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Cronaca

Catania, ruba soldi alla passeggera in carrozzina, operatore aeroportuale denunciato

I poliziotti hanno analizzato le immagini del sistema di videosorveglianza ricostruendo quanto accaduto

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Ha approfittato del suo ruolo e della buona fede della passeggera che stava assistendo in aeroporto per farsi consegnare la borsa e rubarle i soldi. Ad incastrare il ladro sono state le videocamere di sorveglianza dello scalo catanese, monitorate dagli agenti della Polizia di Stato.

Il protagonista dell’incredibile vicenda è un uomo, addetto all’assistenza delle persone con ridotta mobilità. Da quanto accertato dalle forze dell’ordine l’uomo mentre accompagnava la donna in carrozzina in sala partenze, le ha chiesto di poterle tenere la borsa con la scusa di agevolarla nei movimenti. L’ignara passeggera, credendo nell’autenticità del gesto di gentilezza, non ci ha pensato due volte ad affidare la borsa all’addetto in modo da raggiungere con più tranquillità l’area del gate.

All’improvviso, l’addetto ha chiesto di fermarsi un attimo per recarsi alla toilette e, approfittando di un attimo di confusione, ha portato con sé la borsa. Una volta al riparo dagli sguardi della passeggera in carrozzina e della sua accompagnatrice, l’uomo si è nascosto dietro ad un cartellone pubblicitario per aprire la borsa e frugare al suo interno per poi dirigersi verso i bagni. Una volta tornato dalla vittima del raggiro, ha accompagnato la donna al gate, restituendo la borsa alla passeggera che, solo in quel momento, ha avuto modo di constatare l’ammanco dei contanti, scoprendo di essere stata vittima di un furto.

Per questo motivo, è scattata la segnalazione agli agenti della Polizia di Frontiera che, immediatamente, hanno avviato le indagini. I poliziotti della squadra di polizia giudiziaria dell’aeroporto hanno analizzato le immagini del sistema di videosorveglianza ricostruendo, in pochi istanti, quanto effettivamente accaduto a discapito della passeggera.

Grazie alla decisiva collaborazione della SAC, società che gestisce l’aeroporto di Catania, è stato possibile individuare l’uomo che è stato fermato per essere identificato e denunciato per furto aggravato. Nell’ottica di garantire la sicurezza e l’integrità dei servizi aeroportuali, in linea con le normative vigenti, l’addetto è stato segnalato anche all’autorità competente per procedere alla revoca del tesserino.

Cronaca

Catania, picchiato un 30enne, tre giovani raggiunti dall’obbligo di dimora dalle 15 alle 02.30

Gli indagati sono accusati di lesioni aggravate dai futili motivi e dall’avere agito in numero superiore a cinque

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A Catania agenti della Squadra Mobile etnea hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale, nei confronti di tre giovani, due 23enni e un 22enne, accusati di lesioni aggravate dai futili motivi e dall’avere agito in numero superiore a cinque. L’ordinanza prevede l’obbligo di dimora tutti i giorni dalle 15 alle 02.30.

Secondo l’accusa, i tre farebbero parte di un gruppo che, il 4 gennaio scorso, nella zona della movida, nel centro della città, avrebbero selvaggiamente aggredito, per due volte la stessa sera, un giovane che ha riportato una “frattura pluriframmentaria scomposta del naso”, con prognosi di 30 giorni, diagnostica nel pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi Centro dove è stato medicato. La vittima alla polizia ha detto di essere stata aggredita da un gruppo di giovani da lui conosciuti, in due distinti momenti e luoghi, “per futili motivi concernenti un banale diverbio avvenuto tempo addietro riconducibile a una ragazza, sorella di uno degli aggressori”.

Grazie alle testimonianze e la visione di filmati pubblicati sui social e di immagini registrate da apparati di videosorveglianza, la Squadra Mobile ha ricostruito “l ruolo ricoperto da ciascuno”, permettendo anche di fare luce su come “gli autori del fatto abbiano seguito la cosiddetta logica del branco, alternandosi, con vari ruoli, nel porre in essere l’azione violenta”.

 

 

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Cronaca

Scordia, Fillea Cgil su decesso imprenditore: “Ogni morte sul lavoro è un fallimento dello Stato”

“Non è accettabile che nel 2025 si continui a morire cadendo da un’impalcatura- dice il sindacalista Vincenzo Cubito- È ora di dire basta alla logica del profitto a scapito della vita e della dignità dei lavoratori, siano essi dipendenti o datori di lavoro”

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Ancora una tragedia nel settore edile, ancora una vita spezzata sul lavoro. Esprimiamo profondo cordoglio per la morte di Nunzio Mazzone, 65 anni, titolare di un’impresa edile, deceduto dopo una caduta da un ponteggio mentre eseguiva lavori di ristrutturazione su una palazzina a Scordia”.

nella foto l’imprenditore Nunzio Mazzone

A parlare è Vincenzo Cubito segretario generale Fillea Cgil Catania- Caltagirone che cosi interviene dopo l’ennesimo incidete mortale sul lavoro La salma si trova adesso al cimitero di Scordia dove è stata portata subito dopo l’incidente su disposizione della procura di Caltagirone.  A condurre le indagini i carabinieri di Palagonia. A breve dovrebbe essere effettuata l’ispezione cadaverica. “A nome della Fillea Cgil di Catania e Caltagirone, ci stringiamo con dolore attorno alla famiglia della vittima. Ma al cordoglio si accompagna l’indignazione: non possiamo più assistere in silenzio a questa strage continua, consumata nei cantieri, troppo spesso in assenza di adeguate condizioni di sicurezza.

Ogni morte sul lavoro è un fallimento dello Stato, delle istituzioni, del sistema delle imprese- dice Cubito- Non è accettabile che nel 2025 si continui a morire cadendo da un’impalcatura.

È ora di dire basta alla logica del profitto a scapito della vita e della dignità dei lavoratori, siano essi dipendenti o datori di lavoro. Chiediamo con forza che venga fatta piena luce sulle dinamiche dell’incidente e che le autorità competenti verifichino il rispetto delle normative sulla sicurezza nei cantieri. Ma serve un cambio di passo urgente e strutturale: più controlli, più ispettori, più formazione, più prevenzione. La sicurezza sul lavoro non può essere un costo da ridurre, ma un diritto inviolabile da garantire. Lo ripetiamo da anni: il lavoro deve servire a vivere, non a morire” ha concluso così Cubito.

 

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