Connect with us

In Primo Piano

S.M. di Licodia, oltre 3600 le multe elevate in un mese di autovelox

Gli automobilisti più indisciplinati quelli che percorrono il vecchio tratto della Ss121

Pubblicato

il

Un mese di attività, 3676 sanzioni per eccesso di velocità, poco più di 391 mila euro di multe elevate. Sono questi alcuni dei numeri emersi negli scorsi giorni in merito all’accertamento delle entrate per le infrazioni elevate relativamente al codice della strada commesse sul territorio di Santa Maria di Licodia nel periodo compreso tra il 1 gennaio ed il 31 marzo di quest’anno. Un popolo di automobilisti indisciplinato, che non rispetta i limiti di velocità e che corre sulle strade incurante del pericolo, quello che è transitato sul territorio comunale licodiese dove negli ultimi giorni di febbraio scorso erano stati installati due autovelox posizionati rispettivamente sul vecchio tratto della Ss121 e sulla Ss284. Più di 3600 infrazioni per eccesso di velocità, dunque, quelle registrate dai sistemi informatici – rilevate principalmente dall’autovelox posto sulla Statale 121 – che  hanno permesso al comune di poter accertare un “potenziale” incasso di poco più di 391 mila euro.

Ma Licodia non riscuote solo dagli autovelox. Nell’accertamento delle entrate effettuato dal comandante della Polizia Municipale Giovanni Caruso, rientrano anche 64 sanzioni relative agli stalli blu (2688,00 euro), 4 per violazione del codice della strada (984,80 euro) e 1 per violazione di altri regolamenti comunali (50,00 euro) che fanno aumentare gli accertamenti di entrata a 395 mila euro. Secondo quanto appreso da fonti interne al Comune, sarebbero 50 mila gli euro già entrati nelle casse comunali relativamente ai verbali elevati nei primi tre mesi dell’anno. Adesso, sarà compito degli uffici comunali competenti riscuotere tutte le somme vantante per le trasgressioni effettuate da cittadini indisciplinati.

Cronaca

Catania, scoperta sala giochi abusiva in un circolo privato, sanzioni per 132 mila euro

Scovati dalla Polizia di stato 12 apparecchi elettronici destinati al gioco, sapientemente celati nel circolo e le apparecchiature sono risultate del tutto irregolari perché appartenenti alla categoria vietata dalla normativa vigente

Pubblicato

il

A Catania un blitz della Polizia di Stato in un circolo privato di via Canfora ha permesso di scoprire una sala giochi allestita senza alcuna autorizzazione e in violazione delle norme di settore.

L’intervento si inserisce nell’ambito delle attività predisposte dal Questore per contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo illegale e della ludopatia. Sono stati gli agenti della Squadra Amministrativa della Divisione PAS della Questura a monitorare attentamente i movimenti attorno al circolo privato, ritenendo particolarmente fondato il sospetto di un’attività illecita svolta all’interno.

L’osservazione scrupolosa dell’intera zona ha assicurato il successo dell’operazione dei poliziotti che, nel momento dell’intervento, sono riusciti a bypassare il sofisticato sistema di videosorveglianza, installato dai responsabili del circolo, evidentemente, per impedire qualsivoglia tipologia di controllo delle Forze di Polizia.

Una volta all’interno, gli agenti della Squadra Amministrativa della Divisione PAS hanno ispezionato i locali scovando ben 12 apparecchi elettronici destinati al gioco, sapientemente celati nel circolo. Le apparecchiature sono risultate del tutto irregolari perché appartenenti alla categoria vietata dalla normativa vigente; infatti erano prive del necessario nulla osta da parte dell’Agenzia delle dogane e dei Monopoli e non collegate alla rete nazionale per il pagamento erariale.

I poliziotti hanno proceduto a sequestrare tutte le apparecchiature e hanno elevato nei confronti dei titolari del circolo sanzioni amministrative per un totale di 132 mila euro.

 

Continua a leggere

giudiziaria

Morte Stancampiano, giudizio immediato per il proprietario di casa che lo uccise durante furto

Secondo la Squadra Mobile, Stancampiano e un complice avrebbero tentato un furto nell’abitazione dell’imputato, il quale, rientrando a casa li ha sorpresi e durante una colluttazione con un coltello li avrebbe colpiti

Pubblicato

il

foto Ansa

A Reggio Calabria inizierà il 27 dicembre il processo per Francesco Putortì, il macellaio di 48 anni accusato di aver ucciso Alfio Stancampiano, di 30 anni originario di Catania, che il 28 maggio era entrato all’interno della sua abitazione in contrada Oliveto di Rosario Valanidi, e di avere ferito Giovanni Bruno, di 46 anni anche lui catanese. Come richiesto dal pubblico ministero che ha coordinato le indagini, Nunzio De Salvo, nei confronti di Putortì, difeso dagli avvocati Giulia Dieni e Natale Polimeni, è stato disposto il giudizio immediato.

Dopo un periodo di detenzione in carcere, l’imputato è adesso sottoposto agli arresti domiciliari ed è accusato di omicidio volontario e tentato omicidio.   Stando alle indagini della Squadra Mobile, Stancampiano e Bruno avrebbero tentato un furto nell’abitazione di Putortì, il quale, rientrando a casa, li ha sorpresi al piano superiore dello stabile. A quel punto, il macellaio, secondo il suo racconto, ha preso un coltello e durante una colluttazione ha colpito i due ladri che poi sono fuggiti facendo cadere le pistole che avevano appena rubato e che erano legalmente detenute da Putortì.

Una ricostruzione che non ha convinto gli inquirenti, secondo i quali, invece, l’uomo avrebbe accoltellato i due alle spalle mentre scappavano.  Il primo accoltellato, Alfio Stancampiano, è stato abbandonato dai complici nei giardini dell’ospedale reggino “Morelli”, dove poi è morto, mentre il secondo, Giovanni Bruno, dopo aver traghettato per la Sicilia, è stato costretto perché ferito a recarsi all’ospedale di Messina. Non è escluso che quest’ultimo e i familiari del deceduto decidano di costituirsi parte civile nel processo a carico del macellaio reggino.

 

Continua a leggere

Trending