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Cultura

Catania, la danza trionfa al “Premio Città di Catania”

Con una giuria d’eccezione guidata da Claudia Zaccari, Carlos Itrushiontz, Davide Bombana e Joy Womack

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Si è conclusa con un’esplosione di emozioni e talento l’edizione 2025 del Premio Città di Catania, il prestigioso concorso internazionale di danza classica e contemporanea che dal 1987 porta ai piedi dell’Etna artisti di fama mondiale. Il Teatro Stabile ha fatto da cornice a una competizione avvincente, dove tecnica, espressività e dedizione hanno brillato sotto gli occhi di una giuria d’eccezione.

Borse di studio e opportunità per giovani talenti

L’evento ha rappresentato non solo una celebrazione dell’arte della danza, ma anche un trampolino di lancio per giovani promesse. Sono state assegnate oltre trenta borse di studio, offrendo a ballerini talentuosi la possibilità di perfezionarsi in rinomate scuole di danza in Italia e all’estero, tra cui Brasile, Portogallo e Spagna. Dieci i premi speciali conferiti per musicalità, eleganza scenica ed espressività, a riconoscimento del valore artistico e interpretativo dei partecipanti.

Una competizione di alto livello

A calcare il palcoscenico sono stati circa cento danzatori provenienti da tutta Italia, pronti a mettersi in gioco davanti a una giuria di altissimo livello. Tra i membri, spiccano nomi come Claudia Zaccari, presidente di giuria e madrina della manifestazione, Carlos Iturrioz, Davide Bombana e l’étoile Joy Womack, la prima ballerina americana ad aver firmato un contratto con il Bolshoi Ballet. Proprio Womack è stata protagonista di un’esibizione mozzafiato nel gran galà finale, conquistando il pubblico con la sua straordinaria eleganza.

Un evento che fa brillare Catania nel mondo della danza

Anche quest’anno, il Premio Città di Catania ha ottenuto il patrocinio della Regione Siciliana, dell’Assessorato al Turismo, allo Sport e allo Spettacolo e dell’Assemblea Regionale Siciliana, confermando il suo ruolo di eccellenza nel panorama artistico internazionale.

A guidare la direzione artistica, con passione e dedizione, è stata ancora una volta la maestra Rossana Tortora, anima pulsante della manifestazione dal 1989. “Il Premio Città di Catania – ha dichiarato Tortora – è un appuntamento imperdibile per la danza, ma soprattutto una straordinaria opportunità per i giovani talenti di dimostrare il proprio valore. Il nostro obiettivo è quello di offrire loro un trampolino verso il successo, affinché questo palcoscenico possa portarli nei più grandi teatri e compagnie del mondo”.

Ancora una volta, Catania si conferma una capitale della danza, capace di coniugare arte, cultura e opportunità per le nuove generazioni. Il sipario si chiude su questa edizione, ma il sogno di tanti giovani ballerini è appena cominciato.

Cultura

Catania, il murale “Déjà-vu” di Ligama sulla circonvallazione della città

“Ho voluto rappresentare – ha spiegato l’artista – un’immagine familiare e allo stesso tempo destabilizzante: un ‘déjà-vu’. Un incontro con sé stessi, un gesto di cura in mezzo al caos urbano”

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È il verde, simbolo di natura, cura e rigenerazione, a dominare il nuovo eco-murales realizzato alla circonvallazione di Catania dall’artista Ligama.

L’opera, donata da Covei, storica concessionaria Volvo, in occasione dei quarant’anni di attività dell’azienda, è stata ufficialmente consegnata nella giornata di ieri alla città dall’Amministratore Delegato di Covei, Salvatore Gangi, alla presenza dell’Assessore alle Politiche Comunitarie Sergio Parisi e del docente dell’Accademia di Belle arti di Catania Salvatore Lo Giudice.

“Déjà-vu” si estende su una superficie di 150 metri quadri, dipinta su una parete ad alto scorrimento. L’opera è stata realizzata utilizzando colori al quarzo base acqua e innovativi colori fotocatalitici Airlite, rispettando i principi dell’economia circolare in tutte le fasi del suo ciclo di vita. Un progetto che unisce arte e sostenibilità, trasformando un angolo urbano, ad alto traffico, in uno spazio di riflessione e bellezza condivisa.

Il murales di Ligama per Covei è nato come un cantiere a cielo aperto, accessibile e visibile alla cittadinanza fin dal primo giorno. Una partecipazione condivisa anche dall’Assessore all’Ambiente, Ecologia e Verde Pubblico, Massimo Pesce, che nei giorni scorsi ha voluto essere presente di persona al cantiere.

Studentesse dell’Accademia di Belle Arti di Catania, guidate dai docenti Daniela Costa, Salvatore Lo Giudice e Giuseppe Puglisi, hanno affiancato Ligama nella realizzazione, partecipando attivamente a ogni fase. Al centro del murales, due figure femminili si osservano in silenzio, immerse in una rigogliosa vegetazione e illuminate dalla calda luce del tramonto. Una porge all’altra dei garofani bianchi e rosa: un gesto semplice ma intenso, che evoca gentilezza, cura, dialogo e riconoscimento reciproco.

La figura dai capelli dorati e carnagione chiara richiama Sant’Agata, patrona della città, simbolo di forza e devozione. Il titolo “Déjà-vu” evoca la sensazione di aver già vissuto quella scena, un riconoscimento imperfetto che richiama la natura ripetitiva e automatica della vita contemporanea. In questo contesto frenetico, l’opera si impone silenziosa e decisa tra il traffico, catturando per un attimo l’attenzione di chi passa e stimolando una riflessione profonda.

