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Cronaca

Catania, oggi i funerali di Santo Re, il 30enne ucciso da uno straniero irregolare

Le esequie alle 16.30 all’interno della Cattedrale del capoluogo etneo e la cerimonia sarà trasmessa anche in diretta sui canali YouTube dell’Arcidiocesi

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Saranno celebrati questo pomeriggio alle 16.30, nella cattedrale di Catania, i funerali di Santo Re, il 30enne pasticcere assassinato lo scorso 30 maggio nei pressi del porticciolo di Ognina nel capoluogo etneo da parte di un 37 irregolare dello Zimbabwe, John Obama. L’uomo è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato.  La cerimonia sarà trasmessa anche in diretta sui canali YouTube dell’Arcidiocesi di Catania. Il 37enne nell’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Ricostruendo i fatti, intorno alle 15 di venerdì scorso ieri, è giunta presso la sala operativa della Questura di Catania la segnalazione relativa alla presenza di un giovane accoltellato riverso a terra in una pozza di sangue all’interno di un bar-pasticceria di Piazza Mancini Battaglia.  Immediatamente sono state inviate le volanti giunte sul posto nel giro di pochi minuti. All’arrivo dei poliziotti, i dipendenti del bar e numerosi avventori hanno riferito che l’autore del reato era un uomo extracomunitario, aggiungendo che si trattava di un parcheggiatore abusivo che spesso opera in quella zona, del quale fornivano dettagliate descrizioni.

I poliziotti hanno subito capito di chi si trattava in quanto l’uomo era stato da loro più volte sanzionato proprio perché fermato mentre esercitava l’attività di parcheggiatore abusivo e, in due occasioni, era stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. Effettuata una perlustrazione nelle immediate vicinanze de luogo dell’omicidio gli agenti delle volanti hanno notato l’uomo in viale Alcide de Gasperi incrocio con via del Rotolo, mentre si allontanava correndo e hanno proceduto al suo controllo.

L’uomo aveva i vestiti e le mani sporche di sangue. A quel punto i poliziotti lo hanno fermato e condotto presso gli uffici della Questura. Durante le fasi dell’arresto il 37enne ha proferito frasi disconnesse e senza senso, pronunciando il nome della vittima farneticando. Un carabiniere, libero dal servizio, che aveva notato le ultime fasi dell’aggressione, ha rinvenuto e consegnato ai poliziotti l’arma del delitto, un coltello da cucina di grosse dimensioni, sporco di sangue. Esaminate nel contempo le immagini di videosorveglianza del sistema pubblico che ha permesso di ricostruire le fasi dell’omicidio. In particolare la vittima, terminata la giornata lavorativa, si è avviata verso la macchina parcheggiata nella discesa che conduce al porticciolo di Ognina.

Non appena il giovane è arrivato a metà della rampa, l’arrestato gli si è parato davanti. Dopo qualche secondo, il 37enne ha sferrato alcuni fendenti, almeno quattro, in direzione del giovane che l’hanno raggiunto al torace e all’addome che ha provato invano a difendersi indietreggiando. La vittima, nonostante le gravissime ferite, è fuggita in direzione del bar dove lavorava per chiedere aiuto, mentre il 37enne è fuggito in direzione di via Messina.

Proprio davanti al bar sostava in quei minuti un’ambulanza, che ha soccorso il ragazzo, accompagnandolo al vicino ospedale “Cannizzaro” dove poco dopo è morto nonostante tutti i tentativi messi in atto dai medici per salvarlo. Al contempo, presso gli Uffici della Questura è stata sentita una coppia di giovani che si trovavano presso il porticciolo e che avevano assistito alla scena. Anche altri dipendenti del bar sono stati ascoltati in ospedale, dove si sono precipitati per avere notizie del loro collega, dai poliziotti del commissariato Borgo Ognina. I colleghi di lavoro hanno riferito che la vittima conosceva bene l’indagato, al quale spesso offrivano da mangiare.

Cronaca

Belpasso, spento in serata l’inferno di fuoco

Il fuoco si è spostato a Paternò. Le fiamme hanno divorato i terreni attigui a Via della Libertà e quelli vicini allo stadio “Totuccio Bottino”. Tutti i focolai anche nel territorio paternese sono stati “spenti” nel tardo pomeriggio

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Sono state ultimate poco prima delle ore 20 le operazioni di spegnimento e di bonifica dell’incendio che dalle ore 11 di questa mattina ha devastato una vasta area che si estende dalla provinciale 56 /II alla provinciale 4/II. L’incendio è partito da contrada Scagliola ed è stato rogo alimentato da forte vento che ha divorato terreni coltivati a agrumi e uliveti, ma anche zone ricche di vegetazione spontanea e sterpaglie.

Diverse le abitazioni che sono state evacuate, alcune delle quali sono state danneggiate dal fuoco; ruderi di case di campagna divorate dalle fiamme.

Le fiamme, alimentate dalla presenza di sterpaglie e dalle condizioni meteo favorevoli alla propagazione, hanno minacciato anche un vicino deposito di legnami. Si è proceduto allo spegnimento ed alla messa in sicurezza dei luoghi provvedendo a contenere e circoscrivere il rogo, evitando conseguenze per le persone ed evitando che l’incendio coinvolgesse le vicine attività commerciali.

