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Cronaca

Paternò, indagini in corso per individuare l’omicida del marocchino ucciso in via Verga

I carabinieri ritengono che l’autore del delitto sia un cittadino straniero, forse un connazionale della vittima che si chiamava Mohamed Mouna, che avrebbe compiuto 27 anni il prossimo 6 luglio

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Indagini senza sosta da parte dei carabinieri della compagnia di Paternò e del comando provinciale etneo per rintracciare l’autore dell’omicidio di Mohamed Mouna, il cittadino nazionalità marocchina di 26 anni (avrebbe compiuto 27 anni il prossimo 6 luglio) assassinato ieri, poco prima delle 13.30,  in via Giovanni Verga, la strada che congiunge il centro abitato con la Piana di Catania.  Attualmente, le indagini dei carabinieri, che stanno scandagliando a 360° la vita della vittima, portano a ritenere che l’autore dell’omicidio sia presumibilmente un cittadino straniero, probabilmente un connazionale della vittima che avrebbe compiuto il gesto al termine di una animata discussione durata alcuni minuti, avvenuta nei pressi di un distributore di benzina sempre in via Giovanni Verga

non distante dalla baraccopoli di contrada Ciappe Bianche dove vivono circa un centinaio di persone impegnate per la campagna agrumicola. Il 26enne probabilmente abitava anch’egli nella baraccopoli ma sono in corso i dovuti accertamenti da parte dei militari dell’Arma.

Mohamed Mouna è stato assassinato con una serie di fendenti, alcune delle quali l’hanno raggiunto al torace che non gli avrebbero lasciato scampo. Sono stati alcuni passanti ad accorgersi del corpo del giovane extracomunitario riverso a terra al centro della strada. Sul posto due ambulanze del  118 con i sanitari che non hanno potuto fare altro che accertare la morte del ventiseienne.

Da quanto ricostruito il giovane avrebbe avuto una accesa discussione con un altro uomo nei pressi dell’area di servizio di un rifornimento; lite degenerata con l’accoltellamento; subito dopo Mohamed Mouna si sarebbe allontanato dalla zona, avrebbe percorso circa 60/70 metri per poi crollare a terra senza riprendersi.  I militari dell’Arma hanno analizzato le immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza nella zona. Sul posto per i rilievi anche i militari della Sezione Investigazioni Scientifiche di Catania.

Per l’intero pomeriggio di ieri e durante la notte appena trascorsa sono state condotte nella caserma di Piazza della Regione diverse persone per essere ascoltate come testimoni. La salma del 26enne marocchino è stata portata all’obitorio dell’ospedale Garibaldi dove a breve potrebbe essere sottoposto ad autopsia.

 

Cronaca

Mineo, incidente mortale sulla SS 417, deceduta donna di 34 anni

La donna, residente a Grammichele, al momento del sinistro si trovava alla guida della sua moto, una KTM, e viaggiava assieme ad altri motociclisti sulla statale. Sulla dinamica dell’incidente sono a lavoro della compagnia di Palagonia

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Altro incidente mortale questa mattina sulle strade del catanese. Dopo la morte di Gaspare Calì il 35enne di Camporotondo Etneo, morto in un tragico sinistro sulla SS121 in territorio di Misterbianco intorno alle 2.30 mentre viaggiava su uno scooter Piaggio Beverly, un’altra persona è deceduta in un tragico incidente stradale. Si tratta di Eleonora Cozzetto 34 anni.

Indagini in corso per ricostruire l’esatta dinamica del sinistro registratosi all’altezza del Km 33 della SS417(Catania- Gela) in territorio di Mineo. La donna, residente a Grammichele, al momento del sinistro si trovava alla guida della sua moto, una KTM, e viaggiava assieme ad altri motociclisti sulla statale.  Sulla dinamica dell’incidente sono a lavoro della compagnia di Palagonia.

La trentaquattrenne è caduta rovinosamente sull’asfalto. A lanciare l’allarme gli altri colleghi motocilisti della donna. Sul posto personale medico del 118. Inutili i tentativi di rianimarla. Profonde le ferite riportate dalla ragazza. Il magistrato di turno ha disposto il trasferimento della salma all’obitorio del Policlinico di Catania di Via Santa Sofia.

