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Cronaca

Linguaglossa, tecnici del SASS intervenuti a Piano Provenzana per soccorrere gitante

Sull’Etna una donna è rimasta ferita a causa di una caduta, mentre nel palermitano a Piano Battaglia SASS impegnato in 12 interventi

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I tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano sono intervenuti, nel pomeriggio di oggi, sul versante nord dell’Etna,  in territorio di Linguaglossa, per salvare una donna rimasta ferita a seguito di una caduta. Il personale del SASS era stato allertato dai sanitari del presidio di guardia medica di Piano Provenzana.  La donna, infortunatasi a causa di una rovinosa caduta sul terreno ghiacciato mentre scivolava lungo un declivio a bordo di una cosiddetta “padella”, è stata recuperata dalle squadre di soccorso che, dopo averla immobilizzata, hanno provveduto a trasportarla mediante barella portantina fuori dalla zona impervia ed innevata, fino all’ambulanza del 118 intervenuta sul posto. Presenti anche i militari del SAGF della Guardia di Finanza di Nicolosi.

Tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano che sono stati impegnati, tra ieri e oggi, nella località montana di Piano Battaglia, nel palermitano.  Dodici gli incidenti, di cui quattro causati da “slittini pirata”,  in cui gli esperti del SASS sono stati chiamati ad intervenire. In particolare oggi sono stati sette gli incidenti, di cui due provocati da slittini che hanno travolto una dodicenne di Trapani, soccorsa per un trauma cranico, e una quarantasettenne di Mazzarino che ha riportato una contusione alla schiena. Grave anche un ventisettenne di Nicosia per una rovinosa caduta con gli sci che gli ha causato una distorsione al ginocchio sinistro, una contusione al gomito sinistro e un trauma addominale. Una ventunenne di Cefala Diana si è fratturata una gamba cadendo mentre scendeva da un pendio con una “paletta”. Una trentottenne trapanese è stata portata alla guardia medica per la sospetta frattura del polso destro dopo essere scivolata sulla neve ghiacciata. Una donna di 43 anni di Erice è stata invece soccorsa per un malore causato probabilmente da una crisi ipoglicemica.  Un bimbo di 3 anni si è procurato traumi alle dita di una mano rimasta schiacciata nel cofano dell’automobile del padre.
Ieri gli interventi erano stati cinque. Il più grave ha riguardato un uomo di 22 anni, residente a Gela, che si era procurato una sospetta lesione alla colonna vertebrale cadendo mentre scendeva con lo snowboard. Due gli incidenti provocati da “slittini pirata” che hanno travolto un bambino di 5 anni di Naro, soccorso per un trauma facciale, e una quarantunenne di Altofonte con un trauma al gomito destro. Un dodicenne di Altavilla Milicia si era procurato un trauma al ginocchio sinistro cadendo con gli sci mentre un suo coetaneo di Alcamo un trauma alla gamba destra dopo essere caduto rovinosamente scivolando sulla neve con una “padella”.

Cronaca

Bronte, lavoro nero o fittizio per 11 ai domiciliari

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Il Comando Provinciale Carabinieri di Catania, durante una campagna di controllo “a tappeto” rivolta ai beneficiari delle misure di detenzione alternative al carcere ed in particolare a coloro i quali era stato consentito di svolgere un attività lavorativa all’esterno dei luoghi di espiazione della pena, ha scovato complessivamente undici soggetti impiegati “in nero” o che svolgevano fittiziamente l’attività lavorativa ed elevate contravvenzioni per 35.000 euro.

Obiettivo di tale peculiare attività, svolta dalle 2 Tenenze e 61 Stazioni Carabinieri capillarmente distribuite su tutta la Provincia etnea, con il supporto dei colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro, è stato dunque quello di vigilare sul rispetto degli obblighi connessi alla concessione dell’autorizzazione a recarsi al lavoro, garantendo al tempo stesso l’osservanza delle norme sulla sicurezza nel settore lavoristico e in materia di legislazione sociale da parte delle ditte resesi disponibili ad assumere questa tipologia di dipendenti.

Tra luglio e agosto, sia in città che su tutto il territorio della Provincia di Catania, i Carabinieri hanno pertanto proceduto al controllo di 150 individui ai domiciliari presso le altrettante aziende che avevano offerto loro un impiego.

