Connect with us

giudiziaria

Catania, a giorni Francesco Curcio si insedierà alla guida della Procura etnea

Il neo procuratore ha ottenuto l’anticipato possesso dell’incarico con la firma da parte del Ministro della Giustizia Carlo Nordio.

Pubblicato

il

foto Web

Francesco Curcio,  a breve, si insedierà alla guida della Procura di Catania. Il neo procuratore  ha ottenuto l’anticipato possesso dell’incarico con la firma da parte del Ministro della Giustizia Carlo Nordio; un atto che permette di bypassare il “bollettone” con la “ratifica” delle nomine del Csm. La notifica al neo procuratore di Catania è arrivata nelle scorse ore.  Nei prossimi giorni lascerà la direzione della procura di Potenza. L’insediamento è previsto la prossima settimana. La data maggiormente accreditata è lunedì 11 novembre.

Intanto i procuratori aggiunti di Catania Francesco Puleio e Sebastiano Ardita hanno rinunciato alla richiesta di sospensiva cautelare avanzata al Tar del Lazio contro la nomina di Francesco Curcio a procuratore del capoluogo etneo, deliberata dal Plenum del Csm lo scorso 17 luglio. Francesco Puleio, che nel frattempo è stato nominato procuratore a Ragusa, il 17 luglio scorso ha ottenuto dal Plenum del Csm 12 voti contro i 13 di Francesco Curcio.

Il procuratore di Potenza è risultato eletto con un voto di vantaggio – in caso di pareggio sarebbe passato Puleio – e decisiva sarebbe stata l’assenza della consigliera Rosanna Natoli la cui preferenza sarebbe andata proprio al procuratore aggiunto etneo, ma che non ha votato dopo la denuncia del giudice Maria Fascetto Sivillo.

 

giudiziaria

Paternò, inchiesta “Athena”, anche per l’ex assessore Comis la Cassazione annulla con rinvio i domiciliari

A disporli alla fine dello scorso mese di settembre il Tribunale del Riesame, ma il provvedimento era stato sospeso, in attesa della sentenza definitiva della Corte Suprema

Pubblicato

il

Come per il sindaco di Paternò Nino Naso, anche per l’ex assessore Salvatore Comis la  Cassazione ha annullato con rinvio la decisione del Tribunale del Riesame che aveva disposto gli arresti domiciliari per l’ex amministratore paternese indagato, come il primo cittadino, nell’ambito dell’inchiesta “Athena” e accusato di voto di scambio politico mafioso.

In pratica la Cassazione ha accolto il ricorso della difesa di Salvatore Comis, l’avvocato Turi Liotta. La decisione della Corte Suprema è arrivata nel pomeriggio di oggi. Il tutto ritorna nelle mani del Tribunale di Catania, che dovrà fissare una nuova udienza davanti ad un’altra sezione del Tribunale della Libertà. Il sindaco Naso e Comis, su richiesta degli stessi indagati, affronteranno il processo con giudizio immediato. Ricordiamo che alla fine dello scorso mese di settembre il Tribunale del Riesame aveva disposto i domiciliari per Comis e Naso, ma sospesi, in attesa della sentenza definitiva da parte della Cassazione.

Sulla vicenda c’è da registrare un post dell’ex assessore Salvatore Comis sulla propria pagina social. “Sono stato sempre fiducioso sapendo della mia estraneità ai fatti. Mi sono sempre speso per il bene del mio paese con tanto impegno,dedizione e soprattutto onestà. Ringrazio immensamente le persone che mi sono state vicine in questi giorni difficili,la mia famiglia,i miei amici più cari e un importante ringraziamento va ai miei avvocati Salvatore Liotta e Mario Brancato che sin dal primo giorno hanno sempre riposto la loro fiducia in me. Purtroppo la vita a volte gioca brutti scherzi. L’importante è andare avanti con forza e caparbietà sapendo che tutto quello che è successo non ti appartiene” ha concluso Comis.

 

Continua a leggere

giudiziaria

Catania, condannato all’ergastolo l’infermiere che uccise due pazienti

Secondo l’accusa, a causare il loro decesso sarebbe stata la somministrazione di forti dosi di sedativi da parte dell’imputato

Pubblicato

il

foto WEB

A Catania la Corte d’assise di Catania ha condannato all’ergastolo l’infermiere Vincenzo Villani Conti, 52 anni, accusato dell’omicidio di due pazienti mentre erano ricoverate nell’ospedale Cannizzaro. Le vittime sono una ultrasessantenne e una ottantenne che morirono il 2 dicembre 2020 e il 16 gennaio del 2021.

Secondo l’accusa, a causare il loro decesso sarebbe stata la somministrazione di forti dosi di sedativi da parte dell’imputato.  L’inchiesta era stata avviata dopo una segnalazione alla Procura di due medici, uno psichiatra e uno psicologo, che lo avevano in cura e che, dopo aver raccolto le sue “confidenze”, hanno avuto dei sospetti che fosse accaduto qualcosa di grave, raccontando tutto in Procura.

L’infermiere avrebbe detto loro di essere “mosso da uno stato di preoccupante distacco emotivo maturato nei confronti dei pazienti a causa del comportamento vessatorio dei superiori”. er un collegio di consulenti nominati dalla Corte non ci sarebbe certezza sulla correlazione di causa ed effetto tra la somministrazione dei farmaci e il decesso, ma neppure del contrario.

Sul caso ha indagato la squadra mobile della Questura. Nel processo si erano costituiti come parte civile i familiari delle vittime, l’ospedale Cannizzaro e l’associazione Codici. I difensori dell’infermiere, gli avvocati Salvatore Liotta e Francesco Calabrese, attendono il deposito delle motivazioni per presentare il ricorso.

Continua a leggere

Trending