Prevenzione culturale, sostegno alle vittime e riforme giudiziarie al centro di una mozione parlamentare presentata dai deputati di Forza Italia Riccardo Gennuso e Stefano Pellegrino, capogruppo all’Assemblea Regionale Siciliana (ARS), al fine di proporre una serie di iniziative e provvedimenti per contrastare la violenza di genere e i femminicidi.
Mozione che mira ad intervenire su più fronti: dalla formazione obbligatoria per giornalisti e professionisti coinvolti nella gestione dei casi di violenza, all’introduzione dell’educazione affettiva nelle scuole, fino alla richiesta di sanzioni nazionali contro la pubblicità che oggettivizza il corpo femminile. “La violenza di genere non è un’emergenza sporadica, ma un fenomeno strutturale radicato in disuguaglianze culturali e normative” hanno dichiarato i due firmatari. “Serve un piano che agisca sulle cause profonde: stereotipi tossici, linguaggio e spesso rappresentazione mediatica distorti e carenze educative, senza dimenticare il rafforzamento del sistema giudiziario e dei servizi sociali”.
La mozione articola le sue proposte su due livelli: azioni regionali e sollecitazioni al Governo nazionale.
Sul piano nazionale, spicca la proposta di corsi di formazione per tutti i professionisti (fra cui vengono indicati anche i giornalisti) coinvolti a vario titolo nella prevenzione o gestione dei casi di femminicidio. L’obiettivo specifico, per quanto riguarda gli operatori dell’informazione, è quello di garantire un linguaggio mediatico corretto, evitando narrazioni che associano il femminicidio a presunti “raptus” o “amori malati”, sminuendo la premeditazione o colpevolizzando indirettamente le vittime.
Ma non solo, proposta anche l’introduzione di percorsi obbligatori di educazione affettiva e relazionale in tutte le scuole, con un monte ore dedicato alla prevenzione della violenza di genere. Altro elemento caratterizzante è la richiesta al Governo nazionale di rivedere le norme sulla comunicazione pubblicitaria, introducendo sanzioni efficaci per le campagne che riducono le donne a oggetti o perpetuano stereotipi di genere. Accanto alle proposte preventive, la mozione sollecita interventi repressivi: l’introduzione del reato autonomo di femminicidio nel Codice penale, con pene più severe, e il rafforzamento degli organici di questure, uffici giudiziari e servizi sociali che gestiscono i casi di “codice rosso”.
Sul piano regionale, si chiede la creazione di un Osservatorio permanente sulla violenza di genere, incaricato di monitorare il fenomeno, raccogliere dati e segnalare rappresentazioni sessiste nei media locali e di potenziare i centri antiviolenza siciliani e di istituire protocolli integrati tra Comuni, ASP e scuole per identificare precocemente situazioni a rischio, con particolare attenzione alle aree periferiche e ai contesti socialmente vulnerabili.
“Combattere i femminicidi richiede coraggio: quello di investire nella cultura, di sfidare stereotipi radicati e di pretendere giustizia tempestiva. Con questa mozione, vogliamo dare un segnale chiaro: basta vittime, basta complicità” cosi concludono Gennuso e Pellegrino