La fine dell’anno è alle porte e per tutti è tempo di bilanci. A Paternò, in tema politico, è il momento di guardare a ciò che si è seminato, visto che i frutti da cogliere nel 2020 rischiano di essere amari.
A suonare il campanello d’allarme è il centrosinistra, con il deputato regionale del PD, Anthony Barbagallo che chiede chiarezza al sindaco, Nino Naso.
Per capire bene i motivi di ciò che sta accadendo, facciamo un passo indietro. La giunta Naso, nata come sintesi di una coalizione civica, nonostante continui a proclamarsi tale, ha una chiara connotazione politica da poco dopo la sua formazione. Tanto è vero che i principali attori che compongono la giunta e altri posti di governo e sottogoverno, hanno annunciato, nel corso di questa esperienza amministrativa, la loro adesione a partiti, anche di ispirazione ideologica totalmente opposta tra loro.
Per essere precisi, poco dopo l’insediamento dell’Amministrazione, il presidente del Consiglio comunale, Filippo Sambataro, l’assessore Luigi Gulisano e la consigliera Barbara Conigliello, hanno dichiarato di aver aderito al Partito Democratico, costituendo in Consiglio comunale il gruppo consiliare. Passa il tempo, all’interno della giunta entra il centrodestra, con “Fratelli di Paternò” (lista che aveva sostenuto il sindaco Naso senza però riuscire a portare componenti in Consiglio comunale), riferimento del partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia.
Con l’ultimo rimpasto di qualche mese fa, gli equilibri sono totalmente cambiati. In giunta ci sono tre assessori di centrodestra, del partito di FdI, Vito Rau, Rosanna Natoli e Ezio Mannino (quest’ultimo non ha ancora aderito ufficialmente), uno di centrosinistra, del PD, Luigi Gulisano, e due assessori “civici” Francesca Chirieleison e Salvo Tomasello, anche se la prima è vicina all’area di centrosinistra il secondo al centrodestra.
Il sindaco, nel tentativo di bilanciare verso il centrosinistra, pare stia dialogando, da mesi ormai, con il deputato regionale Luca Sammartino di “Italia Viva”, offrendogli l’ultimo posto rimasto libero in giunta e trovando come principale candidato il consigliere comunale Pietro Cirino, al momento ufficialmente in opposizione.
Forse un pastrocchio ancora più grande dell’attuale, con Paternò, forse unico caso in tutta Italia, ad aver unito FdI e PD insieme.
Ed ecco spiegati i malumori nel PD, anche alla luce delle recentissime dichiarazioni del vicepresidente del senato Ignazio La Russa, che a Paternò, nel tentativo di mettere pace rispetto alle divergenze interne in FdI (ma questa è un’altra storia) con il sindaco Naso (in particolare il caso scoppiato con l’assessore regionale Manlio Messina e l’assessore comunale Vito Rau), ha dichiarato pieno sostegno del partito, al primo cittadino paternese, fino alla fine del mandato.
Come dicevamo al PD non piace e c’è già chi vocifera un possibile passaggio all’opposizione. Prima di decisioni importanti quello che si chiede è chiarezza, da qui l’intervento di Anthony Barbagallo: «All’inizio di quest’esperienza amministrativa abbiamo deciso di sostenere il sindaco Naso perché aveva una connotazione civica. Oggi il sindaco ci deve dire se è cambiato qualcosa, se la coalizione è politica, spostata a destra, quindi ci espone a fare le nostre scelte, se invece, come riteniamo, questa connotazione civica sia rimasta, allora ci possono essere le condizioni per proseguire quest’esperienza.»
In pratica, ciò che si legge tra le righe è la richiesta di nuova rappresentanza in giunta per il PD, per un riequilibrio tra i poteri, a sostegno ancora della tesi che questa giunta ha da tempo perso il suo carattere civico ed essere diventata chiaramente politica.