Connect with us

Chiesa

Vescovo Renna: messaggio alla Comunità dopo l’intervento al cuore

Luigi Renna: “Gratitudine poiché in questi giorni di degenza ospedaliera ho sentito la vicinanza del Signore e l’affetto della comunità ecclesiale e civile”

Pubblicato

il

Alla vigilia della festa estiva di Sant’Agata, dopo cinque giorni dall’intervento cardiaco che ho subìto presso il Centro Cuore G.B. Morgagni di Pedara, desidero esprimere gratitudine poiché in questi giorni di degenza ospedaliera e di isolamento per infarto ho sentito la vicinanza del Signore e l’affetto della comunità ecclesiale e civile.

Ringrazio gli operatori del 118 di Pedara che mi hanno soccorso dopo che le care Sorelle Francescane del Vangelo hanno chiamato per l’improvviso malore, e lo staff medico che mi ha curato con professionalità e grande attenzione: i dirigenti  della clinica, Salvatore e Sergio Castorina, il primario dell’UTIC, Salvatore Tolaro, il  dottore Corrado Tamburino, il medico che mi ha operato, Luigi Ferrarotto e l’equipe medica del Centro Cuore; tutto il personale tanto gentile quanto premuroso, così come quanti mi sono stati vicini con le loro preghiere e con i loro messaggi augurali: penso ai confratelli vescovi, sacerdoti e diaconi, religiosi e consacrate, fedeli, autorità civili, semplici cittadini.

Un ringraziamento particolare va al presidente della CEI, card. Matteo Zuppi, al segretario generale, mons. Giuseppe Baturi, che non mi hanno fatto mancare la loro vicinanza e quella dei fratelli vescovi italiani, al Comitato scientifico per le Settimane Sociali dei Cattolici in Italia che mi onoro di presiedere. In questi giorni ho potuto sperimentare in maniera tangibile, attraverso visite personali e messaggi, l’amicizia profonda ed il sostegno da parte dei miei confratelli vescovi di Sicilia e del nostro presidente, mons. Antonino Raspanti, così come di mons. Salvatore Gristina e del card. Paolo Romeo, degli altri confratelli vescovi delle chiese sorelle africane di Kahama, Iringa e Mafinga, della Calabria, della Puglia, la mia regione di provenienza, così come di mons. Giovanni Caliandro, rettore del Seminario regionale di Molfetta che anch’io ho guidato prima dell’episcopato.

Ho ricevuto, inoltre, molti messaggi augurali di pronta guarigione dalle autorità civili: dal presidente della Regione, Renato Schifani, dal prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, e di Palermo, Massimo Mariani, dai  Presidenti della Corte d’Appello,  Filippo Pennisi, e del Tribunale di Catania, Francesco Mannino, dal sindaco di Catania, Enrico Trantino e il presidente del Consiglio Comunale, Sebastiano Anastasi, e da tanti sindaci dei comuni della diocesi di Catania e di altre parti d’Italia, dal questore di Catania, Giuseppe Bellassai, dal contrammiraglio della Direzione Marittima di Catania, Antonio Ranieri, dai comandanti provinciali della Guardia di Finanza, Antonino Raimondo, e dei Carabinieri, Salvatore Altavilla, dal comandante dell’Aeronautica Militare di Sigonella, Emanuele Di Francesco, dal comandante della stazione Maristaeli di Catania, Riccardo Leoni, dal comandante provinciale del Corpo Forestale di Catania, Filippo Buscemi, così come la Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Catania, la direzione di SAC ed ENAC dell’aeroporto di Catania, dell’Associazione Nazionale Magistrati, dell’Arnas Garibaldi, della Camera di Commercio, di Banca d’Italia, i responsabili del centro internazionale di Comunione e Liberazione, del Dialogo Interreligioso di Sicilia e la comunità islamica di Catania con il suo Imam Kheit Abdelhafid, e tanti altri che in diversi modi non avete fatto mancare una parola di sostegno: a tutti dico grazie per il premuroso interessamento.

In questi giorni, infine, grazie alla corresponsabilità che si è messa in moto in diocesi, ho potuto sperimentare che la vita ecclesiale non ha subito traumi. È un bel segno della comunione che desideriamo vivere. Offro questi miei giorni di forzato riposo per la Chiesa di Catania e per la pace nel mondo. Il mio pensiero più caro che consegnerò al Vicario Generale per la festa di Sant’Agata, va ad un mondo di persone che il Signore in questi giorni mi ha fatto scoprire: i malati che, seppur solo apparentemente “invisibili”, si sentono parte di una comunità ecclesiale e civile. Grazie a tutti e continuate a pregare per me il Signore misericordioso, la Beata Vergine Maria, Sant’Agata, il Beato Dusmet e tutti i santi che sento vicini in questo momento di prova.

