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Cronaca

S.M. Di Licodia, sequestro di beni milionario a pluripregiudicato

Il sequestro ammonterebbe ad oltre 1 milione di euro di beni

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Nella giornata odierna, su richiesta di questa Procura della Repubblica, i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Catania hanno dato esecuzione ad un un“Decreto di Sequestro di Prevenzione” di beni patrimoniali, finalizzato all’eventuale confisca, emesso dal Tribunale di Catania – Sez. Misure di Prevenzione nei confronti di Calogero Sidoti, pluripregiudicato 63enne di S.M. Di Licodia, contiguo alla famiglia mafiosa “SANTAPAOLA – ERCOLANO”.

La misura di prevenzione scaturisce dalle indagini patrimoniali svolte di iniziativa dal Nucleo Investigativo di Catania – Sezione Misure di Prevenzione e Criminalità Economica in collaborazione con i Carabinieri della locale Stazione di Santa Maria di Licodia che esaminando la situazione finanziaria e le attività economiche tanto dell’uomo, quanto del suo nucleo familiare, relative ad un arco temporale compreso tra il 2010 ed il 2018, avrebbe accertato la formazione illecita dei loro beni.

Sulla scorta di quanto emerso dall’attività investigativa, gli investigatori hanno infatti evidenziato una “notevole sperequazione” tra il reale tenore di vita della famiglia ed i suoi redditi, giustificabile solo attraverso il frutto e il reimpiego dei proventi illeciti generati dall’appartenenza alla criminalità organizzata di Sidoti.

Nello specifico, il 63enne, quale titolare di una società operante nel campo della fornitura di slot machines e dispositivi elettronici per intrattenimento, avrebbe imposto a diversi titolari di bar ed esercizi commerciali presenti su Catania e provincia le apparecchiature ed i videogiochi della sua azienda, approfittando della forza di intimidazione esercitata dall’associazione mafiosa di appartenenza sul territorio, garantendo una percentuale dei guadagni alle casse del clan. Nessun profitto per i clienti, che avrebbero dovuto soltanto accettare questa imposizione, ma guadagni per il clan che avrebbe incassato percentuali su ogni prodotto installato.

Le indagini patrimoniali sono state portate avanti dagli specialisti della Sezione Misure di Prevenzione e Criminalità Economica del Nucleo Investigativo di Catania, che hanno esaminato la situazione economica dell’imprenditore e della sua famiglia, analizzando migliaia di pagine e documenti riguardanti scritture contabili societarie, conti correnti, acquisti e vendite di immobili e di autovetture, arrivando alla conclusione che il suo patrimonio sarebbe stato illecitamente accumulato.

Il sequestro ha riguardato beni patrimoniali del valore di oltre 1 Milione e 100Mila euro. Nello specifico i Carabinieri hanno sequestrato una villa in corso di costruzione sita a Santa Maria di Licodia intestata ad un prestanome di Calogero Sidoti. In merito all’abitazione in questione, gli investigatori hanno evidenziato che l’immobile sarebbe stato interessato da importanti lavori edilizi del valore di oltre 80.000 €, effettuati negli anni 2012-2014, che il prestanome non avrebbe potuto sostenere perché nel periodo di riferimento aveva redditi di gran lunga inferiori a quelli che gli avrebbero consentito una spesa di tale rilevanza.

Inoltre a finire sotto la lente d’ingrandimento dei Carabinieri è stata anche la società “F Games srl” operante nel settore del noleggio, della distribuzione e della assistenza tecnica delle macchinette da gioco, anch’essa sequestrata in quanto considerata “impresa mafiosa” perché gestita dallo stesso Sidoti ancorchè egli formalmente ne fosse semplicemente dipendente.

L’odierno sequestro rappresenta il seguito di una precedente attività investigativa, in merito alla quale gli investigatori hanno ritenuto opportuno svolgere un approfondimento, teso a far luce sulla totalità del patrimonio del licodiese.

Il precedente sequestro ha riguardato in particolare un immobile, in fase di realizzazione, adibito ad uso commerciale ubicato a S. Maria di Licodia e un appartamento di 5 vani con rifiniture signorili ubicato nel centro di Catania. Quel patrimonio, considerato frutto di attività illecite e stimato per il valore di oltre 400mila euro ed è stato sequestrato nell’ambito di una prima fase dell’operazione a Novembre 2022.

