C’è da registrare l’intervento dei sindacati di categoria che hanno espresso compiacimento per l’azione portata avanti dai Finanzieri della compagnia di Paternò contro il caporalato nella Piana di Catania. Nelle scorse ore i militari della Fiamme Gialle avevano arrestato a Palagonia un marocchino per “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” nei confronti di suoi connazionali. Finanzieri che hanno sequestrato anche il furgone utilizzato per il trasporto dei lavoratori, come “elemento strumentale alla commissione del reato”. I militari della Fiamme Gialle hanno individuato un extracomunitario che accompagnava alcuni lavoratori in agrumeti con il proprio furgone. I finanzieri, dopo aver seguito il veicolo fino a Palagonia, hanno identificato tre cittadini extracomunitari al lavoro, oltre alla persona che sarà poi arrestata e ritenuta il loro ‘caporale’.
“Plaudiamo all’operazione della Guardia di Finanza della compagnia di Paternò contro il caporalato nelle campagne di Palagonia (Catania), un ulteriore passo in avanti contro l’intermediazione illecita, lo sfruttamento e il lavoro irregolare nel nostro territorio. Chiediamo, però, alle istituzioni preposte che, oltre a perseguire i singoli ‘caporali’, si agisca anche nei confronti delle aziende alle quali questi si appoggiano. L’azione sanzionatoria nei confronti del solo caporale, infatti, finisce per diventare riduttiva e non risolve del tutto il problema. Mentre occorre andare a verificare dove viene trasportata la merce raccolta e sanzionare l’azienda che utilizza il caporalato per complicità nei confronti dello sfruttamento del lavoratore” .
Lo afferma in una nota il segretario generale della Fai-Cisl Catania Alfio Turrisi. Un commento sulla vicenda giunge anche dal Segretario Generale della Fai-Cisl nazionale, Onofrio Rota: “Ancora una volta l’azione di controllo e le indagini delle forze dell’ordine hanno prodotto risultati, rimane urgente però rendere operativi tutti gli strumenti preventivi per evitare il ripetersi di fenomeni vergognosi di sfruttamento: alcune misure recepite dal governo sono positive perché frutto delle nostre proposte, come la possibilità di denunciare i caporali ottenendo l’inserimento in percorsi di protezione e inclusione sociale, oppure l’incrocio delle banche dati per ottenere controlli più mirati, ma bisogna rendere operativi questi cambiamenti in tutti i territori e vanno monitorati per valutarne l’impatto. Chiediamo per questo ai ministri Calderone e Lollobrigida di riprendere il confronto con il tavolo interministeriale anticaporalato, anche perché servono i decreti attuativi di alcune novità introdotte con l’ultimo decreto agricoltura” .
“Il caporalato è uno dei fenomeni più preoccupanti – sottolinea Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl etnea – soprattutto nei settori meno tutelati. che continua a caratterizzare l’agricoltura, un settore che, nonostante il suo potenziale, è spesso vittima di sfruttamento. Le ultime indagini sul fenomeno evidenziano la presenza di centinaia di lavoratori in situazioni di schiavitù moderna, proprio nelle piantagioni di agrumi. Molti lavoratori agricoli, soprattutto migranti, sono costretti a lavorare in condizioni di sfruttamento, con salari al di sotto della media e senza alcuna garanzia di diritti”.
La Flai CGIL esprime soddisfazione per l’arresto di un caporale a Palagonia, elogiando il lavoro delle forze dell’ordine. “Tuttavia, va sottolineato che questo arresto rappresenta solo l’ultimo anello di un sistema di sfruttamento ben strutturato. La Flai CGIL richiama l’attenzione sulla necessità di affrontare le cause profonde del caporalato, promuovendo politiche che garantiscano condizioni di lavoro dignitose e tutelino i diritti dei lavoratori nel settore agricolo. La repressione del caporalato non può fermarsi agli intermediari: bisogna colpire anche le aziende che si avvalgono di questi sistemi di sfruttamento – dice il segretario generale di Flai Cgil Caltagirone Rocco Anzaldi -Le aziende che sfruttano i lavoratori non solo violano i diritti umani, ma creano anche una concorrenza sleale nei confronti delle quelle aziende agricole oneste, che con grande sacrificio rispettano le norme contrattuali e garantiscono condizioni di lavoro dignitose. Il rischio è che, senza controlli efficaci e sanzioni severe per chi sfrutta i lavoratori, il mercato finisca per premiare chi viola le regole”
“L’operazione della Guardia di Finanza, che ha eseguito un arresto a Palagonia, rappresenta un segnale importante ma confidiamo adesso negli investigatori perché si scoprano i mandanti del caporale, ovvero chi lucra sullo sfruttamento dei braccianti”. L’ha detto il segretario generale della Uila Sicilia, Nino Marino. Ribadiamo il nostro grazie a magistratura e forze dell’ordine che, però, non possono essere lasciate sole in questa battaglia della vita. C’è bisogno che alle nostre mobilitazioni e alle nostre denunce si uniscano gli imprenditori onesti, vittime di concorrenza sleale, e i consumatori, rifiutando i prodotti delle aziende-pirata”.