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Cronaca

Catania, falsi invalidi: medici indagati, tra loro il presidente del consiglio di Paternò

Due medici sono finiti in carcere, tre ai domiciliari, mentre un sesto non può svolgere la professione medica per 12 mesi

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Con l’operazione “Esculapio”  scattata all’alba di oggi  i carabinieri della  Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Catania hanno dato esecuzione a sei  ordinanze di custodia cautelare,  emessa lo scorso 18 maggio dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania. Nell’ambito della stessa inchiesta  sono indagati a piedi libero altri 21 soggetti . I reati contestati sono concorso aggravato nei reati di truffa, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsa perizia e frode processuale.  Gli arrestati sono  Giuseppe Blancato, 69 anni e Antonino Rizzo 59 anni:entrambi sono finiti in carcere. Si trovano ai domiciliari  Sebastiano Pennisi , 58 anni, Carmelo Zaffora, 61 anni, Filippo Emanuele Natalino Sambataro,62 anni. Mentre per  Innocenza Rotundi (detta Barbara), 55 anni, è scattato il divieto di esercitare l’esercizio della professione medica per 12 mesi.

I soggetti destinatari della misura cautelare, medici generici e specialisti ( Antonino Rizzo, reumatologo e medico di medicina generale e  Giuseppe Blancato, medico di medicina generale, noto per essere stato individuato come il medico che curò il boss Nitto Santapaola durante la sua latitanza, fatto per il quale venne assolto) e alcuni di loro dipendenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania e strutture sanitarie convenzionate ( Carmelo Zaffora, psichiatra, direttore  del modulo complesso Catania Nord del dipartimento di Salute Mentale di Catania, Sebastiano Pennisi, fisiatra, presso l’ASP di Catania, Poliambulatorio di Ramacca e  Filippo Emanuele Natalino Sambataro, cardiochirurgo presso la Clinica Convenzionata Centro Cuore Morgagni di Pedara e Presidente del Consiglio Comunale di Paternò), sono stati sottoposti a indagini dall’ottobre 2018  al gennaio 2020, poiché avrebbero realizzato un articolato sistema fraudolento finalizzato  a far conseguire ai loro assistiti, generando certificazioni ideologicamente false e amplificando la portata di talune patologie, le indennità di accompagnamento o  di pensioni di invalidità, nonché tutti i conseguenti benefici previsti dalla L. 104/92 a favore di soggetti che, diversamente, non ne avrebbero avuto diritto. L’impianto  fraudolento  avrebbe permesso di realizzare cospicui profitti alle parti interessate, vale a dire agli stessi sanitari e ai loro assistiti, procurando, di contro, un notevole danno all’erario, ancora in via di quantificazione.

Le indagini, avviate anche grazie alla collaborazione di dirigenti dell’INPS di Catania, avrebbero accertato un fatto: i medici Rizzo e Blancato sarebbero coloro  che nel seguire  sin dall’inizio le pratiche di numerosissimi assistiti, finalizzate al riconoscimento  di particolari e gravi patologie da parte delle varie Commissioni Mediche, sia dell’ASP che dell’INPS di Catania, avrebbero conseguentemente portato a molteplici benefici previsti dalla legge. I due indagati si sarebbero avvalsi  i una fitta rete di altri loro colleghi specialisti (cardiologi, fisiatri, psichiatri e neurologi alcuni di questi dipendenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania) che, in cambio di laute somme di denaro avrebbero compilato certificazioni mediche alterate nella loro essenza se non del tutto false, idonee a fare risaltare patologie inesistenti o, comunque, difformi rispetto alla reale gravità; gli inquirenti avrebbero appurato che gli  assistiti sarebbero stati  indottrinati dagli indagati  affinché in sede di valutazione innanzi le competenti commissioni mediche accentuassero, fraudolentemente, le loro patologie e, in particolare, quelle concernenti le capacità cognitive e di deambulazione, anche utilizzando, in modo inappropriato, presidi sanitari (pannoloni, sedie a rotelle, stampelle, ecc…) al fine di palesare oltremodo la gravità della patologia in esame così, di fatto, inducendo in errore, in prima istanza la Commissione medica dell’ASP di Catania e, in sede di revisione, la Commissione Sanitaria dell’INPS di Catania.

Nell’insieme, l’impianto delinquenziale concepito da Blancato e Rizzo, fortificato dalle certificazioni falsificate degli specialisti compiacenti,  ha permesso a quest’ultimi di assicurarsi importanti benefici economici, nell’ordine di migliaia di euro mensili  e, conseguentemente, ai loro assistiti di ottenere importanti privilegi economici e lavorativi (pensioni privilegiate, esenzioni varie, benefici anche verso terzi congiunti ecc..). Nel complesso le indagini hanno portato alla scoperta di complessivi 12 casi di falsi invalidi e di elementi di reità nei confronti di altri 21 soggetti (assistiti e altri medici).

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Cronaca

Paternò, 235 mila euro dalla Regione per i cantieri di lavoro per i disoccupati

Il comune paternese figura tra i 68 enti destinatari della somma per realizzare i cantieri per coloro che si trovano senza lavoro, mentre il sindaco Nino Naso si è detto soddisfatto

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La Regione Siciliana ha approvato il piano di riparto delle somme  disponibili  sia per il finanziamento
dei cantieri di lavoro per disoccupati  sia per i cantieri di servizi. Con Decreto di approvazione piano di riparto per il finanziamento dei  cantieri di lavoro in favore dei Comuni dell’Isola di cui all’Avviso 2/2018 e al Comunicato prot. n. 25669/2023, il comune di Paternò figura tra i 68 destinatari per la realizzazione di un cantiere di lavoro per disoccupati. L’importo assegnato al Comune di Paternò è di € 235.155,79.  Il sindaco Nino Naso si è detto soddisfatto : ” Si tratta di un finanziamento importante che permette alla nostra città di ampliare lavoro e servizi oltre ad investire sul futuro del nostro territorio”.
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Cronaca

S. M. di Licodia, ancora furti notturni ai danni di esercizi commerciali

Sui furti indagano i Carabinieri per cercare di risalire ai colpevoli

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Ancora ignoti in azione a Santa Maria di Licodia, ai danni di diversi esercizi commerciali del paese. Ad essere presi di mira, sono stati negli  scorsi giorni una farmacia, un’ortofrutta e una macelleria, bersaglio di alcuni furti con scasso. La scoperta di quanto accaduto, in tutti e 3 i casi, sarebbe avvenuta al mattino, quando i proprietari delle attività commerciali si sono recati sul posto di lavoro per iniziare la giornata. Su quanto accaduto i Carabinieri hanno subito avviato le indagini per risalire ai responsabili di questi reati. Negli scorsi mesi, ad essere presi di mira erano stati già un rifornimento di via Aldo Moro, un negozio di abbigliamento ed un parrucchiere della centralissima via Vittorio Emanuele. La speranza, adesso,  è che con l’impegno delle autorità e il supporto della comunità, i responsabili di questi furti possano essere subito individuati per essere consegnati alla giustizia, restituendo un senso di sicurezza a Santa Maria di Licodia e alle sue famiglie.

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