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Eventi

Bronte, il 10 maggio giornata di screening contro i tumori al seno

“Le prenotazioni sono state tantissime. Non è stato possibile prenderne altre per il 10 maggio- dicono gli organizzatori-sarà difficile soddisfare tutte le richieste pervenute ma nessun posto andrà perso. La salute non può aspettare”

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foto Web Ministero della Salute

E’ in programma il prossimo 10 maggio a Bronte la giornata di screening gratuito per la lotta contro i tumori al seno. Una iniziativa promossa dall’Associazione dei Consumatori Aiace- Settore Diritto alla Salute, in sinergia con l’Officina Ortopedica Farmasan di Bronte e alla  collaborazione di Alessandro Belvedere, dirigente medico presso il Policlinico Universitario di Catania (MCAU).

La giornata di screening gratuito è rivolta a tutte le donne dai 18 anni in su, con l’obiettivo di promuovere la cultura della prevenzione e contrastare in modo efficace l’incidenza del tumore al seno, che ancora oggi rappresenta la neoplasia più frequente nella popolazione femminile.

Secondo i dati dell’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), in Italia ogni anno circa 55.000 donne ricevono una diagnosi di tumore al seno. Eppure, la prevenzione funziona: se diagnosticato in fase iniziale, il carcinoma mammario può essere curato con successo in oltre 90% dei casi. I programmi di screening e l’accesso tempestivo a controlli clinici adeguati hanno già salvato migliaia di vite negli ultimi anni. “Questa iniziativa si inserisce all’interno delle azioni concrete a favore della medicina del territorio, un presidio fondamentale per garantire salute e dignità a tutte le donne, soprattutto nelle aree interne dove spesso i servizi risultano poco accessibili”   dicono gli organizzatori con in testa il presidente di AIACE Giuseppe Gullotta. Le prenotazioni per la giornata di screening sono state tantissime. Non è stato possibile prenderne altre per il 10 maggio.

“La grande partecipazione ci conferma quanto ci sia bisogno di ascolto, attenzione e di un diritto alla salute realmente accessibile a tutti- dicono gli organizzatori- Per correttezza, abbiamo sospeso le nuove richieste: non sarebbe giusto raccogliere altri nominativi senza la certezza di poterli accogliere davvero. Sabato 10 maggio, nonostante il massimo impegno, sarà difficile soddisfare tutte le richieste pervenute ma nessun posto andrà perso. La salute non può aspettare.

La prevenzione è un diritto, ma anche una scelta di coraggio. In un’epoca in cui la tecnologia medica consente diagnosi sempre più precoci ed efficaci, è fondamentale creare occasioni di consapevolezza e solidarietà sul territorio. Le giornate di screening rappresentano non solo un’opportunità per accedere a controlli gratuiti, ma anche momenti di informazione, condivisione e cura collettiva. È per questo che simili iniziative meritano di essere replicate e sostenute, con il coinvolgimento delle associazioni, degli enti locali, del mondo sanitario e della cittadinanza tutta” concludono gli organizzatori.

Cultura

Catania, la storia si risveglia: Iulia segna il ritorno della memoria cristiana al Museo Diocesano

Un’epigrafe, una bambina, e il cristianesimo che affiora dal silenzio dei secoli

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Dopo 236 anni al Louvre, la lapide di Iulia Florentina è tornata nel luogo delle sue origini. E non è solo un reperto archeologico: Catania accoglie il primo segno certo della sua cristianità nascente, in una mostra che è insieme memoria, identità e visione.

La mostra “Revelare: Agata | Rivive | Iulia”, inaugurata al Museo Diocesano di Catania e visibile fino al 6 marzo 2026, è il culmine di una lunga attesa. Dietro c’è un lavoro corale – studiosi, archeologi, istituzioni e passione civile – ma soprattutto una figura chiave: la docente Cristina Soraci, storica dell’Università di Catania, che ha reso possibile questo evento.

Già nel 1958, lo storico Santo Mazzarino aveva tenuto una conferenza sull’epigrafe di Iulia Florentina, riconoscendone l’importanza nel contesto della cristianizzazione della Sicilia. Tuttavia, dopo quell’intervento, la ricerca cadde nel silenzio per molti anni.

Fu solo nel 2008, grazie all’intuizione di Padre Zito, che la lapide fece per la prima volta ritorno a Catania con un prestito temporaneo dal Museo del Louvre. Anche se l’esposizione durò solo due mesi, quell’evento riaccese l’interesse della città e pose le basi per un nuovo impegno di studio.

Negli anni successivi, la professoressa Soraci ha raccolto quella eredità, riprendendo la ricerca con passione e rigore. È merito di intellettuali aperti e lungimiranti se quell’intuizione, rimasta per anni inascoltata, si è trasformata in un percorso concreto che, attraverso lo studio delle forme semplici e degli accostamenti, permette di decodificare i segni utili a promuovere una nuova consapevolezza identitaria.

Iulia era una bambina. Nata pagana a Hybla Major, l’attuale Paternò, morì giovanissima dopo aver ricevuto il battesimo in punto di morte. La sua epigrafe – ricchissima, fitta, tenera… forse, unica nel mondo romano – parla di miracoli, di voce divina, e di una sepoltura tra i martiri, vicino a Sant’Agata. Non è solo un ricordo: è un indizio potente su come nacque e si diffuse il culto cristiano in Sicilia.

