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Referendum, com’è andata?

L’elettorato ha disertato le urne. Vince l’astensionismo come mezzo per dire NO. Sconfitto il senso civico.

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Si è appena conclusa la fase consultiva che ha sottoposto “all’attenzione” dell’elettorato attivo i 5 quesiti referendari.

Quattro, come sappiamo, per disciplinare i rapporti di lavoro tra aziende e impiegati e l’ultimo in materia di cittadinanza agli stranieri.

Cinque quesiti sottoposti “all’attenzione” dicevamo, anche se parrebbe proprio che l’aspetto più minato sia stato esattamente quello relativo a quest’attenzione: l’elettorato più indifferente si è trovato esposto alla “voluta?” disinformazione se non al malcelato invito all’astensionismo, contrario al senso civico.

L’elettorato che invece ha scelto di partecipare attivamente alla vita democratica del Paese, ha dovuto fermarsi, disconnettersi dalle indicazioni, sempre fin troppo astiose, dell’una o dell’altra forza di governo e quindi leggere e documentarsi, ragionare e infine scegliere.

Va da sé che il quorum non è stato raggiunto con il 30,58 % circa degli italiani andati alle urne.

Forse occorrerebbe un momento di silenzio per fermarsi a riflettere sul fatto che non tutti riescono a riconoscere il valore del voto libero, informato e consapevole come strumento per incidere sulla realtà in cui vivono.

Tra le regioni col più alto numero di votanti si contano la Toscana con il 39,10%, l’Emilia Romagna con il 38,09% seguite dal Piemonte col 35,18%.

In Sicilia ha espresso il voto il 23,11% circa dei votanti. L’isola si attesta tra le ultime regioni d’Italia ad avere votato, insieme alla Calabria, con il 23,81 e al Trentino con il 22,70%.

Nella provincia di Catania ha votato in tutto il 24,02% degli aventi diritto, con il comune di Sant’Agata Li Battiati in testa con il 31,32% di votanti, per finire all’appena 10,95% di Mazzarrone.

Quanto alla percentuale di votanti a Paterno’, nel totale delle 47 sezioni, la cifra dei votanti ammonta al 22,28%.

Ovvio infine che dalle operazioni di spoglio ancora in corso in queste ore stanno vincendo i SI. Ciò conferma che si sono recati alle urne solo coloro che avevano intenzione di abrogare in parte o del tutto alcune delle norme vigenti. Coloro che invece erano per il NO in toto, hanno preferito rimanere a casa, dimenticando che sulla scheda avrebbero trovato la casella per il SI insieme e accanto a quella per il NO.

E intanto arrivano i primi commenti di due siciliani, personalità di spicco del panorama politico:  “Il referendum, nonostante l’esito negativo determinato dal forte astensionismo, deve accendere una fiammella di speranza anche in Sicilia. Nonostante tutto, il numero di siciliane e siciliani che si sono presentati ai seggi tra domenica e oggi supera o comunque equipara quello degli elettori che hanno sostenuto Meloni al Senato e votato Schifani alle ultime elezioni regionali”. Così il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo commentando l’esito del referendum in Sicilia.  “Il compito del Pd e del centrosinistra – aggiunge– è rassicurare questo zoccolo duro di elettorato che già fu sufficiente al centrodestra a vincere le elezioni. Bisogna proseguire per consolidarlo, lavorando su queste politiche e sul perimetro delle battaglie che hanno animato il referendum. I diritti dei lavoratori, dell’accoglienza e della cittadinanza sono temi che – conclude – ci appartengono e sui cui non possiamo fare nessun passo indietro”.

Dal fronte opposto arriva la replica di Anastasio Carrà, deputato della Lega: “Dice Landini che il sindacato deve tornare a imparare e ascoltare i cittadini. Mai stato così d’accordo con il segretario della Cgil. Se forse lo avesse fatto prima, invece di scatenare un referendum contro il governo e contro il centrodestra, forse avremmo  potuto immaginare un epilogo leggermente diverso da quello di cui parliamo oggi. Il quorum non è stato raggiunto, in Sicilia siamo addirittura sotto alla media nazionale con circa il 23%. Quando si cerca di prendere in giro gli italiani, i risultati sono questi” 

Cronaca

Biancavilla, incendio all’interno della comunità terapeutica “Cristo Re”

Sul posto i soccorritori. Ci sarebbero intossicati

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Un incendio si è sviluppato nella tarda serata di oggi all’interno della Comunità Terapeutica Assistita “Il Cenacolo Cristo Re” via San Placido a Biancavilla. L’allarme sarebbe scattato quando le fiamme hanno iniziato a propagarsi all’interno della struttura, producendo densi fumi che hanno reso necessaria l’evacuazione di una parte dei presenti. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco del comando provinciale, che hanno lavorato per circoscrivere il rogo e mettere in sicurezza l’area.

Diverse ambulanze del servizio 118 hanno raggiunto la comunità terapeutica per prestare i primi soccorsi. Due persone sarebbero rimaste intossicate a causa dell’inalazione dei fumi sviluppatisi durante l’incendio. Entrambe sono state immediatamente trasferite in ospedale per ricevere le cure necessarie.