“Ho voluto rappresentare – ha spiegato Ligama – un’immagine familiare e allo stesso tempo destabilizzante: un ‘déjà-vu’. Un incontro con sé stessi, un gesto di cura in mezzo al caos urbano. L’opera invita alla consapevolezza, a rallentare e guardare davvero. Mi sono ispirato alla suggestione pittorica de ‘La riproduzione vietata’ di Magritte, per la sua forza visiva e concettuale”.

 

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Cultura

Nicolosi, “La Sicilia nella Divina Commedia”: in mostra arte, mito e materia

Si tratta di un progetto voluto dal comune nicolosita con la Scuola Museo della ceramica su pietra lavica dell’Etna. Un viaggio tra Inferno, Purgatorio e Paradiso con la guida degli artisti e del maestro Barbaro Messina

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Un viaggio tra Inferno, Purgatorio e Paradiso con la guida degli artisti e del maestro della pietra lavica, Barbaro Messina. Opus Aetna la lava si veste di colore. Non una semplice mostra, ma un invito alla connessione autentica, alla riflessione e alla celebrazione dell’arte come linguaggio universale. È questo lo spirito che anima l’esposizione “La Sicilia nella Divina Commedia”, un progetto artistico corale che intreccia la forza evocativa della poesia dantesca con il fascino eterno della terra siciliana. Progetto voluto dal Comune di Nicolosi con la Scuola Museo della ceramica su pietra lavica dell’Etna.

Ogni artista in mostra ha scelto di interpretare e raccontare la Sicilia all’interno del poema dantesco, attraverso opere uniche, dense di simbolismi, citazioni mitologiche e riferimenti alla cultura isolana. Non “fuliginosa” ma ricca di colori. Pezzi che spaziano dal moderno al classico, accomunati dalla figura inconfondibile di Dante – con il suo profilo aquilino e il berretto da poeta – e da una tensione narrativa che attraversa le tre cantiche.

All’interno della scuola museo, a fare da “damigelle” a queste creazioni inedite sono le opere provenienti da precedenti mostre, che accompagnano il visitatore in un percorso continuo tra memoria e innovazione.

“Grazie per la vostra attività – dice il vice sindaco e assessora allo sviluppo e Economia Pina Gemmellaro – questa scuola, prima un laboratorio, oggi una galleria di pezzi artistici unici”.

Il cuore pulsante della rassegna è rappresentato dal lavoro di Barbaro Messina, artista che da sempre si identifica con un materiale primordiale e potente: la pietra lavica. Per Messina, quella per la pietra non è una semplice scelta estetica, ma una vera filosofia artistica. “Madre Terra” – così lui stesso la definisce – diventa materia viva da cui trarre ispirazione. Le sue creazioni celebrano l’imperfezione e l’unicità, trasformando il difetto in cifra poetica, e costruendo un’idea di serialità fatta di pezzi irripetibili, proprio come gli esseri umani.

La mostra è divisa in due sezioni: la prima, dedicata agli studi e agli appunti visivi degli artisti; la seconda, più strutturata, propone moduli composti da nove pezzi ciascuno, in cui il decoro e il nucleo centrale ruotano attorno a una rappresentazione dantesca intensa e raffinata. Barbaro Messina, da tempo affiancato dal figlio Filippo, guida una squadra di artisti con mano sapiente, favorendo un dialogo fertile tra generazioni e linguaggi.

Un peccato non citarli tutti; Amata Tina, Barbagallo Angela, Basone Maria, Benfatto Maria Carmela, Bonaccorsi Orsola, Bongiorno Erica, Bongiorno Graziella, Catania Mariella, Cocco Alvaro, Coco Rosanna, Consoli Mariuccia, Consoli Mimma, Contraffatto Carmelo, Contrafatto Vittorio, Corrao Elvira, Cunsolo Anna Maria, D’arrigo Tiziana, Di Grande Romeo, Di Mare Ester, Di Salvo Gaetano, Distefano Dalila, Fazzio Chiara, Fragalà Loredana, Calvagno Nacy, Giuffrida Antonio, Giunta Enza, Guardo Anastasia, Gulisano Antonella, Mazzaglia Maria, Milici Miria, Navarria Lucia, Pane Laura, Panebianco Anna, Peritore Pietro, Pisale Biagio, Privitera Francesca, Rapisarda Cettina, Rapisarda Cinzia, Ruggeri Asia, Ruvolo Stefania, Santonocito Alfio, Sciacca Connie, Scuderi Salvatrice, Scuderi Santa, Spidaleri Rosa, Tarso Melita, Tassiu Dimitra, Tomaselli Salvo, Urzì Maria Luisa, Valenti Lucia, Virgillito Carmelo.  Alcuni di questi artisti, prima pittori maestri di olio su tela, oggi sperimentano la pittura su pietra, rinnovando la propria poetica attraverso un contatto diretto con la materia.

L’evento espositivo, inaugurato il 17 maggio, ha avuto un momento speciale sabato pomeriggio, con una conferenza riservata agli allievi del corso d’arte, tenuta dallo storico Pasquale Almirante. Almirante ha catturato l’attenzione dei presenti con un intervento appassionato e ricco di spunti.

Centrando la sua analisi sulla fisicità enigmatica di Dante, ha anche elogiato gli allievi per aver saputo cogliere e reinterpretare in chiave siciliana il tema proposto. Miti e simboli dell’isola si intrecciano così alla narrazione dantesca, in un’ideale convergenza tra la Scuola Siciliana voluta da Federico II e il dolce stil novo, in un dialogo continuo tra poesia, arte e identità.

In anteprima, l’incontro ha anche offerto una finestra sul tema della prossima edizione: Federico II, figura cardine della storia siciliana e già al centro di lavori precedenti del maestro Messina, in occasione dell’ottavo centenario della sua nascita.

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