 

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Cronaca

Paternò, aggressione 15enni: Arrestato tunisino senza permesso di soggiorno

Nella notte, ignoti, hanno danneggiato un furgone alla tendopoli di Ciappe Bianche.Le reazioni delle istituzioni e dei cittadini

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Emergono nuovi inquietanti sviluppi sul caso delle aggressioni avvenute ieri pomeriggio a Paternò. L’uomo responsabile dei fatti è un giovane di 20 anni, di origine tunisina e irregolare sul territorio italiano. Dopo l’arresto, nella notte è stato danneggiato un furgone parcheggiato nei pressi della tendopoli di Ciappe Bianche, dove si ritiene fossero presenti persone legate all’aggressore. L’episodio ha acceso ulteriormente il clima di tensione nella città etnea, già profondamente scossa dai fatti accaduti.

La ricostruzione: un pomeriggio da incubo per alcune minorenni

Il pomeriggio di ieri, 16 maggio, si è trasformato in un incubo per diverse adolescenti. Tre gruppi distinti di ragazze, tutte quindicenni, sono stati presi di mira da un uomo che le ha seguite per strada, ha rivolto loro attenzioni non richieste e in alcuni casi è arrivato a baciarle con la forza.

Uno degli episodi è avvenuto in via G.B. Nicolosi, dove due atlete della Paternò Volley sono state aggredite senza che nessuno intervenisse. Le ragazze si sono rifugiate in un negozio, soccorse soltanto dal titolare. In un altro caso, una ragazza è stata colpita al volto.

La notizia delle aggressioni si è rapidamente diffusa, scatenando una reazione rabbiosa da parte di alcuni cittadini, culminata in una spedizione punitiva. Il giovane è stato rintracciato poco dopo, malmenato da una folla inferocita e infine bloccato dai carabinieri. Nella concitazione, uno dei militari è stato colpito con violenza all’addome mentre cercava di riportare la calma. Entrambi – l’aggressore e il carabiniere ferito – sono stati trasportati in ospedale.

Il ventenne tunisino è stato poi condotto in carcere con l’accusa di violenza sessuale. L’aggressione al mezzo nei pressi della tendopoli solleva ora timori di ulteriori episodi di ritorsione e tensioni sociali.

Le reazioni istituzionali e civili

La gravità dell’episodio ha suscitato una valanga di reazioni da parte del mondo politico e della società civile. Se da un lato si esprime solidarietà alle vittime e alle forze dell’ordine, dall’altro emerge con forza la richiesta di maggiore sicurezza, controllo del territorio e una riflessione più ampia sulle condizioni sociali della città.

Il deputato Ciancitto ha parlato di “fatto gravissimo” e ha lanciato un appello alla fermezza:

“Non possiamo limitarci alla sola indignazione. Serve una risposta concreta. Chiediamo tolleranza zero verso chi delinque, a prescindere dalla sua origine, e un maggiore presidio del territorio. L’Italia è terra accogliente, ma chi arriva deve rispettare le regole. Basta con il buonismo cieco che mette a rischio le nostre comunità”.

Il sindaco Nino Naso, profondamente scosso, ha espresso la posizione dell’amministrazione comunale:

“Condanniamo ogni forma di violenza, da chiunque provenga. Ringraziamo le forze dell’ordine per il loro impegno, a cui offriamo piena collaborazione. Siamo vicini ai carabinieri feriti nell’esercizio del loro dovere”.

L’associazione APAS Paternò ha invitato alla calma e alla responsabilità, condannando qualsiasi rigurgito xenofobo:

“Siamo profondamente dispiaciuti per quanto accaduto. Esprimiamo solidarietà alle ragazze e alle loro famiglie. Invitiamo tutti a evitare qualsiasi forma di rancore e razzismo. Viviamo in uno Stato di diritto”.

