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Eventi

Dal mare alla montagna, attesa per la tappa catanese del “Raid dell’Etna”

La corsa sulle curve della Sicilia con 77 auto storiche si concluderà nel cuore barocco etneo

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Ritornato in Sicilia – dopo la prima trasferta della sua storia in Calabria – il Raid dell’Etna 2019 prosegue la corsa sulle curve dell’Isola che condurranno le 77 auto storiche verso l’atteso traguardo: sabato 5 ottobre a Catania, si terrà in Piazza Università (alle ore 10) la Coppa delle Dame – gara riservata agli equipaggi femminili – prima della premiazione finale della manifestazione e dell’assegnazione dei trofei che avverrà alle 12.00 a Palazzo Platamone.

Particolarmente spettacolare la tappa di giovedì (3 ottobre) che ha visto l’arrivo delle vetture nella suggestiva Taormina per una visita del cento storico, seguita dalla sosta sulla riva di Marina di Cottone. Prima di salire di quota fino alla cima del vulcano, la tappa al Parco commerciale “Le Zagare” di San Giovanni La Punta, dove il giro è stato salutato da un folto pubblico di curiosi e appassionati che hanno raggiunto appositamente il centro commerciale da tutta la provincia per ammirare il passaggio delle splendide auto storiche.

Per la gara di regolarità, piloti impegnati nella prova della storica cronoscalata dell’Etna, conclusasi con la vittoria dell’equipaggio giapponese Yokota-Oki su Lancia Aprilia del 1937 con 55 penalità. Secondo classificato Claudio Seddio su Porsche 3000 Sc coupè dell’82 con 70 penalità, seguito dal duo Belotti-Marchesi su Jaguar XK 140 del Club Orobico Bergamo Corse con 84 penalità. La classifica generale rimane però guidata dagli italiani: in testa Ticchioni-Valentini su Alfa Romeo Giulia Gt junior (390 penalità), li seguono Belotti-Marchesi (481 penalità), davanti a Grillo-Zari del S.C.R.T. Lugano Club a bordo di Porsche 911 Sc 2.7 (490 p.).

Il Raid oggi (4 ottobre) arriva a Enna per una visita del centro storico e del Castello di Lombardia, tra le fortezze medievali più grandi d’Italia risalente alla dominazione normanna. Una tra le tappe-gioiello del patrimonio di Sicilia che l’evento sportivo internazionale riserva nel mix di sport e cultura che propone ai suoi partecipanti. Sul fronte della gara, attesissima la sfida che si terrà nello storico autodromo di Pergusa che, dopo le due serie di prove cronometrate in programma in giornata, decreterà la classifica finale.

In serata la partenza alla volta di Catania, dove domani (sabato 5 ottobre) il Raid conclude la sua corsa, nella cornice del centro storico barocco etneo.

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Eventi

Catania, XXV edizione del “Premio Internazionale Chimera d’Argento”

Venticinque anni di successi, onorando il talento e l’eccellenza che rendono grande il nostro Paese

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L’Aula Magna dell’Università degli Studi di Catania ha ospitato la XXV edizione del “Premio Internazionale Chimera d’Argento”, riconoscimento conferito dall’Accademia d’Arte Etrusca, presieduta dall’artista Carmen Arena, a figure di spicco nei campi della giustizia, medicina, cultura, scienza, musica e giornalismo.

La cerimonia si è aperta con l’esecuzione dell’Inno di Mameli a cura degli allievi del Conservatorio “Vincenzo Bellini”. Il taglio del nastro è stato affidato alla Dott.ssa Marisa Scavo, già premiata nel 2024, che ha ricevuto un Riconoscimento Speciale per il suo impegno nella tutela delle fasce deboli.

La Presidente Arena ha ringraziato il Rettore Francesco Priolo per l’ospitalità e ha lodato la conduzione di Maria Rita Barba e dell’Avv. Santina Caffo, che ha definito il Premio una sorta di “Oscar delle eccellenze italiane”. Le statuette sono state arricchite da opere pittoriche firmate Arena, raffiguranti la Chimera – simbolo di coraggio e luce.

 

Premiati d’Eccellenza 2025

Istituzioni e Forze dell’Ordine

 

Carmelo Zuccaro, Procuratore Generale

Francesco Priolo, Rettore Università di Catania

Francesco Mannino, Presidente Tribunale

Giuseppe Bellassai, Questore

Maria Carmela Librizzi, già Prefetto

Maria Grazia Vagliasindi, già Presidente Corte d’Appello

Claudio Papagno, Comandante Carabinieri

Diego Serra, Comandante Guardia di Finanza

 

Giornalismo

Antonella Gurrieri

Francesca Aglieri Rinella

 

Medicina

Salvatore Carammа (anestesia e rianimazione)

Salvatore Bartolotta (urologia)

Salvatore Martino Curatolo (dermatologia)

Barbara Parolini (oculistica)

 

Musica e Canto

Vito Imperato (primo violino Orchestra Bellini)

Filippo Piccolo (tenore e docente)

 

Ricerca Scientifica

Stefano Branca, Direttore Osservatorio Etneo

Boris Behncke, vulcanologo INGV

 

Ricerca Culturale

Carmela Pace, Presidente Centro Studi Pirandelliani

 

Avvocatura

Giovanni Magrì, Foro di Enna

 

Riconoscimenti Speciali

Epifanio Comis, pianista e direttore d’orchestra

Giacomo Scuderi, giornalista

 

Un’edizione che conferma la vocazione del Premio alla promozione del merito e della cultura in ambito siciliano, nazionale e internazionale.