Nell’ambito di tale contesto operativo, i Carabinieri della Compagnia di Randazzo, unitamente ai colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania, hanno controllato diverse aziende operanti nel settore agroalimentare di Bronte, al cui esito hanno scoperto 11 lavoratori in nero ed elevato sanzioni per oltre 35mila euro.

Nello specifico, durante un controllo di un’azienda agroalimentare sita in Contrada Roccarello, è stato controllato un operario adranita di 39 anni, il quale, da accertamenti è risultato essere sottoposto alla misura di prevenzione personale della Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di soggiorno, il quale non era stato regolarizzato per tutti i periodi in cui aveva lavorato per quella stessa azienda, pertanto per il titolare è scattata la maxi sanzione per lavoro nero pregresso dell’importo di 3.600 euro. Successivamente, dall’ispezione effettuata presso un’altra azienda agricola in Contrada Ginestrola, i militari hanno accertato che su 15 operai presenti al momento in azienda, ben 10 risultavano irregolari, in quanto non risultavano mai essere stati assunti né sottoposti alla prevista sorveglianza sanitaria. Il titolare dell’azienda è stato denunciato per omessa sorveglianza sanitaria dei lavoratori e contestualmente gli è stata comminata la multa di oltre 225.000 euro e l’emissione a suo carico di un provvedimento di sospensione dell’attività lavorativa. Infine, grazie all’attività degli operanti, è stato possibile recuperare contributi previdenziali ed assistenziali per 99.800 euro.

 

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Cronaca

Adrano, arrestato un 32enne per atti persecutori nei confronti della ex fidanzata

La relazione tra i due giovani sarebbe terminata perché la donna ha scoperto che il fidanzato avrebbe fatto uso di sostanze stupefacenti, ma anche il ragazzo sarebbe stato concorde con la ex, per poi pentirsene provando a riconquistarla

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Ad Adrano un uomo di 32 anni è stato arrestato dai carabinieri della locale stazione per atti persecutori nei confronti della ex fidanzata di 31 anni.  L’uomo è finito agli arresti domiciliari con dispositivo elettronico di controllo e con il divieto di comunicare con la persona offesa e con i suoi familiari.  Le indagini hanno fatto luce sulle condotte abituali e reiterate che sarebbero state poste in essere dal giovane, spesso sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, dallo scorso mese di marzo fino a qualche giorno fa, nei confronti della ragazza.

La relazione tra i due giovani sarebbe terminata perché la donna ha scoperto che il fidanzato avrebbe fatto uso di sostanze stupefacenti. Da parte sua il 32enne avrebbe posto fine alla loro relazione, per poi pentirsene dopo qualche settimana e cercare di riconquistarla. In tale contesto sarebbero iniziati i tentativi di contattare la ex mediante telefonate, messaggi e attraverso l’uso di tutti i canali social; il giovane avrebbe anche provato ad approcciare la ex contattando i suoi amici e familiari ma, dallo scorso mese di marzo, la donna ha deciso di non rispondere all’ex fidanzato. Nello scorso mese di luglio il 32enne si sarebbe appostato presso la casa di villeggiatura della ragazza per due ore, impedendole così di uscire. Due giorni dopo l’avrebbe nuovamente raggiunta e, aggrappatosi al cancello di ingresso, l’avrebbe sbattuto con forza.  Infine la notte successiva, sarebbe riuscito ad aprire il cancello della villetta di campagna e ad entrare in casa.

La ragazza, terrorizzata, si sarebbe nascosta al piano superiore dell’abitazione e sarebbe stata sua madre a bloccare il giovane all’ingresso e impedirgli di raggiungere la figlia.  Lo stalker si sarebbe allontanato, minacciando che “Non sarebbe finita qui” solo dopo l’arrivo del fratello della ex, il quale gli avrebbe detto con tono piuttosto deciso che avrebbe contattato le forze dell’ordine qualora lui non fosse andato via.  La documentazione prodotta dalla vittima in sede di querela ha dimostrato gli ossessivi tentativi praticati dall’indagato – coinvolgendo anche terze persone- di imporre un canale comunicativo alla ex compagna. La giovane, inoltre, ha più volte manifestato di essere consapevole della personalità dell’uomo e delle problematiche derivanti dall’uso di sostanze stupefacenti e ha manifestato il timore che l’ex potesse farle del male, aggiungendo anche di avere avuto la necessità di rivolgersi ad uno specialista “affinchè potesse curarla dall’ansia legata alla situazione che stava vivendo”.

 

 

 

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