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Sicilia protagonista al Vinitaly 2025: vini d’eccellenza, tradizione bio e sfida ai dazi USA

94 aziende siciliane al Padiglione 2 e un messaggio forte: la viticoltura dell’Isola è sinonimo di qualità e sostenibilità

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Salvatore Barbagallo, Assessore Regionale all'agricoltura

La Regione Siciliana presente al più importante salone internazionale dedicato al vino. La fiera di Vinitaly 2025, che si svolgerà dal 6 al 9 aprile, a Verona, vedrà 94 aziende siciliane al Padiglione 2 e altre 28 realtà bio della nostra regione al Padiglione 11. Una partecipazione forte, sotto il segno di innovazione, sostenibilità e orgoglio territoriale, che conferma il ruolo strategico del comparto vinicolo per l’economia e l’identità siciliana.

A inaugurare la presenza siciliana è stato il presidente della Regione Renato Schifani, oggi a Verona per incontrare i produttori dell’Isola e lanciare un messaggio chiaro sul fronte internazionale: «Siamo al fianco dei nostri viticoltori. Faremo tutto il possibile per mitigare gli effetti dei dazi imposti dagli Stati Uniti», ha dichiarato Schifani, ribadendo il sostegno della Regione a un comparto sempre più competitivo e riconosciuto a livello globale.

Un’isola di vigne: seconda in Italia per estensione vitata

Con 95.760 ettari coltivati a vite – pari al 14,2% della superficie vitata nazionale – la Sicilia si conferma la seconda regione italiana per estensione, dopo il Veneto. Ma è nel biologico che l’Isola brilla davvero: 32.787 ettari coltivati secondo i principi del bio, che rappresentano quasi il 25% dell’intera superficie biologica nazionale. Un record che la consacra prima regione d’Italia nella viticoltura green.

Tra DOC, IGT e autoctoni: il tesoro enologico siciliano

Oggi la Sicilia vanta 24 denominazioni DOP (tra cui una DOCG e 23 DOC) e 7 IGT, con “Terre Siciliane” che da sola rappresenta il 53% del vino confezionato. Tra le eccellenze emergenti, spiccano la DOC Sicilia e la DOC Etna, sempre più apprezzate anche nei mercati esteri. Il patrimonio varietale autoctono – con vitigni come Nero d’Avola, Grillo e Catarratto – continua a raccontare l’anima autentica della regione.

Export in crescita: +21% nel 2022, boom di bianchi in USA

I dati confermano la forza internazionale del vino siciliano. Nel 2022, l’export ha toccato quasi 170 milioni di euro, con una crescita del 21% rispetto all’anno precedente. In forte ascesa i vini DOP bianchi, soprattutto negli Stati Uniti (+29%), seguiti da Germania e Regno Unito. Una tendenza che rafforza la proiezione globale del “Made in Sicily”.

Un laboratorio di sostenibilità

La partecipazione siciliana al Vinitaly è organizzata dall’Assessorato all’Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea, in collaborazione con l’IRVO (Istituto Regionale del Vino e dell’Olio). L’assessore Salvatore Barbagallo sottolinea:
«La Sicilia è un esempio di come tradizione e innovazione possano convivere. Portiamo a Verona un modello di viticoltura sostenibile e identitaria, frutto della passione di migliaia di produttori».

E non è un caso che proprio quest’anno l’Isola sia stata nominata “European Region of Gastronomy 2025” dall’IGCAT, riconoscendo il connubio virtuoso tra territorio, cultura e filiere agroalimentari.

Numeri chiave del vino siciliano:

Con una presenza compatta e ambiziosa, la Sicilia si conferma protagonista al Vinitaly 2025. E lo fa con un messaggio forte: unire qualità, innovazione e sostenibilità per affrontare le sfide del mercato globale, senza mai perdere il legame con la propria terra.

426.522 ettolitri di vino biologico prodotti nel 2023 (il 21,6% del totale nazionale)

Le province di Trapani, Agrigento e Palermo coprono l’86% della produzione regionale

Produzione spumanti in crescita: oltre 1,6 milioni di bottiglie nel 2024, pur restando sotto l’1% del confezionato totale.

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Catania, emergenza siccità, CIA Sicilia orientale: “Non si abbassi la guardia”

“Non è tempo di fare allarmismi, ma si commetterebbe un grave errore se si pensasse che le piogge dello scorso inverno abbiano risolto il problema siccità nelle nostre campagne”. Lo afferma Giosuè Catania presidente di CIA Sicilia Orientale

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“Non è tempo di fare allarmismi, ma si commetterebbe un grave errore se si pensasse che le piogge dello scorso inverno abbiano risolto il problema siccità nelle nostre campagne”. Lo afferma Giosuè Catania presidente della Confederazione degli agricoltori CIA Sicilia Orientale, dopo il primo vero weekend di caldo di quest’anno.

“L’attuale stagione irrigua resta critica, seppur non drammatica come lo è stata la precedente, le cui perdite pesantissime e i danni irreversibili sono ancora ferite sanguinanti sulla pelle dei produttori e allevatori, i comparti cerealicolo e zootecnico tra i più colpiti, ed è fondamentale che a livello istituzionale si programmi bene la distribuzione, perché l’acqua va governata con parsimonia, altrimenti finisce o si disperde”.

