Domenico Assinnata junior, figlio del boss Turi Assinnata, a Paternò, non è più collaboratore di giustizia. Ad annunciarlo, nel corso dell’udienza in cui era stata chiamato a testimoniare, nel procedimento in corso a Catania, per far luce sull’omicidio di Turi Leanza, è stato lui stesso. Un fulmine a ciel sereno in aula, con Domenico Assinnata junior collegato in videoconferenza.
Una decisione che ridisegna gli scenari di quanto ha fino ad oggi dichiarato, con le sue affermazioni sicuramente importanti per le forze dell’ordine, nell’ambito dell’attività di indagine, necessaria a far luce sull’azione criminale dei diversi gruppi malavitosi del comprensorio.
E
questa mattina, nuovo colpo di scena, sempre in Tribunale a Catania, nel corso
dell’udienza per il procedimento penale scaturito dall’operazione “Assalto”,
dei carabinieri della Compagnia di Paternò, fatta scattare il 28 agosto dello
scorso anno e con la quale vennero arrestate nove persone. Domenico Assinnata
junior ha detto in aula che quando aveva annunciato di voler collaborare con la
giustizia non era lucido, perché tossicodipendente, oltre a prendere
psicofarmaci. Il PM che sta seguendo il caso, ha deciso di riformulare la
condanna per l’uomo, con una richiesta che da 6 e 8 mesi (condanna che teneva
in considerazione, come detto, la sua decisione di voler collaborare con la giustizia),
passa a 20 anni.
Il
12 novembre nuova udienza con l’arringa dell’avvocato, Turi Milicia. Sempre per
lo stesso giorno è attesa la sentenza.