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In Primo Piano

S.M.Di Licodia al collasso tra rifornimenti chiusi e Bancomat inaffidabili

I cittadini lamentano: “Un paese al collasso, senza servizi essenziali”

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Un paese al collasso, senza servizi essenziali” . È questo il grido d’allarme di tanti cittadini licodiesi che in questi giorni stanno vivendo non pochi disagi legati al mancato funzionamento dei rifornimenti di carburante presenti sul territorio comunale. “Fuori servizio” o “chiuso per problemi tecnici” sono i cartelli presenti nei due distributori automatici di carburante licodiesi che hanno mandato su tutte le furie gli abitanti del piccolo centro etneo. Non è noto se e quando questi rifornimenti riapriranno ma la certezza è che tale disservizio sta costringendo gli abitanti a spostarsi verso comuni limitrofi per fare carburante. Tre sono i rifornimenti presenti nel comune di cui uno al momento è in fase di ristrutturazione totale, chiuso ormai da diversi mesi.

Come se non bastasse, a far saltare i nervi, anche il funzionamento altalenante del bancomat dell’ufficio Postale di via Pirandello, unico  sportello automatico disponibile in paese, che è frequentemente fuori uso soprattutto nel fine settimana quando si esaurisce la disponibilità di denaro erogabile. Senza la possibilità di prelevare contante, molti cittadini sono costretti a recarsi nei comuni vicini anche per le operazioni più semplici.

In un clima di sfacelo come quello già descritto, a tornare in auge principalmente sui social è la questione “banche”. Ormai da diversi anni, infatti, il comune etneo è privo di un istituto bancario. Un’assenza, questa, che crea enormi difficoltà soprattutto per gli anziani e per coloro che non hanno la possibilità di spostarsi facilmente. La banca più vicina si trova a chilometri di distanza, nei paesi di Biancavilla o Paternò, e per chi non dispone di mezzi propri o ha difficoltà a muoversi, svolgere operazioni bancarie diventa un’impresa ardua. L’assenza di una banca implica anche la mancanza di un punto di riferimento per le piccole e medie imprese locali, che devono gestire le loro finanze in modo più complesso e dispendioso. Su questo fronte, diversi sono stati i tentativi sia della politica locale che di liberi cittadini di poter riportare una banca in paese, tutti rimasti ad oggi infruttuosi.

 

Cronaca

Giarre, terreno abbandonato trasformato in base per lo spaccio, arrestati due uomini

Recuperati complessivamente oltre un chilogrammo di marijuana, 63 grammi di crack e 132 grammi di cocaina, un bilancino elettronico di precisione e denaro e denaro contante

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A Giarre i carabinieri della locale compagnia hanno arrestato in flagranza due uomini, rispettivamente di 27 e 22 anni, residenti a Mascali e Giarre, in quanto i militari li hanno sorpresi in un terreno abbandonato alla periferia della città, utilizzato come base operativa per il confezionamento delle dosi di droga da destinare allo spaccio.

I carabinieri della locale compagnia, dopo una specifica indagine fatta di appostamenti e pedinamenti, grazie anche all’ausilio dei colleghi “Cacciatori di Sicilia”, sono entrati in azione i due uomini si stavano recando presso il fondo agricolo. Qui, i militari li hanno colti di sorpresa proprio mentre erano intenti a gestire lo stupefacente, impacchettandolo per la vendita.

Bloccati e messi in sicurezza, gli investigatori hanno iniziato a perquisire l’intera area, recuperando complessivamente oltre un chilogrammo di marijuana, 63 grammi di crack e 132 grammi di cocaina, un bilancino elettronico di precisione e denaro contante per ben 2.500 euro.

Le perquisizioni sono state estese anche alle abitazioni dei due giovani e, a casa del 27enne, i carabinieri hanno sequestrato ulteriori 12 grammi di marijuana e altri 4.500 euro, somma che, molto probabilmente, il pusher aveva già incassato per la vendita della droga. Tutta la sostanza stupefacente e il denaro rinvenuto sono sequestrati mentre i due uomini sono finiti ai domiciliari.

 

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In Primo Piano

SS. 284: Sottopasso Scalilli, degrado a 360°

Scalilli, la protesta dei residenti: “Viviamo in una discarica, nessuno interviene”

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Stanchi, sfiduciati e arrabbiati. È questo lo stato d’animo dei residenti della zona che gravita attorno al sottopasso di Scalilli, lungo la strada statale 284, da tempo trasformata in una discarica abusiva a cielo aperto.

Cumuli di rifiuti di ogni tipo occupano ogni angolo della zona, tra sacchi neri, elettrodomestici dismessi, materiali edili e scarti di ogni genere. Come se non bastasse, gli stessi rifiuti vengono periodicamente dati alle fiamme da ignoti, aggravando ulteriormente le condizioni ambientali e mettendo a rischio la salute pubblica.

Nonostante numerose segnalazioni alle autorità competenti, gli abitanti denunciano di non aver ottenuto alcuna risposta concreta. “È una situazione che va avanti da troppo tempo — racconta un residente — e anche la stampa se n’è occupata più volte. Ma nulla è cambiato”.

La strada, già martoriata dai rifiuti, presenta inoltre un manto stradale dissestato, con grosse buche che rendono pericoloso e difficoltoso il transito dei veicoli. Un problema doppio: ambientale e infrastrutturale.

In mancanza di interventi, i cittadini cercano di far sentire la propria voce documentando quotidianamente il degrado. Fotografano gli accumuli di immondizia, le voragini sull’asfalto, e inviano segnalazioni, sperando che, prima o poi, qualcosa si muova.

Nel frattempo, Scalilli resta un angolo dimenticato, dove il degrado sembra ormai essersi radicato, e dove i cittadini si sentono sempre più soli e invisibili.

 

 

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