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In Primo Piano

Ss121, incidente nei pressi di Etnapolis

Sul posto i Vigili del Fuoco, i Carabinieri e il 118

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Un incidente stradale presumibilmente autonomo si è verificato intorno alle 20:00 di oggi sulla Ss121 nei pressi di Etnapolis, nella corsia di marcia direzione Paternò. Secondo le prime informazioni un’auto avrebbe finito la propria corsa cappottata. Al momento non è nota la causa del sinistro. A rimanere ferito, solamente un uomo che si trovava alla guida del veicolo. L’uomo è stato condotto all”ospedale di Biancavilla per le cure del caso dal personale medico del 118.  Non si conoscono le sue condizioni ma non dovrebbero essere gravi.  Sul posto i Vigili del Fuoco del distaccamento di Paternò che hanno messo in sicurezza il mezzo e i carabinieri della locale compagnia chiamati ad effettuare i rilievi del caso e a regolare il traffico.  Pesanti rallentamenti si sono registrati sull’arteria stradale in direzione Paternò.

In Primo Piano

Paternò, il segretario generale Cgil, Maurizio Landini, in città

Tappa a Paternò per sostenere le ragioni del Sì al Referendum in programma l’8 e 9 giugno

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Il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, ha fatto tappa oggi a Paternò nell’ambito del tour siciliano promosso in vista del referendum su Lavoro e Cittadinanza, in programma l’8 e 9 giugno.

La giornata è iniziata ad Aci Sant’Antonio, dove alle ore 10 Landini ha partecipato a un’assemblea presso la sede della azienda farmaceutica Sifi per poi far raggiungere a Paternò per un punto stampa in piazza Umberto, accompagnato dai rappresentanti del comitato referendario locale (ANPI, Europa Verdi, PD, Sinistra italiana Paternò).

I quesiti referendari toccano temi cruciali: la tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori e il riconoscimento agevolato della cittadinanza. La presenza di Landini, fortemente sostenuta dal comitato locale, assume un valore ancora più significativo alla luce delle recenti dichiarazioni del presidente del Senato, Ignazio La Russa, il quale, sostengono, ha invitato i cittadini ad astenersi dal voto. Un invito considerato da molti come un grave affronto al ruolo istituzionale che ricopre e un attacco alla partecipazione democratica, tutelata dalla Costituzione.

Abbiamo sentito ai microfoni di Etnanews24 le parole del segretario CGIL, Maurizio Landini e le ragioni del Sì al prossimo ed imminente Referendum.

Perché votare Sì?

Il voto è libertà, è un diritto. Non è un referendum in cui si vota per questo o quel partito. È un referendum che cancella leggi sbagliate fatte negli ultimi 25 anni ed ha un effetto immediato: raggiungendo il quorum. Il nostro obiettivo è questo. Il 10 giugno milioni di persone avranno tutele e diritti che oggi non hanno. Ripristinare l’articolo 18, cancellare la precarietà, garantire salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, riconoscere il diritto di cittadinanza per milioni di persone. Parliamo di leggi che hanno messo in ginocchio il mondo del lavoro.” 

La seconda carica dello Stato ha in qualche modo indirizzato i cittadini ad astenersi?

“C’è una bella differenza tra la prima e la seconda carica dello Stato. Il Presidente ha ricordato, il 15 aprile a Genova, che c’è libertà e democrazia perché abbiamo sconfitto il fascismo. Ha dichiarato che la partecipazione politica, il voto, è una condizione necessaria affinché si possa parlare di una società democratica e libera. E ha ricordato che bisogna lavorare tutti affinché venga superato l’astensionismo. Questo referendum dice cose precise:
Vogliamo cancellare la precarietà, sì o no? Vogliamo dare il diritto di cittadinanza a chi vive nel nostro Paese da anni e paga le tasse? Il caporalato è una piaga che attanaglia il nostro territorio?Il voto è libertà. Noi vogliamo cambiare quelle leggi mettendo al centro la persona, il lavoratore, e non – come è avvenuto in questi anni – la libertà di mercato, che ha messo in discussione tutto questo.

Il lavoro nero, le morti sul lavoro, il caporalato si sono affermati, stanno aumentando e dimostrano che il modello di fare impresa di questi ultimi anni è sbagliato. Cosa sta avvenendo in questi anni? Le persone, pur lavorando assieme, non hanno le stesse tutele e gli stessi diritti. Attraverso appalti, subappalti e finte cooperative si è affermato un modello di impresa in cui quello che conta è fare soldi. Il lavoro e le persone sono ridotti a merce. Questa cultura si è affermata grazie a leggi balorde degli ultimi 25 anni.