Cronaca

Catania, “REstate in allerta” il servizio sos telefonico in aiuto dei lavoratori nei cantieri

A promuoverlo il sindacato , la Fillea Cgil, per segnalare violazioni della legge contro il lavoro durante le giornate troppo calde

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Se lavorando in un cantiere edile la resistenza del proprio fisico viene messa a repentaglio a causa delle temperature estive troppo elevate, il lavoratore edile può segnalare il caso telefonando allo 095 310815.
Si tratta della linea “REstate in allerta”, il nuovo servizio di sos telefonico che dal 29 luglio al 31 agosto viene reso disponibile dalla Fillea Cgil di Catania. E non a caso. La telefonata servirà a segnalare eventuali violazioni della recentissima ordinanza della Presidenza della Regione e della Legge 101/2024 di conversione del Decreto 63/2024, in caso di attività lavorative da svolgersi all’aperto in condizioni climatiche avverse, come appunto il caldo eccessivo.
Il servizio è stato presentato stamattina dal segretario generale della Fillea Cgil di Catania, Vincenzo Cubito, dal segretario generale della Fillea Cgil Sicilia, Giovanni Pistorio e dal segretario generale della Cgil Catania, Carmelo De Caudo, nei pressi del cantiere comunale per la realizzazione della pista ciclabile sopraelevata, aperto di fronte al numero civico 126 di via Cristoforo Colombo. Un cantiere i cui lavori sono fermi e la cui consegna sarà effettuata ben oltre la data prevista dal contratto.
Sottolineano infatti i tre segretari:
“Questo significa che non sarebbero di certo le giornate di stop lavorativo dovuto al gran caldo a rallentare i lavori dei cantieri pubblici. Se ritardi ci sono, e nei cantieri di casa nostra ce ne sono sempre troppi, sono dovute sempre ad altre ragioni che nulla hanno a che vedere con la salvaguardia della salute dei lavoratori”.
Una volta ricevuta la chiamata, che può essere fatta solo dai lavoratori identificabili e non da semplici passanti, il sindacato si recherà in cantiere o contatterà il primo luogo la ditta, senza segnalare il nome della persona che ha indicato il mancato rispetto dell’ordinanza, e nel caso non sia possibile farlo, si rivolgerà direttamente alle autorità.
“REstate in allerta è un servizio che stiamo garantendo donando il nostro tempo a disposizione dal lunedì al sabato in pieno agosto- continuano i tre segretari di Fillea e Cgil- cioè quando tutta la città e i cantieri sono esclusi dagli sguardi quotidiani e, probabilmente, quando anche i già pochi controlli degli ispettori diminuiranno considerevolmente a causa del personale in ferie; sebbene qualsiasi organo di pubblica sicurezza è tenuto ad intervenire proprio grazie all’ordinanza.
Noi facciamo la nostra parte per la tutela della salute e della sicurezza nel lavoro e la facciamo anche così: organizzando un presidio telefonico sempre attivo. Nelle scorse settimane avevamo chiesto un’attenzione speciale al sindaco chiedendo un’ordinanza comunale che alla fine non è arrivata. Ma la Regione ci ha dimostrato di essere dalla nostra parte quando ne ha emessa una ad hoc. A dimostrazione che la legge nazionale di certo esiste, ma che è necessario declinarla a livello locale per poterla applicare nel migliore dei modi possibili”.
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Cronaca

Catania, autopsia non fa chiarezza sulla morte della 38enne trovata impiccata

Saranno necessari altri esami supplementari e complementari ossia istologici e tossicologici

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foto "Repertorio"

Si è svolta questa mattina, al Policlinico di Catania, l’autopsia  sulla salma della 38enne trovata  impiccata, nei giorni scorsi, nel bagno dell’appartamento di villeggiatura sito a Fondachello, frazione marinara di Mascali, che la donna aveva preso in affitto assieme al compagno. Autopsia che non ha risolto tutti i dubbi : saranno necessari altri esami supplementari e complementari. In pratica saranno eseguiti esami istologici e tossicologici.

Ad effettuare l’autopsia il medico legale Cristoforo Pomara;  presente, come perito di parte, il dottore Raffaele Benanti, nominato dall’avvocato Francesco Marchese, legale del compagno della donna, che non è indagato, ma parte offesa nell’inchiesta. Intanto la Procura ha firmato il nulla osta per il rilascio della salma che è stata restituita ai familiari. La donna, da quanto verificato dai carabinieri della compagnia di Giarre che stanno indagando sul fatto, avrebbe avuto una lite con l’uomo, testimoniato dai diversi lividi presenti sulle braccia di entrambi e che poi avrebbe lasciato l’abitazione.Il corpo è stato trovato da uno dei figli della coppia.

La casa è stata trovata in ordine, e non è stato rinvenuto alcun messaggio da parte della donna. La coppia ha due figli Il compagno è stato sentito, come testimone, nella caserma dell’Arma da militari e dal sostituto procuratore di Catania di turno.  Al momento non è esclusa alcuna ipotesi sulle cause del decesso, compresa quella del suicidio

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