Vi benedico,

+ Luigi Renna arcivescovo

 

 

Chiesa

Paternò, processione “Bambino Gesù” fischiata da stranieri, indignazione in città

Alcuni consiglieri comunali hanno chiesto la convocazione di una seduta urgente dell’assise civica

Pubblicato

il

foto ALFIO SPAMPINATO

Chiedono una convocazione urgente e straordinaria del consiglio comunale, alcuni consiglieri comunali appartenenti ai gruppi Paternò On, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Richiesta avanzata al presidente del consiglio Marco Tripoli e al sindaco Nino Naso. Al centro i tristi fatti verificati durante la processione del Bambino Gesù dello scorso 1gennaio in città.

In quella occasione un gruppo di extra comunitari presenti in piazza Indipendenza avrebbe cominciato ad “inveire con urla e fischi al passaggio della processione” alla quale partecipava anche il primo cittadino paternese.  È inutile dire quanto sia sentita per la comunità tutta, la celebrazione del primo  gennaio ed è facile intuire quello che ha provocato tra i fedeli presenti questo atto indicibile.

Per questo i consiglieri richiedenti hanno chiesto urgentemente un dibattito sull’accaduto al fine di verificare i fatti per comprendere le dinamiche e le responsabilità; la Tutela delle tradizioni per garantire il rispetto delle celebrazioni religiose, simbolo della nostra identità storica e culturale e la Promozione del dialogo con le forze armate al fine di individuare percorsi di soppressione di questi eventi, intensificazione dei controlli sui soggetti che tutte le sere stazionano da piazza Indipendenza a Piazza Regina Margherita, sensibilizzazione dei responsabili delle comunità religiose di extracomunitari e integrazione per prevenire ulteriori tensioni sociali.

“Riteniamo urgente – scrivono nella richiesta di convocazione- affrontare l’accaduto non solo per rassicurare la cittadinanza, ma anche per definire eventuali interventi da adottare a tutela della convivenza civile, del rispetto delle tradizioni religiose del nostro territorio e della sicurezza dei nostri concittadini”. I consiglieri chiedono al presidente del consiglio e al sindaco di invitare alla seduta di consiglio i dirigenti rispettivamente di Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Municipale di Paternò e della Polizia di Stato di Adrano oltre che il vicario Padre Salvatore Alì e Padre Salvatore Patanè. Il caso è stato portato alla luce dal quotidiano “La Sicilia”.  Sul caso è intervenuto il deputato nazionale Francesco Ciancitto il quale sul quotidiano ha dichiarato che “bisogna intervenire con azioni mirate e sarebbe utile attivare la zona rossa, come accade in altre città in Italia, a tutela dei cittadini”. Il sindaco Nino Naso ha annunciato, sempre su “La Sicilia” che saranno “valutate le azioni da mettere in atto per eliminare le situazioni di pericolo” Rhida Khemiri, punto di riferimento per la comunità islamica a Paternò, parlando con La Sicilia, ha detto che “rispettiamo tutte le religioni e vogliamo ringraziare i paternesi che da sempre accolgono con grande slancio gli stranieri, dandoci tutto il loro supporto. Non vogliamo che l’azione di pochissime persone possa fermare il cammino verso l’integrazione che da anni stiamo percorrendo. Chi è ostile verso la comunità che ci ospita non è qui benvenuto”

Continua a leggere

Chiesa

Capodanno, “Usa la testa per non rovinarti la festa”

I consigli per un capodanno sereno da parte delle organizzazioni cristiane dei Vigili del Fuoco di Cristo e Military Christian Fellowship Italia

Pubblicato

il

Le organizzazioni cristiane Vigili del fuoco per Cristo e Military Christian Fellowship Italia, hanno creato una locandina con alcuni consigli pratici per evitare che ci siano feriti (alle volte ahimè anche gravi) , dovuto ai botti di capodanno. Il vivo desiderio è che quest’anno nessuno possa finire all’ospedale o provocare incendi a causa dei botti. Le statistiche del passato in tal senso ci hanno lasciato molto dolore in Italia, a causa dei botti esplosi nelle mani , o altrove sulle persone, animali o cose. Purtroppo anche gli incendi a causa dei botti hanno innalzato le probabilità di roghi la notte del 31 Dicembre negli scorsi anni. Attenzione massima ai bambini e agli animali.

Continua a leggere

Trending