Otto condanne ed un’assoluzione. Si conclude così, in primo grado a Catania, il processo con rito abbreviato, davanti al Gup, Stefano Montoneri, scaturito dall’operazione “Assalto”, condotta a Paternò, nell’agosto del 2018, dai carabinieri del comando provinciale di Catania.
Otto le condanne ed un’assoluzione, contro il clan degli Assinnata, con l’accusa sostenuta dal Pubblico ministero, Andrea Bonomo. Si comincia con Domenico Assinnata junior, ex collaboratore di giustizia, condannato a 20 anni di reclusione, considerato prima dell’arresto e prima della sua decisione di collaborare con la giustizia, il possibile, nuovo punto di riferimento del gruppo mafioso.
Stessa condanna, 20 anni di reclusione, per il suocero Erminio Laudani. Per il figlio di quest’ultimo, nonché cognato di Domenico Assinnata, Gaetano Laudani, la condanna scende a 12 anni e 2 mesi.
Per tutti e tre la condanna riguarda il reato di associazione mafiosa e associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Pene più lievi per gli altri imputati che devono rispondere della sola accusa di associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Si tratta di: Ivan Gianfranco Scuderi, Marco Giuseppe Sciacca, Cristian Terranova, Samuele Cannavò, condannati tutti a 10 anni di reclusione; e Marco Impellizzeri, condannato a 10 anni e 2 mesi di reclusione.
Assolto, invece, Rocco Anello. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Antonio Giuffrida, Andrea Giannninò, Carmelo Lo Presti, Vittorio Lo Presti, Antonio Gullotta, Salvatore Milicia e Massimo D’Urso.
Hanno scelto di essere giudicati con rito ordinario: Rosario Sammartino, Alex Atanasio e Francesco Iannino, difesi rispettivamente da Antonio Giuffrida, Roberta Castorina e Monica Catalano. In questo caso, l’udienza è fissata al prossimo 9 gennaio, davanti la III sezione del Tribunale di Catania.