Nell’ambito dell’inchiesta antimafia “Naumachia”, scattata nelle scorse settimane a Catania e che aveva portato all’arresto di 38 persone, ritenute vicine al clan “Nizza”, branca della famiglia Santapaola-Ercolano, i carabinieri del comando provinciale di Catania, nelle scorse ore, hanno dato esecuzione a quattro nuove misure cautelari : due persone sono finite ai domiciliari mentre le altre due sono state raggiunte dalla misura dell’obbligo di dimora e della presentazione alla P.G.
I quattro sono accusati a vario titolo di ricettazione nonché “acquista, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti’. “L’attività investigativa ha consentito di accertare l’esistenza di un sistema organizzato e stabile, volto alla gestione delle risorse economiche del clan, mediante l’erogazione sistematica di somme di denaro – i cosiddetti “stipendi” – alle famiglie dei sodali detenuti, con l’obiettivo di mantenere saldo il legame con l’organizzazione e prevenire eventuali collaborazioni con la giustizia” scrive la Procura.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, tra le beneficiarie di tali somme vi sarebbero state le mogli dei fratelli Salvatore e Daniele Nizza. Le due donne avrebbero ricevuto fino a 2.500 euro al mese, denaro proveniente dalle attività illecite del gruppo, come forma di sostegno e per rinsaldare il vincolo di lealtà.
Il Gip ha ritenuto opportuno applicare, per una delle due donne, l’obbligo di dimora con rientro notturno e, per la seconda, l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.
Per quanto riguarda uno dei soggetti finito ai domiciliari, il GIP ha applicato la misura degli arresti in casa con controllo elettronico e divieto di comunicazione con persone diverse dai conviventi e dal difensore.
L’uomo avrebbe partecipato a operazioni di approvvigionamento di stupefacenti destinati al mercato catanese.
Analoga misura cautelare è stata disposta per il secondo soggetto colpito dai domiciliari, il quale si sarebbe nel tempo occupato di rifornirsi di stupefacenti per poi rivenderli (come risulterebbe da intercettazioni e da dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia).