Non solo centri storici e periferie delle città, ma anche parchi e riserve naturali. I servizi di controllo ad opera dei carabinieri si estendono a macchia d’olio, nelle loro aree di pertinenza, al fine di contrastare l’attività venatoria clandestina in particolare all’interno di zone protette dei parchi, nel dettaglio in quello dei Nebrodi, delle Madonie e dei Monti Peloritani.
Proprio in quest’ottica, i carabinieri del comando stazione di Randazzo, con il supporto dei colleghi dello Squadrone Eliportato Cacciatori di “Sicilia”, hanno sorpreso un 60enne e un 44enne, padre e figlio che cacciavano in un luogo in cui vigeva un divieto.
I due sono stati rintracciarti e bloccati in contrada Casa Baiardo, in territorio di Randazzo. Dopo aver udito il rumore dell’esplosione di colpi di arma da fuoco, i militari hanno notato una jeep parcheggiata nei pressi di Casa Demanio Roccabellia e poi, poco distante, i due uomini.
L’area in cui si trovava la coppia era munita di cartello che segnalava il divieto di caccia, ma i due in barba al divieto, erano entrati nel parco armati e avevano già predato delle beccacce e un maialino nero. Armati di fucili, uno calibro 12 e 43 cartucce e l’altro calibro 20 con 23 cartucce a munizionamento spezzato e 3 cartucce da caccia calibro 12 a palla unica che sono stati sequestrati. I due cacciatori sono stati penalmente denunciati per introduzione di armi ed esercizio della caccia nei parchi naturali regionali.