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Calcio, Eccellenza: il Paternò espugna Santa Croce e consolida il primato

La formazione rossazzurra sempre al primo posto in classifica: le immediate inseguitrici distanziate di ben 8 lunghezze

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Con una rete giunta ad inizio della seconda frazione di gioco, il Paternò di mister  Gaetano Catalano espugna lo stadio del Santa Croce, conquistando l’ennesima vittoria in campionato e staccando di ben 8 punti il trio di squadre che occupa la seconda posizione in classifica, ossia Città di Sant’Agata, Rosolini e Ragusa. Una gara difficile per il Paternò che ha affrontato una squadra, quella del Santa Croce, che ha lottato su ogni palla, puntando sull’agonismo per sopperire all’assenza di 4 giocatori squalificati; da parte sua il Paternò è sceso in campo, sia pure con il bomber Cocuzza assente e con Carioto in panchina, col piglio della grande squadra,deciso a fare sua la gara. Formazione rossazzurra che resta ancora imbattuta in campionato.

La cronaca. Il Paternò scende in campo aggredendo sin da subito gli avversari e rendendosi pericoloso al 6’ con La Piana, la cui bordata da oltre 25 metri impegna Cavone che devia sulla traversa. Alla mezz’ora su angolo di Privitera, Raimondi di testa manda sulla traversa. Replica dei padroni di casa al 35’: cross dalla destra di Ferraù  per la testa di Aprile, ma Bontempo anticipa l’avversario sfiorando però l’autorete.

La ripresa si apre come si era chiusa la prima frazione ossia con il Paternò in attacco. Ospiti in vantaggio al 3’: lancio di Cortese per Baglione che scatta sul filo del fuorigioco: si invola centralmente supera Cavone in disperata uscita e segna la rete del vantaggio a porta vuota. Il Paternò prova a controllare la partita sfiorando a più riprese il raddoppio con Passewe e Cortese. Al 12’ punizione da circa 20 metri battuta da Privitera, con un rasoterra bloccato a terra da Cavone. Al 19’ padroni di casa pericolosi con Minteh che sotto porta manca l’impatto con la palla. In pieno recupero Carioto di testa sfiora il raddoppio, a seguito dell’uscita a vuoto di  Cavone.

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ambiente

Adrano, oltre 300 telecamere contro inciviltà e degrado urbano

Tra le innovazioni più incisive, spicca l’introduzione di E-KILLER, una valigetta mimetica dotata di telecamera, pensata per contrastare l’abbandono illecito di rifiuti

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Adrano segna una svolta storica verso una città più sicura, ordinata e rispettosa delle regole. Con l’attivazione di oltre 300 nuove telecamere distribuite capillarmente su tutto il territorio urbano e periferico, l’amministrazione comunale rilancia con decisione il proprio impegno nella tutela del decoro e della legalità.

Dal centro storico alle zone industriali, da piazza Umberto fino alle aree periferiche, ogni angolo della città sarà monitorato in tempo reale, grazie a una rete di videosorveglianza intelligente. Il sistema, basato su tecnologie di ultima generazione, è direttamente collegato con le forze dell’ordine, garantendo un controllo costante e tempestivo su tutto il territorio.

Tra le innovazioni più incisive, spicca l’introduzione di E-KILLER. Si tratta di una valigetta mimetica dotata di telecamera, pensata per contrastare l’abbandono illecito di rifiuti. Collocata strategicamente nei punti più critici, E-KILLER si confonde tra i rifiuti e, senza farsi notare, registra e documenta i trasgressori in azione, fornendo prove inconfutabili per l’identificazione e la sanzione degli autori. Oltre al contrasto dei reati ambientali, la nuova infrastruttura rafforza la prevenzione contro furti, atti vandalici e danneggiamenti. Un investimento sulla sicurezza di tutti, reso possibile anche grazie alla sinergia costante con le forze dell’ordine locali.

“Lo avevamo promesso: Adrano sarebbe rinata – dichiara l’ Amministrazione – oggi aggiungiamo un nuovo tassello alla costruzione di una città più moderna, vivibile e rispettata.” Quella messa in campo non è solo una rete di telecamere, ma una rete di fiducia e corresponsabilità tra istituzioni e cittadini.

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giudiziaria

Catania, omicidio Filippo Raciti, la Cassazione annulla risarcimento di Speziale allo Stato

La Suprema Corte, riconoscendo un difetto di motivazione, ha accolto la richiesta presentata dall’avvocato Giuseppe Lipera e ha cassato la decisione di secondo grado rinviando a un nuovo collegio

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La Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza della Corte d’appello di Catania, emessa l’8 giugno del 2023, che aveva condannato a 100 mila euro di risarcimento per danni d’immagine, in favore del ministero dell’Interno e della Presidenza del consiglio dei ministri, Antonino Filippo Speziale, condannato a otto anni di reclusione per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, il 2 febbraio del 2007, negli scontri con gli ultra etnei fuori dallo stadio Massimino dove si disputava il derby col Palermo.

La Suprema Corte, riconoscendo un difetto di motivazione, ha accolto la richiesta presentata dall’avvocato Giuseppe Lipera e ha cassato la decisione di secondo grado rinviando a un nuovo collegio. Contro la decisione della Corte d’appello di Catania aveva presentato ricorso, che è stato rigettato dalla Cassazione, anche l’avvocatura dello Stato che aveva chiesto il ripristino del danno patrimoniale stimato in primo grado in 15 milioni di euro, in concorso con Daniele Natale Micale, anche lui condannato per la morte di Raciti, che era stato cassato in secondo grado.

Secondo la Cassazione “non è sufficiente la mera divulgazione delle immagini di un evento lesivo (riferendosi agli scontri degli ultras con le forze dell’ordine), ma è necessario dimostrare che da tale condotta sia derivato un effettivo pregiudizio all’immagine, intesa come reputazione” e ha sottolineato che “non è affatto detto che la visione di tali immagini abbia comportato discredito o una idea negativa dello Stato italiano e della sua capacità di reprimere le violenze”.

Il legale di Speziale l’avvocato Giuseppe Lipera ha affermato che la sentenza della Cassazione “segna un importante punto a favore di Antonino Speziale, annullando la condanna al risarcimento del danno all’immagine per le amministrazioni pubbliche e rinviando la questione alla Corte d’appello di Catania in diversa composizione anche per le spese del giudizio”.

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