Le reti idrauliche da manutenere, obsolete ormai da sostituire, sono complessivamente 900 chilometri: un sistema di scorrimento delle acque a pelo libero che serve oltre 9 mila ettari di superficie, costellato di sgrigliatori, paratoie e deviazioni persino su terra battuta, senza contare le reti secondarie e terziarie per lo più fuori uso e abbandonate.

Per ogni turno di irrigazione di 21 giorni servono 16 milioni di metri cubi (Mc)circa di acqua ed una immissione giornaliera nei canali di circa 700 mila M3.

“Nelle aree più a rischio la situazione resterà difficile da gestire– continua Giosuè Catania – per questo riteniamo sia necessario un grande sforzo delle strutture consortile e del personale per governare la distribuzione dell’acqua in modo razionale garantendone nel migliore dei modi equità e regolare pianificazione dei turni, sperando, naturalmente negli accumuli aziendali e nella Provvidenza tanto cara a noi siciliani,  che ci conceda qualche pioggia estiva”.

“Constatiamo  lo sforzo dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura nel programmare una serie di interventi finanziari finalizzati a rendere più funzionali gli invasi, le condotte e le infrastrutture, dopo decenni di incurie e cattiva gestione – aggiunge – ma avvertiamo (in tempo) che le risorse accumulate non saranno sufficienti a garantire in alcune aree a rischio gli adacquamenti programmati, a causa della ridotta capacità di invaso di una delle dighe più importanti del bacino come la Pozzillo che può contenere non oltre 35 Milioni di Mc.  Quanto al Biviere di Lentini, che rimane colmo con i suoi 100 milioni di Mc di acqua ma con i soliti problemi di elevati costi per il sollevamento e il mantenimento di un sistema di distribuzione, potrà servire solo una parte del territorio a causa anche di una rete non in grado di reggere il trasporto e la ripartizione dell’acqua”.

Secondo Catania è necessario attuare una serie di  interventi, che mettano in rete gli invasi e le condotte secondo il principio dei vasi comunicanti dove il costruendo invaso di Pietrarossa potrà svolgere un compito strategico.

“La situazione attuale suggerisce dopo decenni di ritardi di mettere mani ad un piano a medio e lungo termine che affronti le criticità esistenti a partire dalla sistemazione e ristrutturazione delle principali opere di adduzione irrigua realizzate negli anni ‘50– commenta Giosuè Catania presidente CIA Sicilia Orientale –con il  superamento dei limiti strutturali degli invasi: dalla messa in sicurezza e il collaudo al rifacimento delle reti, alla sistemazione delle traverse, per finire alla pulizia degli affluenti secondari  e la manutenzione continua delle reti e dei canali di scolo”.

 

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SP 102/I, Confagricoltura Catania sollecita interventi: “Strada impraticabile”

Inviata nota formale al comune di Paternò ed alla Città Metropolitana di Catania dal presidente di Confagricoltura: “Intervenire al più presto per la sicurezza degli agricoltori”

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Il presidente di Confagricoltura Catania, Giosuè Arcoria, ha inviato una nota formale alla Città Metropolitana di Catania e al Comune di Paternò per denunciare le condizioni disastrose della strada provinciale 102/I, in contrada Sferro, nel territorio paternese. L’arteria, da tempo abbandonata, è diventata ormai impraticabile, con gravi ripercussioni per le aziende agricole locali.

“Nella zona operano numerose imprese associate – afferma Arcoria – che ogni giorno devono percorrere quel tratto stradale per raggiungere i propri terreni. Il manto stradale è completamente deteriorato, gli interventi di manutenzione sono assenti da anni e la sicurezza è azzerata. Non è più possibile attendere oltre: servono azioni immediate”.

La richiesta è chiara: un intervento urgente per ripristinare la viabilità e garantire la sicurezza degli agricoltori e degli operai che transitano quotidianamente sulla SP 102/I con mezzi agricoli e veicoli privati.

Ma il caso di contrada Sferro, come sottolinea il presidente di Confagricoltura, non è isolato. “La viabilità agricola è allo stremo – continua Arcoria – da mesi segnaliamo disagi e chiusure, come quella del ponte di Sferro, gestito da Anas, per cui non abbiamo ricevuto alcun riscontro. Stessa sorte per la SP 69/I, in contrada Passo Martino, dove abbiamo chiesto alla Città Metropolitana il ripristino del ponte, restando ancora una volta inascoltati”.

A tutto questo si aggiunge, denuncia Confagricoltura, la delusione per il recente dirottamento di 900 milioni di euro di fondi per infrastrutture – inizialmente destinati alla Sicilia – verso il Nord Italia. “È inaccettabile – prosegue Arcoria – i fondi ci sono, ma mancano i progetti. E mentre l’Italia investe in intelligenza artificiale, qui siamo ancora costretti a percorrere trazzere”. 

Confagricoltura chiede quindi un incontro urgente con la Città Metropolitana per un aggiornamento sullo stato della SP 102/I e invita il Comune di Paternò a farsi portavoce delle istanze del comparto agricolo locale. “Vogliamo sapere se sono previsti interventi, quando partiranno e, soprattutto, che vi sia una vigilanza costante sulla qualità dei lavori”.

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