Connect with us

In Primo Piano

Catania, operazione “Naumachia”, inferto duro colpo al gruppo “Nizza” del clan “Santapaola- Ercolano”

Una indagine che ha portato alla luce la figura di Giovanni Nizza, il quale, nonostante fosse in carcere, avrebbe continuato a dirigere il “gruppo” anche dalla prigione grazie alla “collaborazione” della moglie Maria Rosaria Nicolosi

Pubblicato

il

Con l’operazione antimafia “Naumachia” scattata all’alba di oggi i carabinieri del comando provinciale di Catania hanno inferto un duro colpo al clan Santapaola-Ercolano, in particolare al gruppo Nizza attivo nei quartieri di San Giovanni Galermo, Librino, San Cristoforo.

Militari dell’Arma che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 38 soggetti: 35 finiti in carcere, uno ai domiciliari con braccialetto elettronico e due risultano ancora irreperibili. Sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, acquisto, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, detenzione, porto e cessione di armi comuni e da guerra, ricettazione e estorsione, aggravati dal metodo mafioso.

L’operazione ha interessato, oltre il capoluogo etneo, anche le province di Siracusa, Enna, Asti, Agrigento, Caltanissetta, Napoli, Pavia e Palermo. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il Procuratore Vicario Agata Santonocito e il comandante provinciale dei carabinieri il Generale Salvatore Altavilla. Una indagine durata quasi tre anni dall’ottobre del 2020 al gennaio del 2023 e nel corso della quale è emersa la figura i Giovanni Nizza detto “Banana”, il quale a differenza, degli altri due fratelli Andrea e Daniele, rinchiusi al 41bis,nonostante fosse in carcere, avrebbe continuato a dirigere il “gruppo” anche dal carcere grazie alla “collaborazione” della moglie Maria Rosaria Nicolosi  che avrebbe avuto il ruolo di mantenere i contatti tra il marito in carcere e i sodali liberi, dando l’opportunità a quest’ultimi di partecipare alle videochiamate e ricevere cosi direttive dal carcere.

La donna, da quanto accertato dalla procura, avrebbe avuto un ruolo anche in specifiche attività operative. L’attività investigativa ha fatto emergere anche i vari avvicendamenti a capo del gruppo Nizza: inizialmente Silvio Corra (poi divenuto collaboratore di giustizia), seguito da Salvatore Scavone (anche lui collaboratore), quindi Natalino Nizza, figlio di Giovanni, affiancato da Rosario Lombardo (deceduto), uomo d’onore e uomo di fiducia dei fratelli Nizza.

Il gruppo, da quanto accertato aveva la disponibilità di rilevanti somme di denaro da investire nel traffico di stupefacenti al fine di garantirsi sempre maggiori guadagni da utilizzare anche per il mantenimento dei sodali e la dotazione di armi.  Nel Corso delle indagini sono emerse i profili di nuovi “figli d’arte”, in particolare Natalino Nizza e Salvatore Sam Privitera (adesso collaboratore di giustizia), quest’ultimo figlio di Giovanni Privitera.  I due figli d’arte, anche se minorenni, avrebbero avuto un ruolo particolare dentro il gruppo e sarebbero stati investiti da Andrea Nizza, latitante all’epoca. Natalino Nizza e Salvatore Sam Privitera sono stati arrestati il 12 giugno 2021 per l’omicidio di Vincenzo Timonieri, appartenente alla stessa consorteria mafiosa.

Nel periodo compreso tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, è stata documentata anche una violenta contrapposizione tra il clan Nizza e il gruppo rivale guidato da Lorenzo Saitta, che cercava di sottrarre ai Nizza il controllo delle piazze di spaccio.

Durante le indagini sono stati effettuati numerosi sequestri di armi e munizioni. Il 17 gennaio 2022 i Carabinieri hanno trovato 458 cartucce, ordigni esplosivi artigianali, pistole, mitragliatori e silenziatori. Il 28 gennaio dello stesso anno è stato sequestrato un ulteriore arsenale comprendente un AK/47, fucili a pompa, pistole e munizioni varie.

L’indagine ha portato alla luce anche la “devozione” del clan Nizza per le celebrazioni religiose in onore di Sant’Agata, patrona di Catania. Nel 2022 è stata documentata l’affissione ad una delle candelora  votive di uno stendardo recante, tra le altre, la parola “Banana” (storico soprannome di Giovanni Nizza) è stato affisso a una delle candelore votive, probabilmente quale ulteriore modalità dimostrativa del potere del gruppo e della capacità d’influenza. Nel 2023 in occasione sempre della festa di Sant’Agata e un bambino legato alla famiglia Nizza è stato ripreso mentre partecipava alla processione, seduto sulla stessa candelora.

 

In Primo Piano

Catania, auto della municipale di Biancavilla, multata dai vigili urbani del capoluogo etneo

Inizialmente si pensava che la Panda multata fosse in uso alla polizia municipale catanese.

