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Cronaca

Paternò, Fiamme e degrado al plesso scolastico “Falconieri”

L’incendio è divampato all’interno della zona vandalizzata, da tempo rifugio di fortuna per senzatetto e migranti.

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Stamani, intorno alle 9:30 nell’istituto comprensivo “G.Marconi” del plesso di via Falconieri di Paternò,  un incendio è divampato all’interno della zona vandalizzata dell’edificio, da tempo rifugio di fortuna per senzatetto e migranti. Secondo le prime ricostruzioni, le fiamme sarebbero scaturite da un fuoco acceso da uno degli occupanti, probabilmente intento a cucinare.

L’allarme è stato immediato. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco che, con grande tempestività, sono riusciti a domare il rogo ed evitare il peggio, mentre, l’uomo, alla vista dei soccorritori, si sarebbe dato alla fuga. La situazione resta critica. La parte dell’edificio interessata, già ampiamente compromessa da atti vandalici e da precedenti incendi, versa in condizioni disastrose. Una vera e propria minaccia, come hanno avuto modo di constatare i vigili del fuoco intervenuti sul posto poiché l’edificio è esposto al serio rischio di crollo, troppi incendi nel tempo e, l’accumulo di rifiuti, legna e vecchi mobili, potrebbero favorire nuovi episodi di grande pericolosità.

A rendere ancora più inquietante il quadro è la vicinanza con le sezioni regolarmente attive della scuola, frequentate ogni giorno da bambini della materna e delle elementari. Solo una parete separa infatti le aule scolastiche dall’area fatiscente.Insegnanti, genitori e la dirigente scolastica hanno più volte segnalato il problema alle autorità competenti e anche alla Procura, senza però ottenere interventi risolutivi. Nonostante i numerosi blitz della Polizia Municipale e i sigilli apposti per impedire l’accesso all’edificio vandalizzato, gli occupanti sono tornati a più riprese, abbattendo reti e barricate.

La vicenda riaccende l’attenzione su un’emergenza che appare sempre più urgente, tra rischi per la sicurezza e il degrado di un’area che continua a rappresentare una minaccia concreta per l’intera comunità scolastica.

Cronaca

Catania, arrestato minorenne per detenzione di droga ai fini di spaccio

Le indagini hanno fatto emergere il modus operandi dello spacciatore, il quale riceveva le “ordinazioni” di droga telefonicamente, per poi concordare un appuntamento per la cessione, e limitare la propria presenza su strada

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Aveva organizzato una vendita di droga a clientela “selezionata”, al riparo da occhi indiscreti e solo “su ordinazione”, il 17enne che è stato arrestato in flagranza dai carabinieri della compagnia di Catania Fontanarossa per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. I militari avevano appreso dell’esistenza di una piazza di spaccio di droga nei pressi di Piazza Aristotele, nel popoloso quartiere di Villaggio Sant’Agata.

Le indagini hanno fatto emergere il modus operandi dello spacciatore, il quale riceveva le “ordinazioni” di droga telefonicamente, per poi concordare un appuntamento per la cessione, e limitare, in tal modo, la propria presenza su strada e, di conseguenza, anche il rischio di imbattersi in un occasionale controllo da parte delle forze dell’ordine.

I carabinieri hanno discretamente vigilato l’intera area, notando ad un certo punto l’arrivo del 17enne a bordo di uno scooter. Il giovane si è dunque avvicinato ad un altro ragazzo a piedi, un catanese di 23 anni, cedendogli un piccolo involucro in cambio di una banconota.

Accertata la modalità di spaccio, gli investigatori sono intervenuti e, mentre un militare ha bloccato l’acquirente, recuperandola dose di marijuana appena ricevuta, l’altro ha inseguito il 17enne che, vistosi scoperto, si è nascosto nella toilette di un bar situato là vicino, con l’intento di disfarsi della droga gettandola nello scarico del wc.

