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Cronaca

Motta Sant’Anastasia, arrestato 43nne per maltrattamenti in famiglia

A chiamare i carabinieri il personale medico del 118 che è stato aggredito dall’arrestato, intervenuti a casa dell’uomo su richiesta della moglie di quest’ultimo

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Sono stati momenti di tensione quelli vissuti a Motta Sant’Anastasia l’altra notte,in un’abitazione situata nella periferia del paese,dove i carabinieri sono intervenuti arrestando un 43enne catanese per maltrattamenti in famiglia. I militari del locale comando stazione, impegnati in attività di contrasto e prevenzione della criminalità diffusa, sono giunti in pochi minuti presso l’appartamento dove sarebbe avvenuta l’aggressione e dove si trovavano i sanitari del 118, intervenuti su richiesta della moglie per soccorrere il marito; personale sanitario che è stato aggredito proprio da quest’ultimo.

In particolare, al personale medico la donna ha riferito che il coniuge avrebbe avuto una crisi respiratoria, ma invece sembra che fosse ubriaco. Da quanto verificato dalle forze dell’ordine la donna, che aveva già denunciato il 43enne per maltrattamenti nel 2022, riaccogliendolo poi in casa, ha sollecitato l’aiuto del 118 dopo l’ennesima aggressione del marito che, tornato a casa sotto i fumi dell’alcool, avrebbe rotto mobili e oggetti, lanciandole contro anche dei cassetti, per poi costringerla ad avere un rapporto sessuale.

In quei concitati momenti, i paramedici non sono riusciti a calmarlo, anzi sono stati percossi dall’esagitato, decidendo, così, di chiedere l’intervento dei carabinieri che hanno alla calma l’uomo. Alcuni militari hanno tranquillizzato la donna e i medici, altri hanno raccolto le dichiarazioni dei condomini che, a loro volta, sono accorsi in precedenza per fermare l’ira del vicino, venendo anche loro assaliti e spintonati giù per le scale.

In casa della coppia i carabinieri hanno così trovato inequivocabili tracce di violenza, come mobili e porte rotte e,per le scale condominiali,una finestra in frantumi e pezzi di vetro sparsi, oltre a tracce di sangue. Il 43enne è finito in carcere.

Cronaca

Catania, operazione “Cemento”, sgominati due gruppi dediti traffico e spaccio di droga

Sodalizi criminali impegnati l’uno nella distribuzione minuta di droghe e l’altro nel traffico della cocaina approvvigionata dalla Calabria

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La Polizia di Stato di Catania, dalle prime ore di questa mattina, con circa 200 operatori è stata impegnata nell’esecuzione di un’ordinanza con cui il Giudice per le Indagini Preliminari presso il locale Tribunale, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia etnea, ha disposto 18 misure cautelari personali nei confronti di numerosi soggetti a vario titolo indagati e con differenti profili di responsabilità dei delitti di associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e crack.

Con l’operazione “Cemento” è stata documentata l’esistenza di due cellule criminali impegnate l’una nella distribuzione minuta di droghe e l’altra nel traffico della cocaina approvvigionata dalla Calabria.

Nel corso delle indagini sono state arrestate diverse persone in flagranza di reato e sono stati sequestrati 6,25 chili di cocaina, suddivisi in panetti e denaro contante per un importo di oltre 78.000 euro. Il Gip ha inoltre disposto il sequestro in via d’urgenza di beni mobili e immobili riconducibili ad alcuni degli indagati. Ad alcuni degli indagati il provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere.  Gli agenti della Squadra Mobile si sono avvalsi della collaborazione dei colleghi di Enna ed hanno agito sotto il diretto coordinamento della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato con l’invio di diversi equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine a cui si sono aggiunte unità della locale Questura e delle sue articolazioni e unità specializzate come Polizia Scientifica, Reparto Mobile e anche di un elicottero del Reparto Volo).

Secondo quanto accertato, a spacciare al minuto cocaina e crack sarebbe stato un gruppo capeggiato da Antonino Cocuzza, che si sarebbe avvalso della collaborazione del genero, Sebastiano Giovanni Buda, che avrebbe gestito due lucrose piazze di spaccio, una operativa in via Palermo, l’altra nel rione del Villaggio Sant’Agata.

Inoltre  nel corso delle indagini è stata ricostruita l’esistenza e l’operatività di un altro gruppo, imperniato sullo stretto legame di parentela tra i vari associati, attivo nel traffico di ingenti quantitativi di cocaina. Tale sodalizio sarebbe stato capeggiato da Francesco Platania inteso “Francu do cemento”.

Una delle basi operative del gruppo capeggiato da quest’ultimo sarebbe stata individuata nel rione San Cristoforo, presso una rivendita per prodotti edili, dove sarebbero state registrate diverse consegne di cocaina ai numerosi acquirenti. Il canale di approvvigionamento dello stupefacente sarebbe stato localizzato in Calabria.

 

 

 

 

 

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Cronaca

Paternò, indagini in corso per individuare chi ha gambizzato il 55enne lunedì sera

Il fatto di sangue potrebbe essere collegato a motivi economici ma gli investigatori non escluderebbero al momento nessuna altra ipotesi

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L’uomo di 55 anni, ferito ad una gamba da un colpo di fucile caricato a pallettoni, è ricoverato all’ospedale Santissimo Salvatore di Paternò e non è in pericolo di vita.  Il fatto di sangue è avvenuto intorno alle 20.30 di lunedì nel rione Gancia, nello spiazzo tra via Puglisi e via Antoninello, alle spalle della Chiesa del Carmine.

In corso le indagini per identificare (probabilmente le forze dell’ordine ne sono già a conoscenza ma al momento mantengono il massimo riserbo) l’autore del ferimento. Si cerca anche di capire  se colui che ha esploso dei colpi dal fucile abbia avuto dei complici oppure abbia agito da solo. A soccorrere il cinquantacinquenne un conoscente della vittima il quale, a bordo della propria auto, ha notato il ferito che camminava a piedi, muovendosi con una certa difficolta, anche se con passo accelerato.

Poi il ferito è stato condotto al vicino pronto soccorso dell’ospedale Santissimo Salvatore, dove è stato sottoposto alle cure del caso. Sul fatto i carabinieri della locale compagnia, come si diceva, hanno avviato le indagini per fare chiarezza sull’accaduto. Il fatto di sangue potrebbe essere collegato a motivi economici. Tuttavia gli investigatori non escluderebbero al momento nessuna altra ipotesi. Un aiuto alle indagini potrebbe arrivare anche dalle telecamere di video sorveglianza presenti in zona.

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