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Adrano, individuato e denunciato autore di atti osceni in luogo pubblico

Fabio Mancuso esprime profonda gratitudine a quanti hanno permesso di individuare il soggetto responsabile degli atti osceni.

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Giardino comunale Adrano Foto FAI

 

Si è posta la parola FINE agli episodi tra la follia e l’osceno che nelle scorse settimane hanno provocato un senso di disgusto ma anche preoccupazione e rabbia nella comunità adranita. Il responsabile ha, ora, un nome ed un volto ed è stato smascherato grazie alle denunce delle donne spettatrici involontarie di  volgari esternazioni ed esibizioni, da parte del soggetto, delle sue parti intime all’interno del giardino comunale di Adrano.

La vicenda si chiude dunque, nel migliore dei modi e dimostra che la collaborazione tra le parti sane della società produce esiti buoni. Nel caso in questione, sono stati determinanti il coraggio delle ragazze, il sostegno delle famiglie e l’azione della Polizia di Stato. Il grazie, come ha sottolineato con soddisfazione lo stesso sindaco della città, Mancuso, in una nota stampa pubblicata sul suo profilo FB,  va rivolto “alle giovani donne che hanno avuto il coraggio di denunciare senza esitazione, e alle famiglie che le hanno sostenute con fermezza e senso civico.
L’Amministrazione comunale esprime profonda gratitudine alla Polizia di Stato per aver individuato il soggetto responsabile degli atti osceni che, nelle scorse settimane, hanno indignato la nostra comunità.
Un episodio che ha generato rabbia e preoccupazione, ma che oggi trova una risposta concreta, grazie all’intervento pronto ed efficace delle forze dell’ordine. Adrano è una città che non si gira dall’altra parte.
Una città che reagisce, che difende la propria dignità, e lo fa con serietà.
La sinergia tra amministrazione e forze dell’ordine è la risposta più forte che possiamo dare: una risposta fatta di fatti, non di parole.
È in questo spirito che stiamo costruendo una comunità più sicura, più consapevole e più giusta.  A tutti i cittadini, rivolgiamo un messaggio chiaro:
denunciare è un atto di responsabilità.
Prima dei social, è alle forze dell’ordine che bisogna affidarsi.
È lì che nasce la vera giustizia.
Adrano continuerà a crescere e a difendersi con gli strumenti della legge, del coraggio e della collaborazione tra istituzioni e cittadini.

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Catania, auto della municipale di Biancavilla, multata dai vigili urbani del capoluogo etneo

Inizialmente si pensava che la Panda multata fosse in uso alla polizia municipale catanese.

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Un’auto della polizia municipale di Biancavilla in missione a Catania, in sosta in modo non appropriato, è stata multata dai vigili urbani del capoluogo etneo in via Gabriele Carnazza. Il fatto è successo nella giornata di ieri e a portare alla luce, soprattutto sui social, è stato l’avvocato Mattia Iachino Serpotta, molto attivo sui social. Il suo post è stato successivamente condiviso dal sindaco di Catania, Enrico Trantino.

Inizialmente si pensava che la Panda multata fosse in uso alla polizia municipale catanese e sanzionata da un vigile urbano in borghese. “Signore e Signori, con la voce rotta dall’emozione, nell’anno del Signore 2025, segnalo una macchina della Polizia locale di Catania (meglio noti come vigili urbani) multata da un loro collega in borghese, in via Gabriele Carnazza- si legge su “Facebook”- Non si vedevano queste cose dal ’65. Mi sono commosso. E Zurigo muta. Se io ti posso multare e voi potete multarmi, tutto il mondo si può multare” scriveva sui social l’avvocato Serpotta.

Tuttavia, come ha rilevato successivamente “Video Star”, l’auto multata appartiene al corpo della Polizia municipale di Biancavilla. Lo stesso sindaco di Catania Enrico Trantino aveva precisato che l’autovettura in questione è in dotazione ai vigili urbani di un altro Comune etneo.

“Non usiamo più Panda da quando abbiamo le nuove auto ibride ed elettriche”, fanno sapere da piazza Spedini.  Venuto a conoscenza della novità l’avvocato Serpotta ha aggiornato la “notizia”: “La  Polizia locale di Catania smentisce che sia una loro auto. Mi sembra ci sia materiale per un ricorso allora” ha scritto l’avvocato Serpotta.

 

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Cultura

Ragalna, Mille parole non basterebbero, una sinfonia sì

Presentato a Ragalna il secondo libro di Alfio Cartalemi: omaggio alla famiglia Chiara e alla forza educativa dell’arte

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Si è tenuta a Ragalna, presso il Palmento Arena e con il patrocinio del Comune, la presentazione del libro “La famiglia Chiara: Artisti per vocazione” del giornalista Alfio Cartalemi. L’evento, presentato da Mary Sottile, si è svolto in occasione del 40° anniversario dell’Autonomia e ha offerto intensi spunti di riflessione sul valore dell’arte, sulla memoria e sull’importanza della cultura come strumento formativo.

Alfio Cartalemi, al suo secondo volume dopo quello dedicato a Michelangelo Virgillito, ha spiegato la scelta della famiglia Chiara come protagonista del suo lavoro: una famiglia paternese dal grande talento musicale, che rappresenta un esempio virtuoso di dedizione e passione. Particolarmente toccante il ricordo di Benedetto Chiara, padre di Rosario, che fece parte della storica orchestra di Paternò. Il progetto editoriale, ha raccontato l’autore, ha preso forma durante il periodo della pandemia da Covid-19, un tempo di riflessione e riscoperta dei valori fondamentali.

Giuseppe Pappalardo, poeta e scrittore che ha curato la prefazione del libro, ha definito l’opera una “biografia meditata”. Secondo Pappalardo, il testo permette di distinguere tra talento, attitudine (cioè la capacità di trasformare il talento in abilità concreta) e musicalità, una qualità innata e misteriosa. Ha inoltre sottolineato l’importanza educativa del libro, che si contrappone alla cultura del “tutto e subito”, al consumismo e alla superficialità promossa dai social media. In questo contesto, la figura della famiglia Chiara si staglia come modello ispiratore per le giovani generazioni, sempre più disorientate da una “società liquida” — per usare le parole di Bauman — priva di punti fermi e progettualità.

La musicista e docente Norma Viscusi ha proposto un’analisi poetica e profonda dell’arte, intesa come espressione di vocazione e trascendenza. Ha messo in luce come la musica vada oltre il significato esplicito per accedere a un piano più alto, ineffabile, capace di comunicare ciò che le parole non possono esprimere.

L’intervento del professore Giuseppe Montemagno, docente di Storia Musicale presso il Conservatorio “V.Bellini” di Catania, ha confermato che il racconto del libro sul maestro Chiara, tracciato dall’autore, corrisponde ad un periodo delicato e di trasformazione del Teatro Massimo  e del prestigioso Conservatorio; il maestro Chiara oltre ad essere un ottimo violinista ha saputo alzare “la testa”.

La serata si è conclusa con l’esibizione dei violinisti Antonio Magrì e Angelo Di Guardo, noti come Violinisti in jeans ed ex allievi del Maestro Chiara, che hanno regalato al pubblico un momento di grande suggestione e intensità emotiva.

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