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S.M. di Licodia, un audio fa “tremare” la politica licodiese

Il file sarebbe ormai di dominio pubblico, probabilmente sfuggito al controllo dell’autore

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“Il paese è piccolo e la gente mormora”. Così diceva un vecchio detto. E a mormorare, nell’ “agorà” di Santa Maria di Licodia, in queste settimane, sono veramente in tanti. Alla base, ci sarebbe un audio che registrerebbe una conversazione privata avvenuta tra alcuni esponenti politici del piccolo centro etneo e che potrebbe trasformarsi in un boomerang per i già precari equilibri della politica locale. Non è nostro intento, di certo, per obbligo deontologico, entrare nei dettagli del contenuto della registrazione o diffonderne eventuali virgolettati delle conversazioni. Sul fatto di questi giorni, laddove sono stati commessi reati, dovranno essere gli organi competenti a fare luce sull’autore di tale gesto, delineando anche come tale registrazione sia sfuggita al controllo del proprietario per essere impropriamente diffusa a diversi cittadini licodiesi.

Una cosa è certa, la politica di oggi non ha più il sapore di una volta, quella politica dai valori alti, che tanto fu decantata a partire da Platone per arrivare ai grandi “padri” della nostra nazione. Una politica, quella a cui assistiamo da molti – troppi – anni, che senza graziare né i vari Governi nazionali né le governance degli ultimi e sperduti centri del “belpaese”, è spesso contornata da interessi, da favori, da inciuci e da maldicenza. Oggi, forse, chi ha sentito il contenuto dell’audio, chi l’ha prodotto e chi l’ha diffuso, dovrebbe fermarsi un attimo e pensare: “tutto ciò, giova alla comunità licodiese?”. E chiedersi ancora: “tutto questo non può rendere ancora più difficile la rinascita ed il riscatto di questo piccolo centro etneo?”. Queste e tante altre domande ci poniamo noi e tanti cittadini, che tra una risata, una giustificazione su ciò che è ingiustificabile ed una non sempre conseguente condanna dell’atto, continuano ad assistere inermi all’ennesimo sfacelo della politica italiana.

Cultura

Paternò, la scrittrice Dacia Maraini incontra gli studenti dell’IC “Marconi”

Ha dialogato con gli studenti delle classi terze della scuola secondaria di primo grado sui temi affrontati nella sua ultima opera, “Vita mia, Giappone 1943. Memorie di una bambina italiana in un campo di prigionia”

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Un momento pieno di emozioni, quello vissuto dai giovani studenti dell’IC “G. Marconi” di Paternò che hanno incontrato una delle protagoniste più importanti del panorama letterario italiano: Dacia Maraini.

La scrittrice ha dialogato con gli studenti delle classi terze della scuola secondaria di primo grado (plessi di Paternó e Ragalna) sui temi affrontati nella sua ultima opera, “Vita mia, Giappone 1943. Memorie di una bambina italiana in un campo di prigionia”.  Si tratta di un racconto autobiografico legato agli anni di internamento vissuti dalla scrittrice, all’età di sette anni, in un campo di prigionia in Giappone.

La famiglia si trovava lì poiché il padre, Fosco, stava compiendo degli studi sulla popolazione degli Ainu. Furono anni felici fino a quando i genitori della scrittrice si rifiutarono di aderire alla Repubblica di Saló. Di lì in poi un calvario. Furono anni  di privazioni, umiliazioni, paura, fame. Un racconto autobiografico che la scrittrice ha tirato fuori dai cassetti della memoria dopo decenni , rivissuti attraverso gli occhi innocenti di una bambina e la consapevolezza di una donna, perché, come ha dichiarato la scrittrice “Tira aria di guerra, sentivo il bisogno di lasciare una testimonianza, la mia esperienza. Dal passato si può ancora imparare”.

Un incontro che si colloca proprio a ridosso della giornata della Memoria e che la scrittrice ha condiviso con gli studenti i quali, particolarmente coinvolti e partecipi, hanno posto tante domande alle quali l’autrice ha risposto volentieri aggiungendo consigli e preziosi suggerimenti per il futuro. Un’opera che, al di là del dato biografico e della traccia storica, induce alla riflessione su temi universali, dalla speranza , alla famiglia, al coraggio di portare avanti le proprie idee, al coraggio di non dimenticare.

Grande l’entusiasmo della dirigente, Maria Santa Russo che insieme alla referente del progetto, Erica Pulvirenti ha ricordato l’importanza della lettura, su cui insiste l’Istituto con progetti di tale portata , allo scopo di aiutare i ragazzi a sviluppare quelle competenze trasversali fondamentali per costruire con maggior consapevolezza , passo dopo passo, il futuro.

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Cronaca

Catania, scoperta casa di spaccio dotata di “crack-room”, arrestato 29enne

Gli agenti della Polizia di Stato, durante un controllo del territorio, sono stati insospettiti da un continuo via vai di persone che in piena notte entrava ed usciva dall’edifico dove si trova l’appartamento

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Ha trasformato la propria abitazione in un vero e proprio supermarket della droga, attivo h 24.  L’abitazione, sita in uno stabile di viale Moncada, nel quartiere di Librino a Catania, è stata scoperta dalla Polizia di Stato. Gli agenti, durante un controllo del territorio, sono stati insospettiti da un continuo via vai di persone che in piena notte entrava ed usciva dall’edifico.

E’ scattata dunque una perquisizione del locale. Non appena entrati nello stabile i poliziotti hanno notato, alla fine del corridoio, una porticina semi aperta che consentiva l’accesso ad una stanza dalla quale fuoriusciva odore di crack. Una volta fatta irruzione all’interno infatti sono state rinvenute diverse dosi della suddetta sostanza pronte al consumo per un totale di circa 7 grammi.

Individuato il proprietario dell’abitazione, un 29enne catanese che ha ammesso le sue responsabilità ed è stato arrestato per detenzione di droga ai fini di spaccio. All’interno della denominata “crack-room” sono stati trovati anche i materiali per il confezionamento dello stupefacente, un monitor collegato ad un sistema di videosorveglianza esterno per eludere eventuali controlli e circa 140 euro, in contanti, ritenuto provento dell’attività illecita. Tutto posto sotto sequestro.

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