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Cultura

Catania, dall’Etna al Gran Sasso: Città Sant’Angelo e Nicolosi sempre più vicini

L’anima di questo ponte tra le due regioni resta il maestro Barbaro Messina, autentico ambasciatore culturale tra Abruzzo e Sicilia. Si tratta di un evento che celebra sapori, musiche, costumi popolari e soprattutto il calore umano di due popoli fieri delle proprie radici

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foto Barbaro Messina

Non poteva che essere un nuovo successo la sagra di Città Sant’Angelo, in Abruzzo, gemellata ormai da 24 anni con il comune siciliano di Nicolosi. L’edizione 2025 dell’evento, tenutasi in questi  giorni, ha rinnovato ancora una volta quel legame che unisce due territori apparentemente lontani, ma uniti da valori, tradizioni e persino dalla pietra: quella lavica e nera dell’Etna, e quella calcarea e chiara del Gran Sasso.

Un gemellaggio storico, alimentato ogni anno dallo scambio culturale tra le due comunità montane, alla presenza di autorità civili e istituzionali. Il sindaco di Città Sant’Angelo, Matteo Perazzetti, ha ufficialmente inaugurato la manifestazione con il classico taglio del nastro, affiancato dal primo cittadino di Nicolosi Angelo Pulvirenti,  dall’assessore comunale nicolositi Pina Gemmellaro, dal presidente del Consiglio regionale abruzzese Lorenzo Sospiri, dal dott. Antonio Belcuore (già commissario della Camera di Commercio di Catania), dal dott. Gennaro Strever (presidente della Camera di Commercio di Pescara) e dal parlamentare On. Guarino Testa.

Ma l’anima più profonda di questo ponte tra le due regioni resta il maestro Barbaro Messina, autentico ambasciatore culturale tra Abruzzo e Sicilia.

Anche quest’anno la sagra “Dall’Etna al Gran Sasso” ha attratto migliaia di visitatori da tutta Italia. Un evento che non è solo folclore, ma un momento identitario che celebra sapori, musiche, costumi popolari e soprattutto il calore umano di due popoli fieri delle proprie radici. Non sono mancati i suggestivi carretti siciliani, adornati con bardature e i tradizionali “friscalitti”, che hanno colorato le vie del borgo angolano.

La novità quest’anno che ha impreziosito i portici dell’antico borgo, è stata la selezione dei lavori più recenti. Fulcro della mostra, l’esposizione “La Sicilia nella Divina Commedia”, progetto artistico corale che intreccia l’immaginario dantesco con l’identità profonda della terra siciliana. Un’iniziativa voluta dal Comune di Nicolosi e realizzata dalla Scuola Museo della Ceramica su pietra lavica, che ha trasformato versi immortali in opere visive, in un viaggio simbolico tra Inferno, Purgatorio e Paradiso.

“La Sicilia, l’isola intravista nelle commosse fantasie degli antichi poeti, centro attivo di mitiche creazioni e di colonie elleniche fiorenti, poscia suolo contrastato di popoli conquistatori, ha prestato in ogni tempo alla letteratura materia feconda, or lusingando le menti colle sue bellezze naturali, or percuotendolo coi fenomeni di quel vulcano, che rende la terra più caratteristica non solo del Mediterraneo, ma di tutti i mari”. Così recita il testo che accompagna la mostra, pensata non come semplice esposizione, ma come invito alla riflessione, alla connessione autentica tra popoli e alla celebrazione dell’arte come linguaggio universale.

Alle parole di stima non sono mancati i ringraziamenti a chi ha creduto, lavorato e continua a investire in questo gemellaggio. Il futuro si costruisce proprio così: attraverso relazioni autentiche che, anno dopo anno, diventano patrimonio condiviso.

 

Cultura

Belpasso, al via la IV edizione del Mechané Festival

Dal 24 luglio al 6 agosto un programma ricco di eventi tra spettacoli, mostre e cultura popolare. Protagonisti i Carri di Santa Lucia e le nuove generazioni.

