanto impegno,dedizione e soprattutto onestà. Ringrazio immensamente le persone che mi sono state vicine in questi giorni difficili,la mia famiglia,i miei amici più cari e un importante ringraziamento va ai miei avvocati Salvatore Liotta e Mario Brancato che sin dal primo giorno hanno sempre riposto la loro fiducia in me. Purtroppo la vita a volte gioca brutti scherzi. L’importante è andare avanti con forza e caparbietà sapendo che tutto quello che è successo non ti appartiene” ha concluso Comis.

 

Continua a leggere

giudiziaria

Catania, condannato all’ergastolo l’infermiere che uccise due pazienti

Secondo l’accusa, a causare il loro decesso sarebbe stata la somministrazione di forti dosi di sedativi da parte dell’imputato

Pubblicato

il

foto WEB

A Catania la Corte d’assise di Catania ha condannato all’ergastolo l’infermiere Vincenzo Villani Conti, 52 anni, accusato dell’omicidio di due pazienti mentre erano ricoverate nell’ospedale Cannizzaro. Le vittime sono una ultrasessantenne e una ottantenne che morirono il 2 dicembre 2020 e il 16 gennaio del 2021.

Secondo l’accusa, a causare il loro decesso sarebbe stata la somministrazione di forti dosi di sedativi da parte dell’imputato.  L’inchiesta era stata avviata dopo una segnalazione alla Procura di due medici, uno psichiatra e uno psicologo, che lo avevano in cura e che, dopo aver raccolto le sue “confidenze”, hanno avuto dei sospetti che fosse accaduto qualcosa di grave, raccontando tutto in Procura.

L’infermiere avrebbe detto loro di essere “mosso da uno stato di preoccupante distacco emotivo maturato nei confronti dei pazienti a causa del comportamento vessatorio dei superiori”. er un collegio di consulenti nominati dalla Corte non ci sarebbe certezza sulla correlazione di causa ed effetto tra la somministrazione dei farmaci e il decesso, ma neppure del contrario.

Sul caso ha indagato la squadra mobile della Questura. Nel processo si erano costituiti come parte civile i familiari delle vittime, l’ospedale Cannizzaro e l’associazione Codici. I difensori dell’infermiere, gli avvocati Salvatore Liotta e Francesco Calabrese, attendono il deposito delle motivazioni per presentare il ricorso.

Continua a leggere

Trending