L’associazione Andiamo Avanti ha invece espresso preoccupazione per un clima di crescente insicurezza:

Quanto accaduto è la goccia che fa traboccare il vaso. La situazione dell’ordine pubblico in città è da tempo rovente. Non si tratta di intolleranza verso gli stranieri, ma è giunto il momento di regolamentare la loro presenza. Chiediamo la convocazione immediata del Comitato Provinciale per l’Ordine Pubblico”.

Il circolo locale di Fratelli d’Italia ha duramente criticato l’assenza di sicurezza in città:

“È l’ennesima violenza da parte di un nordafricano. Chiediamo la presenza di un gruppo interforze e un controllo rafforzato. Paternò non è sicura e non possiamo più restare in silenzio. Ora servono fatti, non parole”.

Il Movimento 5 Stelle ha parlato di “degrado e abbandono” e chiesto l’intervento della Prefettura:

“Le molestie alle ragazze e le ferite ai carabinieri sono il sintomo di un problema più ampio. La città è lasciata a sé stessa, serve un presidio interforze e politiche concrete contro il disagio sociale. Invitiamo tutti a collaborare con le autorità e a evitare vendette personali”.

Il Circolo PD di Paternò ha denunciato un doppio allarme: da un lato le molestie, dall’altro la reazione violenta della folla.

“È inquietante che due ragazze vengano molestate in pieno centro e che i cittadini arrivino al linciaggio. La città è priva di governo, il centro storico è ormai un ghetto, la presenza degli immigrati è fuori controllo e la criminalità locale ne approfitta. Diciamo no sia al degrado che a chi si fa giustizia da sé. Serve il ritorno dello Stato”.

L’associazione Voce Paternò:

“Un simile gesto è vile, inaccettabile e penalmente rilevante, soprattutto se le vittime sono ragazze di appena 15 anni. Condanniamo senza alcuna ambiguità l’aggressore, a prescindere dalla sua nazionalità o condizione personale: la violenza sessuale è un crimine, sempre”

Comunità ecclesiale di Paternò

“Desideriamo esprimere la grande preoccupazione per quanto accaduto ieri nella nostra Città. La cosa ci indigna e ci preoccupa, soprattutto per la giovanissima età delle vittime coinvolte a cui vogliamo rivolgere il nostro pensiero e la nostra vicinanza a loro e alle loro famiglie. Siamo, altresì, vicini ai carabinieri intervenuti e che sono rimasti contusi.
Rinnoviamo ancora una volta l’appello alle istituzioni pubbliche a tutti i livelli.
Naturalmente stigmatizziamo ogni tentativo di giustizia “fai da te” che contrasta non solo con i principi di uno Stato liberale e di diritto come il nostro, ma anche con quelli del Vangelo.”

Clima teso e timori per nuove tensioni

Mentre le indagini proseguono e si attendono sviluppi giudiziari, a Paternò cresce la preoccupazione per una possibile escalation. L’aggressione al furgone durante la notte è un segnale allarmante che suggerisce la necessità di un intervento immediato da parte delle istituzioni, sia sul piano della sicurezza che su quello del dialogo sociale. Il rischio è che l’episodio degeneri in una spirale di odio e intolleranza difficile da controllare.

Sui social, intanto, incontenibile lo stato d’animo dei cittadini che da ieri, commentano senza mezzi termini quanto accaduto. Un episodio che, inevitabilmente, porta a riflettere su quanto sia oramai difficile vivere sicuri e senza paura di attraversare le vie della città.

“Sindaco, fai qualcosa, il centro storico è diventato il posto più pericoloso e brutto di Paternò”

“Signor sindaco chiediamo più sicurezza per il nostro paese è inaccettabile che una mamma deve avere paura a fare uscire i propri figli per una passeggiata perché in tutte le vie si trovano extra comunitari ubriachi oppure ancora peggio drogati. Io non sono razzista ma credo che adesso si sia superato il limite l’altra sera ai quattro canti c’era un gruppetto di loro che litigavano con le bottiglie di vetro ed erano tutti lavati di sangue. Chiediamo più sicurezza”

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