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Dal 24 luglio al 6 agosto 2025 torna a Belpasso il Mechané Festival, giunto alla sua quarta edizione. Una rassegna che intreccia arte, musica, teatro e memoria collettiva, con l’obiettivo di valorizzare la cultura popolare e il patrimonio immateriale del territorio. Promosso dalla Fondazione Carri di Santa Lucia e dalla Pro Loco Belpasso, con la direzione artistica di Gianni De Luca, il festival è patrocinato dal Comune di Belpasso, dall’Assemblea Regionale Siciliana e dall’Assessorato Regionale al Turismo, Sport e Spettacolo.

Il sindaco Carlo Caputo definisce il festival «un’opportunità preziosa per rafforzare i legami della comunità e promuovere la crescita culturale e sociale», mentre Gianni De Luca sottolinea l’intenzione di portare le tradizioni locali anche al pubblico estivo, solitamente meno coinvolto rispetto agli eventi di dicembre. Al centro della manifestazione ci sono infatti i celebri Carri di Santa Lucia, insieme a concerti, mostre, spettacoli teatrali e incontri letterari.

Si comincia il 24 luglio all’Arena Caudullo con l’inaugurazione della mostra “HeArt of Gaza”, che raccoglie disegni dei bambini palestinesi, e della collettiva “Un segno dell’arte”, a cura della Pro Loco. La serata si chiude con il concerto dell’Orchestra popolare del festival, che proporrà musiche della tradizione siciliana e mediterranea. Tra gli appuntamenti più attesi anche lo spettacolo teatrale “Efesto – cascu da’ celi”, scritto e diretto da Salvo Drago con musica dal vivo di Fabio Abate, in scena il 25 luglio al Cortile Russo Giusti, e il suggestivo Spettacolo tra i Carri di Santa Lucia dei quartieri Purgatorio e S. Rocco, previsto per il 26 luglio.

Il programma prosegue con la presentazione del libro “Il seppellimento di S. Lucia del Caravaggio” di Francesca Saraceno (28 luglio), un itinerario storico-artistico ai Ruderi di Malpasso (29 luglio), il Gran Galà delle Cantate con l’assegnazione del Premio Mechané alla cultura (30 luglio), e una serata di teatro e musica il 31 luglio con la commedia “Tanto è l’amore che va via”, seguita dallo spettacolo musicale “Canzoni di ieri e di oggi” con la band “Senza Fretta”.

Gran finale il 6 agosto in Piazza Sant’Antonio con la Spettacolazione del Carro di Santa Lucia del quartiere S. Antonio, uno degli eventi più identitari e partecipati dell’intera rassegna. Con questa edizione, il Mechané Festival continua a costruire un ponte tra passato e presente, con uno sguardo rivolto al futuro e alle nuove generazioni.

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Cultura

Vincenzo Spampinato e la strada che porta all’amore

Intervista al cantautore catanese che si racconta fra passato e futuro

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Prestigio e orgoglio per la musica leggera d’autore italiana e internazionale, ovvero Vincenzo Spampinato. Vi conduco a fare quattro chiacchiere con l’autore di grandi successi come “Per Lucia” e collaborazioni con nomi di grande calibro quali Franco Battiato, Lucio Dalla, Fausto Leali, Riccardo Fogli sino a Aretha Franklin, Brian Auger e Arthur Brown.

Spampinato, mi piacerebbe partire dal suo luogo d’origine, ovvero Catania. Cosa significa crescere artisticamente e avere un consenso di ampio respiro nella città etnea?
Catania negli anni ’70 era una città che pullulava di gruppi e band musicali, ma in un tessuto sociale ancora povero di spazi e ostile nell’accettare il nuovo sound che proponevamo noi “capelloni”.  Ma grazie ai nostri sogni, al nostro crederci, alla nostra costanza, Catania raggiunse il merito e la nomea di una nuova Seattle negli anni ’90!

Che effetto le fa pensare al futuro della nostra città e soprattutto come vorrebbe che sia musicalmente? 
La vorrei esattamente com’è, piena di pub, di spazi dove i giovani possano continuare a crescere nella musica e in ogni forma d’arte. Farei però più attenzione e creerei centri di aggregazione culturale, una sorta di Agorà dove far crescere un nuovo “pensiero” e nuovi stili di ogni tipo di arte.

