Con l’operazione antidroga “Sottosopra”, scattata all’alba di oggi, circa 300 carabinieri del comando provinciale di Catania, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti di 13 indagati in quanto ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione ed invasione di terreni o edifici. Contestualmente è stata eseguita un’ulteriore ordinanza applicativa di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale per i Minorenni di Catania, su richiesta della Procura della Repubblica per i Minorenni, nei confronti di un indagato, minorenne all’epoca dei fatti, che sarebbe stato parte integrante dell’associazione. Inoltre è stato notificato l’avviso di conclusione indagini preliminari ad altri 18 soggetti nei confronti dei quali è stata riconosciuta la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza per gli stessi reati. I particolari dell’operazione sono stati spiegati in una conferenza stampa al Comando provinciale dei Carabinieri dal capitano Beatrice Casamassa, comandante della compagnia di Fontanarossa, e dal tenente Alfonso De Stefano, comandante del Nucleo operativo della stessa compagnia.
L’indagine, coordinata dalla DDA etnea e condotta dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Catania Fontanarossa nel periodo intercorrente tra settembre 2021 e ottobre 2022, ha permesso di acquisire elementi che dimostrerebbero l’esistenza di un’organizzazione criminale dedita al traffico di cocaina, crack e marijuana, con un giro d’affari calcolato in 15 mila euro al giorno, operante in “regime di monopolio” nel complesso di edifici del civico 12 di Viale Nitta, nel quartiere di Librino. Complessivamente sarebbero stati circa 350 clienti che quotidianamente sarebbero arrivati da Catania o dai paesi limitrofi per rifornirsi di droga al civico 12 di Viale Nitta.L’associazione, organizzata su base piramidale, con ruoli ben definiti, avrebbe gestito contemporaneamente 3 distinte “piazze di spaccio”. Secondo la procura ai vertici dell’associazione ci sarebbero i fratelli Santo e Federico Giosue Livoti nonché Carmelo Antony Spampinato, i quali avrebbero mantenuto costantemente i contatti con un catanese (legato al clan Santapaola- Ercolano) che nonostante fosse già detenuto in carcere per associazione per delinquere di tipo mafioso, si sarebbe interessato al traffico di stupefacenti. L’attività degli investigatori ha anche consentito di decifrare il linguaggio in codice utilizzato dai scomponenti del gruppo per richiedere lo spostamento delle sostanze stupefacenti dai depositi alle piazze di spaccio. In molti casi, infatti, si sono utilizzati termini apparentemente insospettabili come “pacchetto di sigarette” o “cibo per cani” per indicare dosi di marijuana, o ancora “una birra”, “mezza birra” o “una lampadina da 40 Watt” per indicare cocaina e la relativa quantità. Quanto alle piazze di spaccio, due dei siti di smercio della droga avrebbero avuto come base logistica alcuni appartamenti, riservati alla più rischiosa attività di cessione di cocaina e crack; una piazza di spaccio sarebbe stata gestita interamente su strada, nel piazzale interno del complesso condominiale, in quanto destinata alla compravendita di droghe leggere.
In pratica le cessioni di sostanze stupefacenti avvenivano sia su strada (sotto), che ai piani più alti del complesso di edifici (sopra). Tutti questi luoghi, inoltre, sarebbero stati presidiati da una fitta rete di vedette, pronte ad allertare i pusher in caso di interventi da parte delle forze dell’ordine. Inoltre il gruppo criminale avrebbe offerto un servizio” aggiuntivo agli assuntori, mettendo a loro disposizione un intero appartamento (cd. Drug Room) in viale Nitta 12, accanto all’appartamento in cui spacciavano, per consentire di consumare la sostanza in tutta sicurezza, al riparo da occhi indiscreti.
I cinque appartamenti, di proprietà dello IACP, che sarebbero stati destinati ad ospitare le piazze di spaccio sono stati oggetto di sequestro preventivo perché abusivamente occupati. Nel corso dell’attività d’indagine, a riscontro delle investigazioni, i carabinieri hanno arrestato 23 soggetti per condotte connesse a spaccio di sostanze stupefacenti, sequestrando oltre 4 chili di sostanze stupefacenti, tra cocaina, crack e marijuana, denaro contante per oltre 5 mila euro, oltre a 18 catalizzatori e 2 gruppi ottici di un’autovettura Smart, tutti provento di furto, che sarebbero stati utilizzati dagli acquirenti come metodo di pagamento in cambio delle dosi di stupefacente. Le indagini hanno consentito altresì di registrare come l’associazione avesse più volte tentato di riorganizzare la dislocazione delle proprie piazze di spaccio, cambiando gli appartamenti dove avvenivano le cessioni, poiché messa alle strette dai continui arresti e sequestri operati dai carabinieri del nucleo operativo Catania Fontanarossa.