Sul posto sono intervenute le squadre dei Vigili del Fuoco dei Distaccamenti di Catania Nord, Sud, Paternò supportati da personale e automezzi inviati dalla Sede Centrale e con il supporto aereo di due elicotteri della Forestale e di una Canadair. Volontari della protezione civile provenienti da diversi comuni dell’hinterland catanese. I carabinieri della locale stazione hanno fatto evacuare almeno una trentina di abitazioni. A scopo precauzionale anche due ambulanze del 118; una decina di persone sono state soccorso in loco, le quali hanno fatto ricorso alle cure dei sanitari; sono state aiutate con la “somministrazione” di ossigeno in quanto sono rimaste leggermente intossicate. Oltre 10 mila metri quadrati di terreno è stato investito dal rogo. Scene di disperazione e rabbia tra coloro che hanno lasciato le proprie abitazioni.

Il fuoco si è spostato a Paternò. Le fiamme hanno divorato i terreni adiacenti allo svincolo per immettersi su Paternò posto sulla SS 284; un vasto rogo ha interessato le aree adiacenti Via della Liberta. Fiamme alte e un denso fumo che hanno reso difficile la visibilità agli automobilisti in transito.  Il fuoco si è poi esteso nei pressi dello stadio “Totuccio Bottino” con l’incendio che ha devastato una area ricca di vegetazione spontanea nonché di spazzatura. Sul posto hanno operato i vigili del fuoco del comando provinciale intervenuti per mettere in sicurezza alcune attività commerciali. A supporto dei pompieri anche un elicottero della forestale che ha effettuato diversi lanci di acqua. Incendi anche in altre zone di Paternò. In mattinata un rogo di vaste proporzioni in contrada Ponte Barca ha distrutto diversi ettari di terreni coltivati.  Rogo anche nella zona di Scalilli e in via Mongibello. In serata i vari roghi sono stati spenti .

“Il nostro territorio di Belpasso è stato interessato, purtroppo, da due fronti di fuoco importanti, il vento ha favorito il propagarsi delle fiamme- ha scritto il sindaco di Belpasso Carlo Caputo- Desidero esprimere la mia più profonda gratitudine a tutte le autorità con cui sono stato in contatto, a questi corpi e a tutte le forze dell’ordine che sono intervenuti prontamente in questa situazione di emergenza. Diverse utenze interessate dagli incendi sono rimaste senza energia elettrica. Enel a lavoro per ripristinare il tutto” ha concluso Caputo

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Cronaca

Belpasso, presi dai Carabinieri due rapinatori della gioielleria di via V. Emanuele

I due arrestati sono stati condotti presso il carcere di Catania Piazza Lanza. Indagini in corso per individuare il terzo complice

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I carabinieri della Stazione di Belpasso, supportati dalle competenze scientifiche del Raggruppamento Investigazioni Scientifiche RIS di Messina e della Sezione Investigazioni Scientifiche SIS del Comando Provinciale di Catania, hanno identificato due autori della violenta rapina avvenuta il 3 aprile scorso presso una gioielleria di via Vittorio Emanuele.

In particolare tre individui sono entrati all’interno del negozio fingendosi clienti interessati all’acquisto di preziosi. Dopo aver carpito la fiducia dei titolari, li hanno aggrediti: uno dei rapinatori ha estratto una pistola minacciando l’uomo, mentre un complice armato di coltello ha bloccato la donna.

I due coniugi sono stati colpiti con calci e pugni e poi immobilizzati con del nastro adesivo, mentre i malviventi hanno svuotato la cassaforte e le vetrine del negozio, riempiendo una borsa della spesa con il bottino.

Un terzo complice è intervenuto poco dopo per completare il colpo e cercare di manomettere il sistema di videosorveglianza, senza però riuscirci grazie alla prontezza della vittima. I tre sono infine scappati a bordo di una berlina nera.

Quando i gioiellieri sono riusciti a liberarsi hanno chiamato i carabinieri che, immediatamente giunti sul posto, hanno avviato le indagini. Attraverso l’analisi dei filmati del sistema di videosorveglianza e la raccolta delle testimonianze di alcuni passanti e altri commercianti della zona, i militari dell’Arma sono risaliti a un 36enne residente a Paternò, già gravato da numerosi precedenti per reati contro il patrimonio.

Le immagini estrapolate dalle telecamere, combinate con le foto segnaletiche dell’uomo presenti nella banca dati delle Forze dell’Ordine, hanno confermato l’identità del rapinatore.

Fondamentali anche le analisi tecniche svolte dal RIS di Messina, che ha isolato frammenti di impronte digitali dal nastro adesivo usato durante la rapina. L’elaborazione di tali tracce, infatti, ha portato all’identificazione di un secondo soggetto, un 40enne residente nella stessa zona.

Grazie al meticoloso lavoro degli inquirenti, è stato possibile ricostruire in dettaglio il percorso dei rapinatori sia per raggiungere la gioielleria che per darsi alla fuga, e ciò grazie anche alle telecamere di videosorveglianza cittadine e alla localizzazione del veicolo utilizzato dai malviventi; l’autovettura  è stata ripresa mentre, subito dopo il colpo, si è allontanata dal luogo della rapina e, proprio seguendone il percorso, i carabinieri sono riusciti a recuperare anche i telefoni cellulari sottratti alle vittime, gettati via durante la fuga.

I due rapinatori sono stati condotti presso il carcere di Catania Piazza Lanza. Indagini in corso per individuare il terzo complice.

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