Per otto anni è stato direttore artistico della manifestazione intitolata “Le Ciminiere e le Stelle” organizzata nel capoluogo etneo. Con quale trasporto emozionale ha condotto tale esperienza e oggi cosa sente di dire a chi non vuole o non può continuare questo evento come tanti altri appuntamenti culturali e centrali per la zona etnea?
Credo e spero di averlo fatto con passione e sacrificio, cercando di variegare l’offerta artistica per la nostra città, dando giustamente spazio anche agli artisti emergenti etnei. Oggi purtroppo noto che le istituzioni sono poco sensibili alla cultura e all’arte e mi auguro che si possa tornare a colmare questo vuoto,perché l’arte e la cultura alimentano i sogni e i sogni cambiano il mondo!

Lei cura anche le scenografie degli spettacoli e lo fa anche per i suoi concerti. La passione per la scenografia è pari alla passione che infonde nella sua musica? 
Io ho sempre creduto nel fatto che la musica si possa presentare in maniera semplice, ma se puoi dargli un vestito diverso e originale entra meglio nell’anima del pubblico.

Una domanda molto intima. Un cantautore come Lei può passare periodi in cui l’ispirazione va in soffitta? Ha avuto il timore che questa se ne andasse definitivamente?
Quando un artista non fa arte per il denaro, non perde mai la sua strada, la sua voglia di comunicare e va avanti dritto oltre tutte le montagne!

“Bella e il mare” è una delle Sue canzoni che vede l’eccezionale partecipazione di Lucio Dalla e parla di una ragazza non udente. Qual è stata la sua emozione appena sentito la voce del mare interpretata da questo grande artista?
Cercavo qualcuno che potesse far sentire l’utopia del mare, solo Lucio poteva tirar fuori le onde più belle dalle sue prodigiose corde vocali.

Lei, per la mancata uscita della Santuzza Agata a causa del Covid, compose “Frivaru senza Tia”. Ci rende partecipi della Sua emozione mentre dava alla luce questo brano?
Ci sono assenze che puoi sopportare e altre che non riesci ad accettare, S. Agata è fede, luce per noi catanesi!

“Judas” è il titolo di uno dei suoi album dove si allude a Giuda, il traditore del quale ci narrano i Vangeli. Secondo lei chi sono i nuovi Giuda in quest’epoca?
Occorre fare una precisazione e una domanda: Giuda volle tradire o gli fu chiesto di tradire? Per quanto mi riguarda i traditori sono sempre quelli che la storia ci ha fatto conoscere…quelli che fanno i loro sporchi interessi ai danni del popolo!

Lei compone anche in lingua siciliana e lo fa con orgoglio. Cosa significa scrivere in vernacolo e poi cosa dice alla gente, soprattutto giovane, che non frequenta la nostra lingua?
Il mio istinto verbale e di pensiero nasce in siciliano, meravigliosa lingua letteraria, ormai purtroppo passata in secondo piano, dimenticando Federico II, Cielo D’Alcamo e tutta la nostra scuola, dalla quale anche Dante ha imparato. I giovani, mi dispiace dirlo, dovrebbero frequentare più i libri e meno i social.

“L’amore nuovo” è il brano che ha cantato con il Maestro Franco Battiato. Secondo lei per suggellare un amore e renderlo sempre vivo e interessante, quali ingredienti andrebbero adoperati?
Tra le righe di questa mia canzone ho cercato con umiltà la strada che porta all’amore, tra sassi e baci credo che bisogna imparare a diventare semplici nel cuore e nei gesti per amare veramente.

Vincenzo Spampinato come vede Vincenzo Spampinato nel futuro?
Sono figlio di Socrate e della filosofia… Credo ad Eraclito l’oscuro… tutto scorre, cambia, sarebbe troppo monotono rimanere se stessi per sempre. Il nuovo porta avanti, ma mi si consenta non questo tipo di “nuovo” che attualmente stiamo vivendo, o meglio subendo, questo nuovo è vecchio, falso, è marcio e inquina, illude senza retorica le menti dei giovani!

Foto: Marcoraitano – Opera propria, CC BY-SA 4.0

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