Al momento non sono ancora note le cause che hanno scatenato l’incendio né l’entità dei danni strutturali riportati all’interno della comunità terapeutica. I Vigili del Fuoco stanno conducendo i rilievi del caso per determinare l’origine del rogo e le autorità competenti hanno avviato le indagini per accertare le dinamiche dell’accaduto. Al momento le condizioni delle due persone intossicate non sono state rese note, ma si trovano sotto osservazione medica presso le strutture ospedaliere dove sono state trasferite.

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Cronaca

Incendi, ieri 380 roghi in Sicilia. Schifani: “Vicino a cittadini e grato a operatori e volontari”

I più gravi a Niscemi, in provincia di Caltanissetta; nel Trapanese, dove i roghi hanno interessato le zone di Monte Cofano, Custonaci, Makari, San Vito Lo Capo, Riserva naturale orientata dello Zingaro; a Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo; nell’Ennese; a Biancavilla e a Messina.

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“Ho seguito in costante collegamento con il comandante del Corpo forestale regionale, Tea Di Trapani, e con il capo della nostra Protezione civile, Salvo Cocina, a sua volta in contatto con il direttore regionale dei vigili del fuoco, l’evolversi degli incendi che hanno nuovamente colpito numerose zone della Sicilia, in queste ore di caldo estremo. Sono rimasto molto colpito dalle immagini della devastazione causata dalle fiamme in alcune località, come nel Trapanese, dove tante famiglie sono state costrette, per precauzione, a lasciare le loro case. A loro va la mia vicinanza. Allo stesso tempo, ringrazio quanti si sono prodigati prontamente per spegnere i roghi e per limitare i pericoli per la popolazione e i danni per l’ambiente. L’intero sistema antincendio  – Vigili del fuoco, Corpo forestale, Protezione civile e volontari – ha operato in maniera lodevole e coraggiosa e ad essi va la gratitudine mia e dei siciliani. I numeri danno la dimensione di quanto avvenuto nelle ultime ore, a causa della mano criminale di piromani senza scrupoli”.  Lo ha detto il presidente della Regione, Renato Schifani, in merito agli incendi che hanno colpito la Sicilia tra il 24 e la mattina di sabato 26 luglio, anche per la concomitanza di temperature estremamente alte e dei forti venti che hanno imperversato nelle aree più colpite.

 

Nella giornata di ieri sono stati registrati 380 eventi, grandi e piccoli, in quasi tutta l’Isola: i più gravi a Niscemi, in provincia di Caltanissetta; nel Trapanese, dove i roghi hanno interessato le zone di Monte Cofano, Custonaci, Makari, San Vito Lo Capo, Riserva naturale orientata dello Zingaro; a Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo; nell’Ennese; a Biancavilla, in provincia di Catania; e a Messina.

 

Gli interventi hanno coinvolto centinaia di mezzi a terra e migliaia di uomini, tra operai antincendio, vigili del fuoco e volontari. Sul fronte aereo sono stati impiegati 10 elicotteri del Corpo forestale regionale, un S64 dei vigili del fuoco, due velivoli pesanti della flotta nazionale, oltre ai due Canadair di base in Sicilia, affiancati per l’occasione da un terzo fatto arrivare dalla Calabria.

 

“La Regione – ha aggiunto Schifani – ha rafforzato l’apparato antincendio e l’impegno su questo fronte è massimo e costante. Basti pensare alla Sala operativa unificata regionale inaugurata lo scorso giugno a Palermo per coordinare le forze in campo e potenziare la vigilanza, anche grazie alle convenzioni stipulate con i Vigili del fuoco e alle centinaia di pattugliamenti fatti dai volontari. Anche diversi sindaci sono scesi in campo. Quella contro gli incendi è una lotta corale che coinvolge tutti e per la quale non ci possono essere speculazioni politiche. Per questo rivolgo un invito anche ai cittadini a segnalare per tempo ogni focolaio, ma anche qualsiasi atteggiamento sospetto perché intervenire tempestivamente può contribuire a ridurre rischi e danni per la popolazione».

 

“Quest’anno abbiamo ampliato la convenzione con i Vigili del fuoco così da avere un controllo più capillare del territorio e attivato la centrale unificata per coordinare tutte le forze in campo – spiega l’assessore regionale al Territorio, Giusi Savarino – il nostro auspicio è quello di confidare anche nei cittadini affinché segnalino tempestivamente al numero di emergenza 1515 ogni principio di incendio e chi appicca il fuoco – e continua -. In Sicilia abbiamo delle bellezze naturali e un patrimonio ambientale inestimabile che dobbiamo proteggere con ogni mezzo, contro gli atti criminali di chi manda in fumo ettari di terreno causando danni paesaggistici e alla popolazione. Noi stiamo mettendo in campo tutte le risorse possibili, e ringrazio tutti per gli sforzi e la passione che mettono per evitare queste devastazioni e per difendere il nostro territorio”.

 

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