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Cronaca

Catania, ai domiciliari avrebbe preferito il carcere anzichè convivere coi familiari

Un 25enne si era reso protagonista di un episodio estorsivo ai danni di un minorenne e dopo la denuncia del ragazzino era finito ai domiciliari ma la convivenza forzata con la famiglia avrebbe rappresentato un problema insormontabile

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A Catania in meno di sette giorni un uomo di 25 anni è stato arrestato per tre volte. Dapprima per estorsione dai carabinieri della stazione di Piazza Dante, poi per evasione dagli arresti domiciliari da parte dei carabinieri della Stazione di Librino e, infine, è finito nel carcere di Piazza Lanza sulla base di un provvedimento dell’autorità giudiziaria che ha inteso aggravarne la misura cautelare.  L’uomo si era reso protagonista di un episodio estorsivo ai danni di un minorenne che, come testimoniato anche in un video, si era fermato per fare rifornimento di benzina al proprio motociclo ma era stato costretto a pagare il pieno di benzina, per quasi 100 euro all’auto del 25enne.

Dopo la denuncia del ragazzino, l’uomo era finito ai domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico, ma la convivenza forzata con la famiglia avrebbe rappresentato per il 25enne un problema insormontabile al punto che, dopo soli 6 giorni, ha deciso di telefonare ai carabinieri della stazione di Librino e preannunciare la sua evasione per quella che si potrebbe definire “causa di necessità”. Dopo pochi minuti i carabinieri hanno verificato la sua fuga dall’appartamento, segnalata anche dall’allarme del braccialetto elettronico, e hanno iniziato a cercarlo, rintracciandolo a poca distanza da casa, in compagnia della fidanzata che cercava di convincerlo a rientrare.

Ferma e perentoria la risposta del 25enne che ha riferito ai carabinieri di non avere intenzione di rimettere piede nell’abitazione e, ancor più, che qualora fosse stato costretto a farlo, avrebbe messo in pericolo l’incolumità dei familiari conviventi. A questo punto, di concerto con la magistratura, al fine di evitare spiacevoli conseguenze, l’uomo è stato arrestato per l’evasione e condotto  dapprima presso le camere di sicurezza della caserma di via Giovanni da Verrazzano e poi, dopo la convalida dell’arresto da parte del GIP, rinchiuso presso la Casa Circondariale di Piazza Lanza, in esecuzione dell’aggravamento della misura cautelare.

 

Cronaca

Catania, autopsia non fa chiarezza sulla morte della 38enne trovata impiccata

Saranno necessari altri esami supplementari e complementari ossia istologici e tossicologici

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foto "Repertorio"

Si è svolta questa mattina, al Policlinico di Catania, l’autopsia  sulla salma della 38enne trovata  impiccata, nei giorni scorsi, nel bagno dell’appartamento di villeggiatura sito a Fondachello, frazione marinara di Mascali, che la donna aveva preso in affitto assieme al compagno. Autopsia che non ha risolto tutti i dubbi : saranno necessari altri esami supplementari e complementari. In pratica saranno eseguiti esami istologici e tossicologici.

Ad effettuare l’autopsia il medico legale Cristoforo Pomara;  presente, come perito di parte, il dottore Raffaele Benanti, nominato dall’avvocato Francesco Marchese, legale del compagno della donna, che non è indagato, ma parte offesa nell’inchiesta. Intanto la Procura ha firmato il nulla osta per il rilascio della salma che è stata restituita ai familiari. La donna, da quanto verificato dai carabinieri della compagnia di Giarre che stanno indagando sul fatto, avrebbe avuto una lite con l’uomo, testimoniato dai diversi lividi presenti sulle braccia di entrambi e che poi avrebbe lasciato l’abitazione.Il corpo è stato trovato da uno dei figli della coppia.

La casa è stata trovata in ordine, e non è stato rinvenuto alcun messaggio da parte della donna. La coppia ha due figli Il compagno è stato sentito, come testimone, nella caserma dell’Arma da militari e dal sostituto procuratore di Catania di turno.  Al momento non è esclusa alcuna ipotesi sulle cause del decesso, compresa quella del suicidio

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Cronaca

Piana di Catania, attivata pompa di sollevamento del lago Biviere di Lentini

L’impianto permetterà un prelievo di circa 400 litri al secondo che consentiranno di distribuire acqua per usi irrigui a circa mille ettari di terreni

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foto web- sito "Guidasicilia"

“E entrata in azione oggi la prima delle due pompe di sollevamento del lago Biviere di Lentini, nel Siracusano”. A dirlo il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani il quale ha evidenziato che con questa soluzione l’impianto permetterà un prelievo di circa 400 litri al secondo che consentiranno di distribuire acqua per usi irrigui a circa mille ettari di terreni agricoli della Piana di Catania.

Nei prossimi giorni, sarà attivata una seconda pompa con la stessa capacità. I fondi per gli impianti, 600 mila euro, sono stati stanziati dalla Regione Siciliana attraverso un contributo straordinario al Consorzio di bonifica 9. “L’attivazione delle due linee di pompaggio – dice il presidente della Regione siciliana Renato Schifani – risolve il paradosso di un invaso in cui l’acqua c’è ma non era possibile utilizzarla per un guasto agli impianti. Adesso possiamo garantire l’approvvigionamento idrico agli agricoltori del territorio in difficoltà per il perdurare dell’emergenza siccità in Sicilia.

Il mio governo è impegnato quotidianamente nella risoluzione, da un lato, delle questioni più urgenti ma, allo stesso tempo, nella definizione di una strategia globale di miglioramento delle infrastrutture, al fine di migliorare la sostenibilità a lungo termine del sistema idrico locale”.

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