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Cronaca

Giochi proibiti a Randazzo, una denuncia dei carabinieri e una multa di 10mila euro

Servizio di controllo dei militari e del personale dell’Agenzia Dogane e Monopoli

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Un 36enne di Randazzo è stato denunciato dai carabinieri, coadiuvati da personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, poiché ritenuto responsabile della violazione di legge sulla mancata esposizione della tabella dei giochi proibiti.

Nell’ambito di un servizio mirato alla prevenzione e repressione del gioco illegale, eseguito anche per salvaguardare tutte quelle persone che a causa dei giochi d’azzardo sperperano i loro denari, causando un danno a se stessi ed alle loro famiglie, i carabinieri hanno controllato diverse sale da gioco.

In una di queste, in via Angelo Musco, si è accertato come il proprietario avesse omesso di esporre al pubblico la tabella dei giochi proibiti, contravvenendo a quanto imposto dalla normativa.

Il personale del Monopolio ha provveduto a porre sotto sequestro una macchina elettronica priva del previsto collegamento alla rete dei monopoli di stato ma connessa ad un sito estero illegale, elevando anche una sanzione amministrativa equivalente a 10mila euro.

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Cronaca

Paternò, operazione “Athena” la Procura presenta ricorso contro ordinanza del Gip

Si tratta di un appello contro la decisione del giudice per le indagini preliminari di rigettare la richiesta di emettere un’ordinanza cautelare nei confronti del sindaco Nino Naso e di altri sei indagati

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La Procura di Catania ha presentato appello contro la decisione del gip Sebastiano Di Stefano Barbagallo di rigettare la richiesta di emettere un’ordinanza cautelare nei confronti del sindaco di Paternò Nino Naso, dell’ex consigliere comunale ed ex assessore nella prima giunta Naso, Pietro Cirino, e di un assessore dell’attuale giunta, Salvatore Comis, tra gli indagati dell’operazione Athena eseguita ieri dei carabinieri della compagnia di Paternò. Sarà il Tribunale del riesame tra 10-15 a valutare il ricorso della Procura.

Il reato ipotizzato, in concorso con due presunti esponenti del clan Morabito legato alla famiglia Laudani di Catania, Vincenzo Morabito e Natale Benvenga, è di scambio elettorale politico-mafioso. Cirino è tra i quindici destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita ieri, ma per altri reati. Il gip ha ritenuto che sia  da escludere la sussistenza dei necessari gravi indizi di reato riguardo alla posizione del sindaco Naso. Secondo il giudice l’assunzione di due persone vicino alla cosca in un’azienda che si occupa di rifiuti e il presunto il sostegno elettorale non appaiono prospettabili e, citando un provvedimento della Cassazione, ricorda che ai fini della configurabilità del delitto di scambio elettorale politico-mafioso è necessaria la prova che l’accordo contempli l’attuazione o la programmazione, di un’attività di procacciamento di voti con metodo mafioso.

L’appello riguarda complessivamente sette indagati. Tra loro Naso, Cirino, Comis e Benvegna, per il capo 22 dell’imputazione, lo scambio elettorale politico-mafioso, per i quali la Procura chiede al Tribunale di disporre la custodia cautelare in carcere e gli arresti domiciliari con l’uso del braccialetto elettronico per Morabito. Il carcere è chiesto per altri capi d’imputazione per tre indagati arrestati ieri. Intanto da domani pomeriggio inizieranno gli interrogatori di garanzia delle persone arrestate, tra cui l’ex assessore Naso, Pietro Cirino. Il collegio difensivo degli arrestati è composto dagli avvocati Giuseppe Camonita, Roberta Castorina, Antonio Giuffrida, Carmelo Lo Presti e Vittorio Lo Presti.

Intanto si moltiplicano gli interventi delle opposizioni che chiedono al sindaco Naso e all’assessore Comis di dimettersi. In particolare la senatrice Enza Rando, responsabile Legalità del Partito Democratico e componente della commissione parlamentare Antimafia ha specificato che “il Ministro dell’Interno, così come è stato solerte in altre situazioni, non esiti a fare valutazione sulla nomina di una commissione di accesso. Le accuse pesanti di rapporti con i clan richiederebbero almeno le dimissioni degli esponenti politici del centrodestra coinvolti”.

Intervento anche del Movimento 5 stelle per voce del deputato regionale Martina Ardizzone: “Abbiamo atteso che la nebbia di diradasse un po’ prima di inviare delle note ufficiali, le vicende giudiziarie che hanno coinvolto esponenti politici, dell’ attuale e della scorsa amministrazione, impongono moderazione e un’ oculata osservazione dei fatti. Che quanto emerge dall’ordinanza del Gip abbia dei connotati a tratto incredibili è fuori dubbio – dichiara Martina Ardizzone deputata ARS – a maggior ragione se ad essere coinvolti sono il Sindaco Naso e un assessore (Comis). Dalle loro dichiarazioni emerge la totale estraneità ai fatti e spero con tutta me stessa che sia effettivamente così, ma che il clan mafioso dei Morabito-Rapisarda abbia scelto di sostenere Naso e Comis durante la scorsa campagna elettorale credo sia fuori dubbio. Il sindaco non può solo dirsi “tranquillo” ma è doveroso che prenda delle distanze nette e dica che non ha nulla a che fare con la mafia e che questa va condannata in tutte le sue forme. Le intercettazioni che riguardano Cirino e Comis (rispettivamente ex ed attuale assessore della giunta Naso), sono gravissime e riguardano la gestione clientelare di gare d’appalto e lavori pubblici, ed è vomitevole pensare di poter fare quello che si vuole con la “cosa pubblica” intendendola come “cosa loro”. Mi aspetto che l’attuale giunta e il consiglio comunale chiedano a gran voce le dimissioni di Comis. Sto valutando di presentare una interrogazione in commissione antimafia per chiedere al ministro Piantedosi di verificare la natura dei rapporti tra l’amministrazione e il clan mafioso dei Laudani. Anche se non hanno natura penalmente rilevante, potrebbero inficiare il buon andamento della Pubblica Amministrazione”.

