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Cronaca

Catania, minore di Paternò arrestato per scippo: da identificare i due complici

Ha 16 anni il giovane paternese che, ieri pomeriggio, assieme ad altre due persone, sarebbe stato autore di un furto con strappo in via Etnea

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Un minore di 16 anni di Paternò è stato arrestato, a Catania, dagli agenti di polizia della sezione volanti, in quanto sarebbe coinvolto in uno scippo, in concorso, con altre due persone, ancora da identificare. In particolare , da quanto accertato dalla forze dell’ordine, il minore, nel pomeriggio di ieri, sarebbe rimasto coinvolto in un furto avvenuto lungo Via Etnea. Le volanti sono intervenute lungo il corso principale del capoluogo etneo, subito dopo aver ricevuto, dalla centrale operativa, la segnalazione di uno scippo. Prima dell’arrivo della pattuglia il 16enne è stato bloccato dal personale di polizia del Reparto Mobile, impegnato in una specifico servizio di controllo del territori. Gli stessi poliziotti della Mobile lo avrebbero individuato quale autore del furto con strappo.

Le indagini sono state suffragate dalle immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza cittadina della Questura, nelle quali il giovane sarebbe stato individuato insieme ad un gruppetto, composto da altri due elementi; grazie a questo i poliziotti hanno ricostruito le dinamiche del furto raccogliendo elementi tali che inchioderebbero il giovane alle proprie responsabilità. Il giovane è stato arrestato e rinchiuso presso il centro di prima accoglienza di via Raimondo Franchetti a Catania. Proseguono le indagini finalizzate alla individuazione e identificazione degli altri due complici.

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Cronaca

Catania, operazione “Turismo Sicuro”, controlli in 38 strutture ricettive

Sono stati denunciati 11 gestori e 24 multati per un importo complessivo di 42 mila euro

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. Una vasta operazione di controllo è stata condotta dalla Polizia di Stato in 38 strutture ricettive della provincia di Catania per verificare il rispetto delle prescrizioni delle licenze, gli adempimenti di legge e l’osservanza delle autorizzazioni amministrative, a tutela degli ospiti e del personale dipendente.

L’attività, denominata “Turismo sicuro”, è stata pianificata e condotta dai poliziotti della squadra amministrativa della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale della Questura di Catania.

I poliziotti hanno passato in rassegna diverse strutture alberghiere del catanese, rilevando numerose gravi irregolarità al punto da elevare, complessivamente, sanzioni per 42 mila euro.

Sono stati denunciati 11 titolari per mancanza del Certificato Prevenzione Incendi, il documento che attesta il rispetto delle indicazioni fornite dalla normativa di prevenzione incendi e la sussistenza dei requisiti di sicurezza antincendio nei locali, depositi, impianti ed industrie pericolose, individuati in relazione alla detenzione e all’impiego di prodotti infiammabili che, in caso di incendio, comportano gravi pericoli per l’incolumità delle persone.

Grazie alla proficua collaborazione con il personale del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco è stato possibile verificare l’elenco di tutte le strutture ricettive del territorio catanese in possesso della certificazione, individuando, attraverso una serrata attività d’indagine, gli alberghi non in regola.

In un altro caso, il gestore di un hotel, ubicato a Nicolosi, è stato denunciato per non aver comunicato le generalità degli alloggiati alla Questura, come previsto dalla normativa. In particolare, il titolare aveva fornito i nominativi di un solo componente di un gruppo di sette ciclisti, determinando un’evasione del fisco e un inadempimento delle prescrizioni previste per ragioni di sicurezza.

Inoltre, 24 albergatori sono stati multati per il mancato rispetto della normativa di settore; in particolare, 20 sanzioni sono state elevate nei confronti di altrettante strutture per l’aumento dei posti letti rispetto a quelli previsti nella SCIA, 2 per la mancanza della SCIA, una per l’omessa comunicazione del cambio di amministratore e una per la mancata esposizione del Codice Identificativo Nazionale.

