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Cronaca

Catania, in arrivo al porto 700 migranti, attivata la protezione civile regionale

In corso la realizzazione di due tendostrutture per offrirgli accoglienza e sistemazione temporanea

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foto "Dipartimento regionale protezione civile"

Sono scattate già ieri in tarda serata le operazioni logistiche per il montaggio di due tendo strutture per accogliere i circa 700 migranti in arrivo al porto di Catania. La Protezione civile regionale, attivata dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e coordinata dal direttore generale Salvo Cocina, sta dando supporto al Comune di Catania per favorire la corretta accoglienza e la sistemazione temporanea dei migranti nell’ex hub vaccinale di via Forcile, a San Giuseppe La Rena.

“Il sistema di Protezione civile siciliano, con i suoi tecnici e il suo volontariato – ha detto Salvo Cocina-  è stato  mobilitato già nel pomeriggio di Pasquetta per dare assistenza alle operazioni di sbarco, coordinate dalla prefettura di Catania, e fornire una idonea sistemazione temporanea ai migranti”. Il dipartimento regionale della Protezione civile ha messo a disposizione due tendostrutture di 12 per 24 metri e le sta montando nel parcheggio di via Forcile, grazie ai suoi funzionari, esperti di logistica, e ai volontari accorsi dai comuni di Adrano, Bronte, Catania, Misterbianco, San Giovanni La Punta e Siracusa, per un totale di oltre 30 volontari e cinque funzionari operativi.

“I volontari e alcuni tecnici del Dipartimento, hanno lavorato tutta la notte- si legge sulla pagina social della protezione civile regionale- Una tensostruttura è stata fissata, resta da allestire la seconda perché in mattinata lo sbarco previsto, con centinaia di migranti in arrivo a Catania, necessita di spazi supplementari. Un grande segno di riconoscenza va espresso alle associazioni che con competenza e grande disponibilità, dalla sera di pasquetta si sono impegnate per allestire i nuovi spazi d’accoglienza- si legge ancora sulla pagina social della protezione civile- AVCS Protezione Civile di Siracusa, Protezione Civile gruppo comunale di Bronte, Gruppo comunale di protezione civile di Mascalucia, Protezione Civile Adrano, Le Aquile Misterbianco- Catania, Protezione Civile – P.A. Sicilia Emergenza, Anc sez. Guardia. Spirito umanitario e competenze tecnico logistiche, in questo caso, dimostrano ancora una volta l’eccellenza di un sistema tutto italiano, prezioso anche per gestire una emergenza così complessa come quella del fenomeno migratorio”.

 

Cronaca

Bronte, lavoro nero o fittizio per 11 ai domiciliari

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Il Comando Provinciale Carabinieri di Catania, durante una campagna di controllo “a tappeto” rivolta ai beneficiari delle misure di detenzione alternative al carcere ed in particolare a coloro i quali era stato consentito di svolgere un attività lavorativa all’esterno dei luoghi di espiazione della pena, ha scovato complessivamente undici soggetti impiegati “in nero” o che svolgevano fittiziamente l’attività lavorativa ed elevate contravvenzioni per 35.000 euro.

Obiettivo di tale peculiare attività, svolta dalle 2 Tenenze e 61 Stazioni Carabinieri capillarmente distribuite su tutta la Provincia etnea, con il supporto dei colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro, è stato dunque quello di vigilare sul rispetto degli obblighi connessi alla concessione dell’autorizzazione a recarsi al lavoro, garantendo al tempo stesso l’osservanza delle norme sulla sicurezza nel settore lavoristico e in materia di legislazione sociale da parte delle ditte resesi disponibili ad assumere questa tipologia di dipendenti.

Tra luglio e agosto, sia in città che su tutto il territorio della Provincia di Catania, i Carabinieri hanno pertanto proceduto al controllo di 150 individui ai domiciliari presso le altrettante aziende che avevano offerto loro un impiego.

Nell’ambito di tale contesto operativo, i Carabinieri della Compagnia di Randazzo, unitamente ai colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania, hanno controllato diverse aziende operanti nel settore agroalimentare di Bronte, al cui esito hanno scoperto 11 lavoratori in nero ed elevato sanzioni per oltre 35mila euro.

