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In Primo Piano

S.M. Di Licodia, abbattuto palo della pubblica illuminazione in viale Strasburgo

Alla base di quanto accaduto ieri sera, porrebbe esserci un incidente stradale

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Potrebbe essere un presunto incidente stradale la causa del palo della pubblica illuminazione abbattuto nella tarda serata di ieri lungo viale Strasburgo a Santa Maria di Licodia. Un palo spezzato e diversi vetri sull’asfalto sono gli unici segni rimasti sul luogo del probabile impatto. Dell’auto che avrebbe causato tutto ciò, invece, nemmeno l’ombra. Uno scenario che in assenza di testimoni oculari lascerebbe aperte diverse ipotesi sulle cause dell’incidente, tra cui quella che il conducente dell’auto possa aver perso il controllo del veicolo a seguito dell’alta velocità all’uscita del lungo curvone presente in questa strada. Poi, la rimozione del veicolo coinvolto dopo il fatto, forse dagli stessi passeggeri o da altri soggetti giunti in aiuto.

Tuttavia, senza prove concrete o testimoni che possano confermare questa teoria, la stessa rimane solo una supposizione. In attesa che venga fatta luce sulle dinamiche dell’incidente,  anche attraverso  l’ausilio delle telecamere di video sorveglianza cittadina presente a poca distanza dal luogo del sinistro, torna nuovamente viva la tematica della sicurezza stradale in paese ed in particolare su questa arteria a sud del centro abitato. Una strada lungo la quale ogni sera stazionano diversi giovani, vissuta come luogo di ritrovo e di aggregazione, che viene spesso percorsa ad altissima velocità da diversi automobilisti, purtroppo non immune da incidenti stradali anche mortali. Diversi negli anni sono stati gli appelli da parte dei cittadini che hanno invocato la messa in sicurezza del viale Strasburgo, rivolti alle  amministrazioni comunali che si sono succedute, rimasti purtroppo tutti inevasi. Adesso, laddove il caso rimanesse irrisolto, dovrà essere il comune licodiese a doversi fare carico dei costi di ripristino del palo della pubblica illuminazione.

In Primo Piano

Etna, Protezione Civile Adrano invita alla responsabilità di chi si avventura sul fronte lavico

Comuni di Biancavilla ed Adrano emanano ordinanze di interdizione all’accesso alle zone in prossimità del fronte lavico

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Richiamo al buon senso ed alla responsabilità da parte dell’Associazione Protezione Civile Adrano nei confronti di coloro che in queste ore intendono avventurarsi in montagna, per raggiungere il fronte lavico. Proprio in queste ore, sono stati i sindaci del comune di Adrano e Biancavilla ad emanare delle ordinanze di interdizione alle aree sommitali o comunque vicine al luogo della colata. Nel caso dell’ordinanza del comune di Adrano, viene imposto “il divieto di accesso alle quote sommitali del territorio comunale, ricadente nella zona del Rifugio “Galvarina”, interessata dalla colata lavica”. Il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, impone “il divieto di accesso alla quota 2000 s.l.m. è comunque non oltre una distanza minima di 500 metri dal fronte lavico o dai bordi della colata, se non accompagnati dalle Guide Alpine o Vulcanologiche”.

Ad intervenire sul tema, è anche l’associazione di Protezione Civile Adrano. “Le ordinanze emanate dai Sindaci del territorio di competenza, in relazione alla colata lavica che li sta interessando, sono dovute ed importanti, ma con poca possibilità di vigilanza. La colata non è raggiungibile solamente dai varchi di Piano Fiera, o Piano Mirio. I sentieri sono innumerevoli con impossibilità alla sorveglianza. Unica possibilità di fermare gli escursionisti ed i visitatori sarebbe proprio sul fronte lavico, cosa difficile da raggiungere se non con mezzi speciali. Quindi, nonostante i divieti, si potrà solo contare sul buon senso e sulla responsabilità di chi si avventura sul fronte lavico”.

ORDINANZA COMUNE DI ADRANO

ORDINANZA COMUNE DI BIANCAVILLA

Foto: Luigi Crispi

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Cronaca

Catania, rubano in un negozio di casalinghi, tra i ladri madre e figlio con un bimbo di 3 anni

Tenuto conto della presenza del minore durante il primo furto realizzato dalla nonna e dal padre le risultanze investigative sono state trasmesse anche al Tribunale dei minori per le eventuali valutazioni in merito alla potestà genitoriale

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A Catania la polizia di stato del commissariato di Librino hanno individuato e denunciato per furto aggravato tre catanesi che, nei giorni scorsi, hanno messo a segno due furti in un negozio di casalinghi di un centro commerciale dell’Asse dei servizi.

I ladri hanno portato via trapani e smerigliatrici per un valore commerciale di circa 500 euro, sfruttando un momento di confusione e di distrazione del personale addetto alla sorveglianza.  È stato il titolare dell’attività commerciale ad accorgersi dell’ammanco della merce, chiedendo l’intervento degli agenti di polizia.

Infatti, prima di chiudere, l’uomo ha rimesso a posto i diversi prodotti negli scaffali del negozio constatando la mancanza di diversi attrezzi da lavoro, soprattutto trapani e smerigliatrici, risultate rubate in due momenti diversi.

Una volta acquisita la denuncia, i poliziotti hanno immediatamente avviato le indagini per accertare i fatti e risalire all’identità degli autori del furto, acquisendo tutte le immagini di videosorveglianza presenti nel centro commerciale e nelle zone adiacenti. Da quanto ricostruito dai poliziotti in una prima occasione, sono state notate due persone, una donna e un uomo, che hanno fatto accesso nel negozio con un carrello con all’interno un grosso scatolo vuoto di un televisore. I due sono risultati madre e figlio, con al seguito pure un bambino di soli 3 anni.

Dopo aver fatto un giro tra gli scaffali, la donna ha tenuto d’occhio il carrello, al cui interno giocava il nipotino, mentre l’uomo ha prelevato diversi attrezzi da lavoro e li ha nascosti nello scatolone posto proprio al fianco del figlioletto. Senza dare nell’occhio, i due sono riusciti ad allontanarsi dal negozio, sfruttando un attimo di assenza del personale di sorveglianza.

A distanza di 24 ore, l’uomo, questa volta accompagnato da un complice di sesso maschile, è tornato nello stesso negozio per realizzare un nuovo colpo, rubando altra merce, nascosta nelle tasche del giubbotto. Inoltre, tenuto conto della presenza del minore durante il primo furto realizzato dalla nonna e dal padre, risultato pregiudicato per reati contro il patrimonio, le risultanze investigative sono state trasmesse anche al Tribunale dei minori per le eventuali valutazioni in merito alla potestà genitoriale.

 

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