Pubblicato

il

Un’auto della polizia municipale di Biancavilla in missione a Catania, in sosta in modo non appropriato, è stata multata dai vigili urbani del capoluogo etneo in via Gabriele Carnazza. Il fatto è successo nella giornata di ieri e a portare alla luce, soprattutto sui social, è stato l’avvocato Mattia Iachino Serpotta, molto attivo sui social. Il suo post è stato successivamente condiviso dal sindaco di Catania, Enrico Trantino.

Inizialmente si pensava che la Panda multata fosse in uso alla polizia municipale catanese e sanzionata da un vigile urbano in borghese. “Signore e Signori, con la voce rotta dall’emozione, nell’anno del Signore 2025, segnalo una macchina della Polizia locale di Catania (meglio noti come vigili urbani) multata da un loro collega in borghese, in via Gabriele Carnazza- si legge su “Facebook”- Non si vedevano queste cose dal ’65. Mi sono commosso. E Zurigo muta. Se io ti posso multare e voi potete multarmi, tutto il mondo si può multare” scriveva sui social l’avvocato Serpotta.

Tuttavia, come ha rilevato successivamente “Video Star”, l’auto multata appartiene al corpo della Polizia municipale di Biancavilla. Lo stesso sindaco di Catania Enrico Trantino aveva precisato che l’autovettura in questione è in dotazione ai vigili urbani di un altro Comune etneo.

“Non usiamo più Panda da quando abbiamo le nuove auto ibride ed elettriche”, fanno sapere da piazza Spedini.  Venuto a conoscenza della novità l’avvocato Serpotta ha aggiornato la “notizia”: “La  Polizia locale di Catania smentisce che sia una loro auto. Mi sembra ci sia materiale per un ricorso allora” ha scritto l’avvocato Serpotta.

 

Continua a leggere

Cultura

Ragalna, Mille parole non basterebbero, una sinfonia sì

Presentato a Ragalna il secondo libro di Alfio Cartalemi: omaggio alla famiglia Chiara e alla forza educativa dell’arte

Pubblicato

il

Si è tenuta a Ragalna, presso il Palmento Arena e con il patrocinio del Comune, la presentazione del libro “La famiglia Chiara: Artisti per vocazione” del giornalista Alfio Cartalemi. L’evento, presentato da Mary Sottile, si è svolto in occasione del 40° anniversario dell’Autonomia e ha offerto intensi spunti di riflessione sul valore dell’arte, sulla memoria e sull’importanza della cultura come strumento formativo.

Alfio Cartalemi, al suo secondo volume dopo quello dedicato a Michelangelo Virgillito, ha spiegato la scelta della famiglia Chiara come protagonista del suo lavoro: una famiglia paternese dal grande talento musicale, che rappresenta un esempio virtuoso di dedizione e passione. Particolarmente toccante il ricordo di Benedetto Chiara, padre di Rosario, che fece parte della storica orchestra di Paternò. Il progetto editoriale, ha raccontato l’autore, ha preso forma durante il periodo della pandemia da Covid-19, un tempo di riflessione e riscoperta dei valori fondamentali.

Giuseppe Pappalardo, poeta e scrittore che ha curato la prefazione del libro, ha definito l’opera una “biografia meditata”. Secondo Pappalardo, il testo permette di distinguere tra talento, attitudine (cioè la capacità di trasformare il talento in abilità concreta) e musicalità, una qualità innata e misteriosa. Ha inoltre sottolineato l’importanza educativa del libro, che si contrappone alla cultura del “tutto e subito”, al consumismo e alla superficialità promossa dai social media. In questo contesto, la figura della famiglia Chiara si staglia come modello ispiratore per le giovani generazioni, sempre più disorientate da una “società liquida” — per usare le parole di Bauman — priva di punti fermi e progettualità.

La musicista e docente Norma Viscusi ha proposto un’analisi poetica e profonda dell’arte, intesa come espressione di vocazione e trascendenza. Ha messo in luce come la musica vada oltre il significato esplicito per accedere a un piano più alto, ineffabile, capace di comunicare ciò che le parole non possono esprimere.

L’intervento del professore Giuseppe Montemagno, docente di Storia Musicale presso il Conservatorio “V.Bellini” di Catania, ha confermato che il racconto del libro sul Maestro Chiara, tracciato dall’autore, corrisponde ad un periodo delicato e di trasformazione del Teatro Massimo  e del prestigioso Conservatorio; il Maestro Chiara oltre ad essere un ottimo violinista ha saputo alzare “la testa”.

La serata si è conclusa con l’esibizione dei violinisti Antonio Magrì e Angelo Di Guardo, noti come Violinisti in jeans ed ex allievi del Maestro Chiara, che hanno regalato al pubblico un momento di grande suggestione e intensità emotiva.

Continua a leggere

Trending