La maggioranza di questo Paese si è rotta le scatole. Il voto è un elemento di libertà. Stiamo chiedendo una rivolta democratica: votando SÌ. Invitare la gente a non andare a votare e diffondere disinformazione è grave.

Il referendum è un segnale per dire basta! Basta con questa precarietà che serve solo a chi vuole sfruttare i giovani senza assumersi una responsabilità sociale. Basta con questo sistema e con queste leggi balorde. Stiamo facendo una battaglia per dare un futuro ai giovani, e vi invito ad andare a votare: significa dare un futuro al nostro Paese.

Rispetto al tema della cittadinanza e all’aggressione a Paternò: c’è il rischio che questo quesito non venga percepito dagli italiani?

Ritornare alla legge del 1992 in Italia, ridurre da 5 a 10 anni il rilascio del diritto di cittadinanza… parliamo di una persona che rispetta le nostre leggi, paga le tasse e parla la nostra lingua. Non stiamo chiedendo una rivoluzione. Se vuoi integrare, devi riconoscergli quella possibilità. Credo che sia un elemento di civiltà.

Ci sono evidenti contraddizioni. Anche in questi casi ci troviamo davanti a situazioni particolari. Siamo il Paese dei favori, non dei diritti. Non è che gli stranieri vadano bene solo se li facciamo lavorare nel caporalato o se restano clandestini, e poi non ci poniamo il problema di integrarli e farli diventare cittadini.

Inoltre vorrei dire che oggi i giovani italiani che se ne vanno sono più di quanti stranieri entrano nel nostro Paese. A chi dice che bisogna chiudere i porti, vorrei rispondere che forse dovremmo chiudere gli aeroporti, perché stiamo perdendo tante risorse e intelligenze. Li facciamo studiare, usiamo le nostre risorse, e poi le loro capacità vengono utilizzate da altri Paesi. Questa è stupidità totale, altro che patriottismo.

E da un certo punto di vista è continuare a usare il tema dell’immigrazione come propaganda elettorale, alimentando paura e odio tra le persone. Ed è esattamente il contrario di ciò di cui abbiamo bisogno.

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Cronaca

Catania, operazione “Turismo Sicuro”, controlli in 38 strutture ricettive

Sono stati denunciati 11 gestori e 24 multati per un importo complessivo di 42 mila euro

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. Una vasta operazione di controllo è stata condotta dalla Polizia di Stato in 38 strutture ricettive della provincia di Catania per verificare il rispetto delle prescrizioni delle licenze, gli adempimenti di legge e l’osservanza delle autorizzazioni amministrative, a tutela degli ospiti e del personale dipendente.

L’attività, denominata “Turismo sicuro”, è stata pianificata e condotta dai poliziotti della squadra amministrativa della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale della Questura di Catania.

I poliziotti hanno passato in rassegna diverse strutture alberghiere del catanese, rilevando numerose gravi irregolarità al punto da elevare, complessivamente, sanzioni per 42 mila euro.

Sono stati denunciati 11 titolari per mancanza del Certificato Prevenzione Incendi, il documento che attesta il rispetto delle indicazioni fornite dalla normativa di prevenzione incendi e la sussistenza dei requisiti di sicurezza antincendio nei locali, depositi, impianti ed industrie pericolose, individuati in relazione alla detenzione e all’impiego di prodotti infiammabili che, in caso di incendio, comportano gravi pericoli per l’incolumità delle persone.

Grazie alla proficua collaborazione con il personale del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco è stato possibile verificare l’elenco di tutte le strutture ricettive del territorio catanese in possesso della certificazione, individuando, attraverso una serrata attività d’indagine, gli alberghi non in regola.

In un altro caso, il gestore di un hotel, ubicato a Nicolosi, è stato denunciato per non aver comunicato le generalità degli alloggiati alla Questura, come previsto dalla normativa. In particolare, il titolare aveva fornito i nominativi di un solo componente di un gruppo di sette ciclisti, determinando un’evasione del fisco e un inadempimento delle prescrizioni previste per ragioni di sicurezza.

Inoltre, 24 albergatori sono stati multati per il mancato rispetto della normativa di settore; in particolare, 20 sanzioni sono state elevate nei confronti di altrettante strutture per l’aumento dei posti letti rispetto a quelli previsti nella SCIA, 2 per la mancanza della SCIA, una per l’omessa comunicazione del cambio di amministratore e una per la mancata esposizione del Codice Identificativo Nazionale.

 

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