Nello specifico, durante un controllo di un’azienda agroalimentare sita in Contrada Roccarello, è stato controllato un operario adranita di 39 anni, il quale, da accertamenti è risultato essere sottoposto alla misura di prevenzione personale della Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di soggiorno, il quale non era stato regolarizzato per tutti i periodi in cui aveva lavorato per quella stessa azienda, pertanto per il titolare è scattata la maxi sanzione per lavoro nero pregresso dell’importo di 3.600 euro. Successivamente, dall’ispezione effettuata presso un’altra azienda agricola in Contrada Ginestrola, i militari hanno accertato che su 15 operai presenti al momento in azienda, ben 10 risultavano irregolari, in quanto non risultavano mai essere stati assunti né sottoposti alla prevista sorveglianza sanitaria. Il titolare dell’azienda è stato denunciato per omessa sorveglianza sanitaria dei lavoratori e contestualmente gli è stata comminata la multa di oltre 225.000 euro e l’emissione a suo carico di un provvedimento di sospensione dell’attività lavorativa. Infine, grazie all’attività degli operanti, è stato possibile recuperare contributi previdenziali ed assistenziali per 99.800 euro.

 

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Cronaca

Adrano, arrestato un 32enne per atti persecutori nei confronti della ex fidanzata

La relazione tra i due giovani sarebbe terminata perché la donna ha scoperto che il fidanzato avrebbe fatto uso di sostanze stupefacenti, ma anche il ragazzo sarebbe stato concorde con la ex, per poi pentirsene provando a riconquistarla

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Ad Adrano un uomo di 32 anni è stato arrestato dai carabinieri della locale stazione per atti persecutori nei confronti della ex fidanzata di 31 anni.  L’uomo è finito agli arresti domiciliari con dispositivo elettronico di controllo e con il divieto di comunicare con la persona offesa e con i suoi familiari.  Le indagini hanno fatto luce sulle condotte abituali e reiterate che sarebbero state poste in essere dal giovane, spesso sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, dallo scorso mese di marzo fino a qualche giorno fa, nei confronti della ragazza.

La relazione tra i due giovani sarebbe terminata perché la donna ha scoperto che il fidanzato avrebbe fatto uso di sostanze stupefacenti. Da parte sua il 32enne avrebbe posto fine alla loro relazione, per poi pentirsene dopo qualche settimana e cercare di riconquistarla. In tale contesto sarebbero iniziati i tentativi di contattare la ex mediante telefonate, messaggi e attraverso l’uso di tutti i canali social; il giovane avrebbe anche provato ad approcciare la ex contattando i suoi amici e familiari ma, dallo scorso mese di marzo, la donna ha deciso di non rispondere all’ex fidanzato. Nello scorso mese di luglio il 32enne si sarebbe appostato presso la casa di villeggiatura della ragazza per due ore, impedendole così di uscire. Due giorni dopo l’avrebbe nuovamente raggiunta e, aggrappatosi al cancello di ingresso, l’avrebbe sbattuto con forza.  Infine la notte successiva, sarebbe riuscito ad aprire il cancello della villetta di campagna e ad entrare in casa.

La ragazza, terrorizzata, si sarebbe nascosta al piano superiore dell’abitazione e sarebbe stata sua madre a bloccare il giovane all’ingresso e impedirgli di raggiungere la figlia.  Lo stalker si sarebbe allontanato, minacciando che “Non sarebbe finita qui” solo dopo l’arrivo del fratello della ex, il quale gli avrebbe detto con tono piuttosto deciso che avrebbe contattato le forze dell’ordine qualora lui non fosse andato via.  La documentazione prodotta dalla vittima in sede di querela ha dimostrato gli ossessivi tentativi praticati dall’indagato – coinvolgendo anche terze persone- di imporre un canale comunicativo alla ex compagna. La giovane, inoltre, ha più volte manifestato di essere consapevole della personalità dell’uomo e delle problematiche derivanti dall’uso di sostanze stupefacenti e ha manifestato il timore che l’ex potesse farle del male, aggiungendo anche di avere avuto la necessità di rivolgersi ad uno specialista “affinchè potesse curarla dall’ansia legata alla situazione che stava vivendo”.

 

 

 

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