Il Presidente provinciale di Fratelli d’Italia, Alberto Cardillo e il capogruppo consiliare di Fratelli d’Italia, Alfio Virgolini hanno sottolineato il fatto ch il sindaco Naso “possa dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati. Non ci fa velo il fatto di essere come FdI, sin dall’inizio di questo mandato elettorale, fortemente all’opposizione della sua giunta civica. Allo stesso tempo però, data la natura delle accuse, riteniamo opportuno che il sindaco Naso ed i consiglieri comunali facciano spontaneamente un passo indietro, permettendo di ridare al più presto voce agli elettori paternesi”.

Solidarietà al sindaco paternese arriva, invece, dal gruppo consiliare del movimento per l’autonomia di Paternò :  “Un fulmine si è abbattuto sulla nostra comunità Paternese, destabilizzandone la tranquillità e scatenando un vero e proprio sconvolgimento non solo giudiziario ma anche politico. Il Gruppo e i Componenti dell’ MPA, esprimono al Sindaco vicinanza e solidarietà per l’episodio che suo malgrado lo vede coinvolto. Confidiamo ed esprimiamo piena fiducia nell’azione e nell’operato che svolgerà la magistratura, attuando e mettendo in pratica i principi della legalità con la massima trasparenza”.

 

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Cronaca

Paternò, operazione antimafia “Athena”, le reazioni della politica cittadina

Il Movimento 5 stelle chiede dimissioni di Naso e Comis, il coordinamento comunale di Fratelli d’Italia guarda al Ministero dell’Interno, mentre i Dem denunciano il fatto che la ricerca del consenso è inquinato

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Salvatore Comis e Nino Naso

E sull’inchiesta antimafia “Athena” che vede indagati il sindaco Nino Naso e l’assessore Salvatore Comis con l’ex consigliere e ex assessore Pietro Cirino che è stato arrestato, sono state diverse le reazioni della politica locale e nazionale. Sull’inchiesta antimafia “Athena” è intervenuto il Partito Democratico con una nota stampa : “E’ uno spaccato preoccupante quello che proviene dall’indagine della Dda di Catania e che vede, ancora una volta, certa politica andare a braccetto con la criminalità organizzata a cui si rivolge alla ricerca di appoggio elettorale promettendo utilità. E’ un campanello d’allarme, l’ennesimo, quello della ricerca del consenso che, evidentemente, ancora in Sicilia continua ad essere particolarmente inquinato”. Lo dichiarano Maria Grazia Pannitteri, responsabile del dipartimento Giustizia del PD Sicilia e Turi Leonardi, segretario del circolo di Paternò. Anche il coordinamento comunale e gruppo consiliare di Fratelli d’Italia dice la sua : “Assordante il silenzio dell’amministrazione comunale di Paternò per le accuse mosse dalla procura della Repubblica di Catania, nei confronti dell’ex assessore, arrestato, Piero Cirino assieme ad altre 16 persone. Indagati invece a piede libero anche l’assessore Comis e il sindaco Nino Naso, eletti nel Giugno 2022 con l’appoggio di liste civiche e di orientamento di sinistra in contrapposizione al candidato di FDI, appoggiato dal centrodestra. Il giudice per le indagini preliminari descrive un quadro devastante forse molto più grave di quanto avvenuto in altri comuni, sciolti poi da questo governo per infiltrazioni mafiose. Toccherà al Ministero dell’Interno valutare gli interventi successivi, che attengono agli aspetti politici , che sono solo gli unici che ci interessano, lasciando agli inquirenti quelli giudiziari, per i quali restiamo fiduciosi nell’azione della magistratura”. Anche il Movimento 5 stelle interviene sull’operazione antimafia e ha inviato sindaco Naso e assessore Comis a dimettersi. “Ha dell’ incredibile quanto accaduto oggi a Paternò e siamo veramente stupefatti dei personaggi coinvolti nell’inchiesta condotta dai carabinieri, a cui va il nostro plauso- dicono in una nota i pnetastellati- .Vedere i nomi di ex amministratori locali ed attuali componenti della giunta e addirittura il Sindaco, provoca tanta rabbia e indignazione e se era già noto a tanti come il meccanismo che ruota attorno alle aste giudiziarie fosse sporco e fallace, leggere oggi che finalmente qualcuno ha trovato il coraggio di denunciare ci fa ben sperare sul futuro della nostra comunità. A questo imprenditore va tutta la nostra solidarietà e un grande attestato di stima- si legge nella nota stamp-  Le accuse sono gravissime. Si parla di voto di scambio politico-mafioso, questione che abbiamo più volte sollevato ad ogni competizione elettorale esortando i cittadini a scegliere sempre i propri rappresentanti in modo libero e senza condizionamento alcuno. Siamo certi che il Sindaco e l’assessore Comis, entrambi indagati, riusciranno a dimostrare la propria estraneità ai fatti ma nelle more che ciò avvenga sarebbe opportuno che sia il primo cittadino Nino Naso che l’assessore Comis rassegnino le proprie dimissioni. Riteniamo che ciò sia necessario a tutela della credibilità istituzionale dell’ente nei confronti, anche e soprattutto, dell’ intera comunità paternese”.

(Nella foto l’ex assessore Pietro Cirino e il sindaco Nino Naso)

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