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Cronaca

Mascali, armi nascoste sottoterra e dentro le mura di un casolare

Trovati due fucili calibro 12 ad una canna, semiautomatici, aperti e privi di cartucce con matricola abrasa ed una pistola, calibro 7.65, completa di caricatore, con matricola abrasa

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Un vero e proprio fortino di armi rinvenuto a seguito di una lunga e complessa operazione portata avanti dalla polizia di Stato. Siamo a Nunziata di Mascali dove un terreno incolto di proprietà demaniale nascondeva due fucili, mentre, le mura di un casolare abbandonato custodivano una pistola completa di caricatore.

Grazie al fiuto di un cane poliziotto e dei metal detector le ricerche degli agenti del commissariato di Acireale coadiuvati dalle unità cinofile sono riusciti nell’operazione.  Nello specifico, sono stati trovati due fucili calibro 12 ad una canna, semiautomatici, aperti e privi di cartucce con matricola abrasa ed una pistola, calibro 7.65, completa di caricatore, con matricola abrasa.

I fucili, ben nascosti sottoterra, avvolti da un cellophane, sono stati rinvenuti nel all’interno di tubi in pvc, mentre, la pistola, avvolta in una pezza, è stata individuata nel muro del casolare, all’interno di in una nicchia appositamente modellata con dello stucco. Le armi sono state sequestrate, repertate e inviate alla polizia scientifica per gli opportuni controlli, per verificare se e quando queste siano state utilizzate. Quanto al proprietario ancora non si hanno notizie, la sua identità è ancora da verificare e per tale ragione verranno svolte le opportune indagini del caso.

Cronaca

Acireale, presunto caso di malasanità, morta neonata due giorni dopo la nascita

La piccola, subito dopo essere venuta alla luce all’ospedale acese, è stata trasferita al Cannizzaro, dove 48 ore dal suo ricoverato è deceduta. Anche la madre si trova al nosocomio etneo in prognosi riservata.

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La Procura di Catania ha aperto una inchiesta su un presunto caso di malasanità che si sarebbe verificato all’interno dell’ospedale “Santa Marta e Santa Venera” di Acireale: una neonata è morta dopo due giorni al presidio ospedaliero del Cannizzaro di Catania, dove era stata trasferita dopo la nascita. La 36enne dello Sri Lanka che ha partorito la piccola è ricoverata in prognosi riservata al Cannizzaro.  Indagini partite dopo che il padre della neonata ha presentato una denuncia ai carabinieri. A dare la notizia è l’emittente Rei Tv.

Le indagini sono coordinate dal sostituto Alessandra Russo, la quale ha disposto il sequestro della salma della piccola, della placenta e della cartella clinica. Attraverso l’autopsia e l’esame del liquido amniotico si potranno capire la presenza di alterazioni metaboliche che avrebbero provocato la morte della bambina.

L’uomo nella denuncia ha specificato che la donna avrebbe avuto una gravidanza senza problemi. Il parto cesareo fatto all’ospedale acese è stato deciso dai medici per il ritardo di circa 10 giorni oltre i nove mesi di gestazione. L’uomo ha specificato nella denuncia, che assieme alla consorte, dimessa il 18 gennaio dall’ospedale acese, si sono recati all’ospedale Cannizzaro, quello stesso giorno, per vedere la figlia che però è morto quella sera. Due giorni dopo, il 20 gennaio, la 36enne ha avvertito forti dolori e un improvviso aumento della temperatura corporea. Il marito della trentaseienne ha, inoltre riferito ai carabinieri, che l’ha accompagnata all’ospedale Cannizzaro dove gli sarebbe stato detto che la paziente aveva una forte infezione che sarebbe stata provocata dal parto. La donna è in prognosi riservata ma non sarebbe in pericolo di vita.

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Cronaca

Etna, soccorsa una 41enne rimasta ferita nella zona del Rifugio Sapienza

La donna è stata raggiunta dai tecnici del SASS, trasferita prima mediante un gatto delle nevi e poi con un mezzo per essere affidata al personale dell’elisoccorso per trasferirla all’ospedale Cannizzaro

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Intervento di soccorso sull’Etna, nel primo pomeriggio di oggi, dei tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano. I soccorritori, su allertamento della Centrale Operativa 118 di Catania, hanno raggiunto una scialpinista torinese di 41 anni con guida, che, a causa di una caduta si sarebbe procurata un importante trauma alla spalla ed al braccio, impossibilitata a deambulare in autonomia.

La ferita è stata immediatamente raggiunta da una squadra del Soccorso Alpino e Speleologico e trasferita prima mediante un gatto delle nevi della Funivia dell’Etna e successivamente mediante mezzo gommato, sino al piazzale del Rifugio Sapienza, dove è stata imbarcata su un elicottero del 118, per il successivo trasferimento presso l’ospedale Cannizzaro di Catania.

“In caso di infortunio in ambiente montano, impervio o ostile, oppure in caso ci si fosse perduti nei medesimi ambienti, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico- si legge in una nota stampa- è allertabile chiamando il Numero Unico di Emergenza (NUE) 112, specificando che si richiede un intervento di soccorso sanitario in ambiente montano o impervio oppure a rischio evolutivo sanitario. Il NUE 112 trasferirà la chiamata esclusivamente alla Centrale Operativa 118 che attiverà il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) quale proprio referente esclusivo per la risoluzione degli interventi di soccorso in montagna, in ambiente impervio ed in grotta”.

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