L’epigrafe fu ritrovata nei pressi di via Androne a Catania e, dopo varie peripezie che la collegano alla vita dell’architetto e massone francese Léon Dufourny, venne acquisita dal Louvre. Ora, grazie a un prestito permanente concesso dal museo parigino, torna nel cuore della città, accanto ad altri segni fondativi del cristianesimo etneo. Un ritorno non solo fisico, ma spirituale.

La Soraci lancia, inoltre, una piccola provocazione: questa lapide rappresenta finora la prima testimonianza cristiana certa dell’area catanese, ma potrebbero esistere altre tracce ancora da indagare. A riguardo, cita le ricerche del professor Dario Palermo, che anni fa aveva proposto l’avvio di scavi archeologici nell’area cimiteriale di Villa Bellini, ipotesi mai concretizzata.

Magali Coudert, Conservatrice capo del Dipartimento delle Arti di Bisanzio e delle Cristianità in Oriente del Louvre, ha spiegato che la stele non era mai stata esposta a Parigi per ragioni di spazio e per la rigorosa selezione delle opere. Tuttavia, ha espresso grande soddisfazione per la sua nuova collocazione a Catania, ritenuta il luogo più adatto ad accoglierla, pur restando proprietà del museo francese.

La diocesi di Catania sottolinea come la storia religiosa dell’epigrafe sia profondamente legata a quella del territorio, contribuendo a rafforzare l’identità culturale e spirituale della comunità.

Accanto a questa preziosa epigrafe, riemerge il paesaggio culturale di Paternò, la già citata Hybla Major e terra d’origine di Iulia. Un luogo che, grazie all’instancabile impegno dell’Archeoclub – sede di Ibla Major, e del Kiwanis Club di Paternò e Catania Est, è tornato al centro di una riflessione profonda, volta a restituire voce e dignità a un territorio troppo a lungo dimenticato. Ora, attraverso Iulia, quel paesaggio ritrovato si riallaccia in modo indissolubile al presente, segnando una nuova consapevolezza storica e identitaria.

All’inaugurazione erano presenti anche il sindaco di Catania, Enrico Trantino, e Lina Scalisi, presidente dell’Accademia di Belle Arti di Catania, a testimonianza del coinvolgimento delle istituzioni civili e culturali della città.

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Eventi

Catania, XXV edizione del “Premio Internazionale Chimera d’Argento”

Venticinque anni di successi, onorando il talento e l’eccellenza che rendono grande il nostro Paese

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L’Aula Magna dell’Università degli Studi di Catania ha ospitato la XXV edizione del “Premio Internazionale Chimera d’Argento”, riconoscimento conferito dall’Accademia d’Arte Etrusca, presieduta dall’artista Carmen Arena, a figure di spicco nei campi della giustizia, medicina, cultura, scienza, musica e giornalismo.

La cerimonia si è aperta con l’esecuzione dell’Inno di Mameli a cura degli allievi del Conservatorio “Vincenzo Bellini”. Il taglio del nastro è stato affidato alla Dott.ssa Marisa Scavo, già premiata nel 2024, che ha ricevuto un Riconoscimento Speciale per il suo impegno nella tutela delle fasce deboli.

La Presidente Arena ha ringraziato il Rettore Francesco Priolo per l’ospitalità e ha lodato la conduzione di Maria Rita Barba e dell’Avv. Santina Caffo, che ha definito il Premio una sorta di “Oscar delle eccellenze italiane”. Le statuette sono state arricchite da opere pittoriche firmate Arena, raffiguranti la Chimera – simbolo di coraggio e luce.

 

Premiati d’Eccellenza 2025

Istituzioni e Forze dell’Ordine

 

Carmelo Zuccaro, Procuratore Generale

Francesco Priolo, Rettore Università di Catania

Francesco Mannino, Presidente Tribunale

Giuseppe Bellassai, Questore

Maria Carmela Librizzi, già Prefetto

Maria Grazia Vagliasindi, già Presidente Corte d’Appello

Claudio Papagno, Comandante Carabinieri

Diego Serra, Comandante Guardia di Finanza

 

Giornalismo

Antonella Gurrieri

Francesca Aglieri Rinella

 

Medicina

Salvatore Carammа (anestesia e rianimazione)

Salvatore Bartolotta (urologia)

Salvatore Martino Curatolo (dermatologia)

Barbara Parolini (oculistica)

 

Musica e Canto

Vito Imperato (primo violino Orchestra Bellini)

Filippo Piccolo (tenore e docente)

 

Ricerca Scientifica

Stefano Branca, Direttore Osservatorio Etneo

Boris Behncke, vulcanologo INGV

 

Ricerca Culturale

Carmela Pace, Presidente Centro Studi Pirandelliani

 

Avvocatura

Giovanni Magrì, Foro di Enna

 

Riconoscimenti Speciali

Epifanio Comis, pianista e direttore d’orchestra

Giacomo Scuderi, giornalista

 

Un’edizione che conferma la vocazione del Premio alla promozione del merito e della cultura in ambito siciliano, nazionale e internazionale.

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