 

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Cronaca

Catania, 26enne chiede alla Regione rimborso del 50% del prezzo dei voli mai effettuati

Richiesta di un rimborso pari a quasi 180 mila euro, riuscendo ad ottenerne più di 86 mila euro prima che la stessa Regione bloccasse il tutto, presentando una denuncia alle forze dell’ordine

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I finanzieri del Comando provinciale di Catania hanno provveduto al sequestro del saldo dei conti correnti e del conto titoli riconducibile ad un giovane di 26 anni indagato sia per truffa aggravata per aver conseguito erogazioni pubbliche sia per autoriciclaggio per aver prodotto documentazione falsamente attestante viaggi aerei sul territorio nazionale al fine di ottenere il rimborso di quota parte del prezzo dei biglietti spettante ai residenti nella regione Sicilia.

Lo studente ventiseienne, avrebbe avanzato, attraverso la piattaforma online SICILIAPEI – Bando Caro Voli, richieste di rimborso di biglietti aerei per un ammontare complessivo pari a quasi 180 mila euro, riuscendo ad ottenerne più di 86 mila euro prima che la stessa Regione, bloccasse le ulteriori elargizioni in attesa di verifiche più approfondite presentando, al contempo, una denuncia all’Autorità Giudiziaria. Le indagini hanno permesso dì acquisire elementi che dimostrerebbero come il giovane abbia messo in atto azioni tali a trarre in errore la Pubblica Amministrazione, contando sul fatto che i mandati di pagamento sono collettivi e che le autorizzazioni ai rimborsi riguardano un novero di soggetti tale da non far emergere subito cifre singolarmente “fuori scala”.

L’indagato avrebbe prodotto, attraverso software di grafica e scrittura, carte di imbarco finemente contraffatte riproducenti non solo ogni dettaglio dei documenti originali ma anche il QR Code che ne identifica univocamente le caratteristiche. I finanzieri hanno dovuto vagliare ogni singola istanza al fine di verificare l’attendibilità dei singoli documenti presentati per evidenziarne tutte le discrasie con gli originali, accertando come, per il solo mese di ottobre 2024, lo studente avrebbe richiesto ed ottenuto il rimborso di nr. 892 pratiche per voli eseguiti in quel mese, ricevendo contributi per 66.900 euro in relazione ad istanze relative a viaggi aerei nazionali eseguiti, almeno cartolarmente, nello stesso giorno e su più tratte contemporaneamente o comunque in un lasso temporale incompatibile con la presenza del giovane su due diversi aerei. Inoltre, le carte di imbarco si sono rivelate inesatte per diversi particolari relativi alla veste grafica e all’impaginazione.

Alla fine dell’attività di verifica, solo tre carte di imbarco e relativi rimborsi, si sono dimostrati legittimamente richiesti. Le indagini hanno permesso di ricostruire le movimentazioni finanziarie attraverso cui l’indagato avrebbe incassato il denaro e successivamente come lo avrebbe reinvestito in titoli di Stato e in fondi assicurativi poi smobilizzati allo scopo di incamerare ulteriori profitti.

La Procura ha emesso o un decreto di sequestro del saldo dei conti correnti e del conto titoli riconducibile all’indagato fino alla concorrenza dell’illecito profitto, quantificato in € 86.340,96.

“Ringrazio la Guardia di finanza e la Procura di Catania per l’indagine sulla tentata truffa ai danni della Regione Siciliana relativa ai rimborsi sul caro-voli. La segnalazione era partita dagli uffici dell’assessorato delle Infrastrutture e della mobilità che avevano riscontrato alcune anomalie in seguito ai controlli di routine e alla costante attività di monitoraggio delle istanze di rimborso. Ho seguito la vicenda fin dall’inizio ed esprimo soddisfazione anche per il sequestro delle somme al centro delle indagini che potranno, in caso di condanna, essere recuperate dall’erario regionale.

La misura contro il caro-voli si sta rivelando efficace, anche sul piano dei controlli, e sta aiutando tanti viaggiatori siciliani, a conferma della corretta strategia del governo Schifani”. Lo dice l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità, Alessandro Aricò, in merito alla denuncia nei confronti di uno studente ventiseienne, indagato per truffa aggravata e autoriciclaggio, che avrebbe percepito indebitamente i rimborsi previsti dalla Regione per i biglietti aerei.

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