L’intervento del carabiniere che lo ha bloccato e messo in sicurezza, ha anche evitato che la marijuana andasse dispersa: appena in tempo, il militare è riuscito a tirare fuori dall’acqua due dosi di marijuana, confezionate in egual maniera a quella appena sequestrata all’acquirente.

Per tal motivo, il 17enne è stato arrestato dai carabinieri e posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria presso il Centro di Prima Accoglienza catanese di via Franchetti.

 

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Cronaca

Paternò, le rivelazioni del nuovo pentito: «Legami tra il sindaco Naso e clan Morabito»

Il nuovo collaboratore di giustizia è Sebastiano Di Mauro: “So dell’esistenza di rapporti tra il sindaco Nino Naso e componenti della famiglia Morabito”. Naso: “Non sono turbato”

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Una testimonianza esplosiva rischia di avere ripercussioni pesanti sulla vita politica di Paternò. Il collaboratore di giustizia Sebastiano Di Mauro, recentemente entrato nel programma di protezione, ha rilasciato dichiarazioni che puntano dritto al cuore dell’amministrazione comunale.

“So dell’esistenza di rapporti tra il sindaco Nino Naso e componenti della famiglia Morabito”, ha affermato Di Mauro, riferendosi al presunto sostegno ricevuto durante la campagna elettorale da parte di esponenti legati alla criminalità organizzata. Le sue parole sono finite nei verbali depositati nell’ambito del processo con rito abbreviato scaturito dall’operazione “Athena”, che ha messo sotto la lente la presunta infiltrazione mafiosa nella politica locale.

Sebbene non fosse un esponente diretto di un clan mafioso, Di Mauro – conosciuto con il soprannome di “Ianu u’Pazzu” – operava in un gruppo dedito allo spaccio di stupefacenti, attivo per conto della famiglia Stimoli. Fu arrestato nel 2021 nel corso di un’operazione dei Carabinieri che portò a un maxi blitz e al fermo di 40 persone. A capo del gruppo, secondo gli inquirenti, vi sarebbe stato Santo Alleruzzo, ergastolano già condannato per duplice omicidio, associazione mafiosa e traffico di droga, detenuto nel carcere di Rossano.

Gli investigatori sostengono che Alleruzzo, approfittando dei permessi premio, tornasse periodicamente a Paternò per partecipare a summit mafiosi e impartire ordini. Le accuse contestate agli indagati a vario titolo spaziano dall’associazione mafiosa al traffico di droga, passando per estorsioni e una rete di truffe e falsi ai danni dell’INPS.

Di Mauro, con un colpo di scena inaspettato poco prima della sentenza, ha scelto di collaborare con la giustizia. La notizia della sua decisione è emersa solo di recente e le sue prime dichiarazioni hanno già avuto un forte impatto sul dibattito politico locale.

La posizione del sindaco Naso, accusato di voto di scambio politico-mafioso, è da tempo al vaglio della magistratura. Finora ha evitato misure cautelari, con una lunga vicenda giudiziaria che ha visto alternarsi richieste di arresto, rigetti, accoglimenti e infine un annullamento da parte della Cassazione. Naso, che ha sempre respinto ogni accusa, comparirà a settembre in un processo con rito immediato, richiesto volontariamente. Intanto prosegue il lavoro degli ispettori inviati dalla Prefettura per valutare l’eventuale condizionamento mafioso all’interno del Comune. Le nuove rivelazioni del collaboratore di giustizia potrebbero incidere in modo significativo su un quadro investigativo già complesso.

Le dichiarazioni del primo cittadino Nino Naso:

“In relazione alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Di Mauro di cui ho appreso il contenuto tramite i miei difensori, mi riporto a quanto già dai medesimi dichiarato: non siamo preoccupati, ci confronteremo con esse nel processo. Non sono turbato, sono sereno, dai contenuti si evidenziano dichiarazioni confuse, incerte e palesemente infondate. Ho piena fiducia nella magistratura e confido che presto questa vicenda possa chiarirsi una volta per tutte.”

 

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