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Cultura

Paternò, tra sogni e macerie: la storia, il prezzo della guerra, il futuro incerto

“Il passato non va dimenticato, non possiamo permettere che le vittime del 14 luglio 1943 siano morte invano. Se il futuro deve essere diverso, allora è nostro dovere difendere la pace, continuare a credere nei sogni”

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FOTO WEB

Paternò, prima del 14 luglio 1943, era un piccolo borgo dove la vita scorreva con una forza che si rifletteva nel sorriso degli abitanti, il frastuono dei carretti per le vie, venditori ambulanti. Pecorai che ogni mattina passavano per vendere il latte a vis a vi. A fera o luni, sempre affollata e nei suoni odori del quotidiano. Un paese che sembrava quasi destinato a un futuro prospero, un luogo dove le speranze degli uomini si intrecciavano con la terra generosa che lo circondava. Gli agrumi più ricercati, le arance e mandarini di Paternò. In quel borgo, la vitalità era palpabile e l’orizzonte si disegnava tra sogni di crescita e trasformazione, una realtà che sembrava promettere un domani migliore. Ma, come accade spesso, la storia non aspetta i desideri e le previsioni.

Paternò, infatti, non era solo un paese di campagna: era un centro militarizzato, dove la presenza dei soldati tedeschi e delle forze dell’esercito italiano segnava ogni angolo. L’armonia tra i militari e la gente del paese sembrava sorprendente per chi non avesse conosciuto la realtà dei piccoli borghi italiani durante la Seconda Guerra Mondiale. I soldati, stranieri e italiani, non erano visti come occupanti, ma piuttosto come una presenza naturale, quasi come se la guerra fosse una parte integrante di quel mondo. La pace, come la guerra, sembrava passare tra le vie di Paternò, e della Sicilia tutta mescolandosi con le storie quotidiane e le sfide di sopravvivenza.

E poi la storia, come sempre, non è fatta solo dai libri. La verità su quegli anni non è sempre quella che raccontano le cronache ufficiali. Gli italiani, pur fedeli agli alleati tedeschi, ressero il fronte fino a che poterono. Poi venne il crollo, la resa che segnò la fine di un’era. Lo sbarco e poi quella fatidica data, il 14 luglio del 1943, segnò l’arrivo del terrore dal cielo. Le bombe non piovvero solo sul paese, ma sulla speranza di un’intera generazione per lunghi anni. I testimoni del tempo, quelli che hanno perso genitori e parenti ancora oggi raccontano quei momenti, trasmettono il ricordo di un dolore che non è mai davvero passato. Dopo più di ottant’anni, ci sono ancora superstiti che raccontano per non dimenticare, per non lasciare che quelle vite spezzate siano solo un ricordo sbiadito nel tempo.

Drammatici giorni di sopravvivenza raccontati dalle testimonianze di Nino Lombardo, Giuseppe Virgillito, Giovanni Palumbo, Carmelo Ciccia e Barbaro Rapisarda con “Apocalisse a Paternò”.

Eppure, nonostante il terrore e il dolore che ha segnato quelle giornate, oggi, in questo mondo che sembra aver dimenticato il peso della storia, c’è chi gioca a ripetere gli errori del passato. La guerra, per alcuni, non è mai lontana. Le parole di guerra, giornale e tv vengono pronunciate troppo spesso, i conflitti si moltiplicano, mentre il mondo si prepara a sfiorare, ancora una volta, il baratro di una guerra globale. E noi, poveri cittadini di questo villaggio il mondo, subiamo le scelte di pochi uomini, lontani e indifferenti, che decidono delle nostre vite senza considerare il nostro futuro.

I racconti dei nostri nonni, che parlavano di sopravvivenza e di lotte quotidiane, per noi ultra sessantenni erano il nostro insegnamento. Quei racconti, lontani nel tempo ma vicini nel cuore, erano il nostro manuale di vita. Non erano solo storie di miseria, ma di coraggio e speranza, che ci spronavano a non arrenderci, a continuare a lottare nonostante le difficoltà.

Oggi, quei racconti non sono solo ricordi, ma insegnamenti che dobbiamo portare avanti. Perché il passato non va dimenticato, non possiamo permettere che le vittime del 14 luglio 1943 siano morte invano. Se il futuro deve essere diverso, allora è nostro dovere difendere la pace, continuare a credere nei sogni e, soprattutto, lottare contro le ingiustizie che i potenti del mondo impongono alle nostre vite. La memoria del passato deve essere il faro che ci guida oggi, per non ripetere gli stessi errori.

Intanto domani è in programma, da parte dell’amministrazione comunale, la cerimonia commemorativa dei bombardamenti su Paternò. L’evento avrà inizio alle ore 9.00, presso Villa Moncada, in memoria delle vittime della II Guerra Mondiale. Il rito si concluderà con l’omaggio floreale alla stele di padre Vincenzo Ravazzini.

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