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S.M. di Licodia. “Interessiamoci al recupero della chiesa delle Anime del Purgatorio”

La struttura versa in un grave stato di abbandono. Alcuni cittadini lanciano l’appello affinché l’edificio venga recuperato strutturalmente

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Non una semplice chiesa di periferia ma una struttura patrimonio storico di Santa Maria di Licodia da tutelare e recuperare. Si è alzato a più voci in questi giorni sui social, il grido d’allarme per lo stato di abbandono della chiesa di San Giuseppe e delle Anime del Purgatorio – che sorge tra i territorio di Biancavilla e Santa Maria di Licodia -, la cui struttura rischia di subire gravi danni a seguito delle infiltrazioni di acqua che si registrano al suo interno. Una chiesa che rimane chiusa quasi tutto l’anno, ma che nella ricorrenza dei santi martiri Alfio, Cirino e Filadelfio, sembra riassumere la propria funzione di edificio sacro d’eccellenza, divenendo punto di ristoro della fede per i tanti pellegrini che dai paesi pedemontani si recano in pellegrinaggio anche con pesanti ceri ex voto, verso il comune di Trecastagni. Una chiesa eretta nella seconda metà dell’800, che però versa in un profondo stato di abbandono. “Dopo tanti anni, sono entrato in questa chiesa” ha commentato su Facebook Riccardo Spoto. “Vorrei suscitare interesse sullo stato di degrado in cui versa. Sarebbe utile, bello e necessario se prendessimo a cuore lo stato di conservazione di questo tassello del nostro patrimonio storico e culturale, avanzando proposte utili alla sua tutela”.

Più che stato di conservazione, aggiungiamo noi, si potrebbe parlare di stato di abbandono: mura con vistose e profonde crepe, umidità, muffa su tutte le pareti interne della struttura. Queste sono solamente alcune delle problematiche strutturali visibili ad occhi nudo, che farebbero presagire una breve vita dell’edificio in assenza di interventi pianificati e mirati al suo recupero. Non per ultimo, anche la campana della chiesa è stata trafugata durante il periodo della pandemia per mano di ignoti. “Cosa aspettano le istituzioni?” si chiedo alcuni licodiesi, “che la struttura crolli e vada perduta per sempre?”. Eppure, la chiesa, dicevamo, ha un alto valore affettivo nonché storico per l’intera comunità licodiese. Costruita grazie alla devozione della signora Rosaria Scaccianoce, protagonista, secondo la tradizione popolare, di un evento prodigioso, fu benedetta dal parroco Giacomo Maggiore che ne aveva avuto facoltà da parte dell’Arcivescovo Dusmet.

Questo piccolo edificio rurale si contestualizza nell’ambito del riconoscimento civile e canonico del patronato di San Giuseppe, divenendo un punto di riferimento il culto giuseppino a Licodia, come dimostrato dal carteggio tra il parroco e l’Arcivescovo dove si comunica l’entusiasmo del popolo licodiese che, nell’apprendere la proclamazione di San Giuseppe a Patrono della Chiesa Universale da parte di Pio IX, esprime la propria gioia organizzando un pellegrinaggio in questa chiesa fuori l’abitato. Importante in questa chiesa è anche il culto verso i Santi Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino, un culto attestato e confermato anche dall’atto di donazione della chiesa all’Arcivescovo, redatto nel 1899, in cui si esplicita la volontà che vi fosse celebrata la messa il 10 Maggio. A buona ragione il piccolo edificio di culto si inserisce nel percorso del Cammino di Sant’Alfio. All’interno della piccola chiesa sorgeva anche un antico arredo pittorico composto dalle tele della Sacra Famiglia e delle Anime del Purgatorio, di Sant’Alfio e dal ritratto della committente, attribuite a Giuseppe Rapisarda e purtroppo anche queste depredate.

Cronaca

Paternò, lite o rissa tra extracomunitari, un tunisino irregolare accoltellato alla schiena

La chiamata alle forze dell’ordine è arrivata dall’ospedale paternese che segnalava la presenza al pronto soccorso di un uomo accoltellato

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Due giovani extracomunitari di nazionalità tunisina, la notte scorsa si sono recati al pronto soccorso dell’ospedale “Santissimo Salvatore” di Paternò per essere curati dai sanitari del presidio ospedaliero. Uno dei due giovani presentava una ferita alla schiena, provocata probabilmente da un coltello; mentre l’altro aveva delle contusioni, probabilmente derivante da una colluttazione fisica. L’accoltellato è stato giudicato guaribile in 7 giorni.

Dall’ospedale è partita una segnalazione ai carabinieri della locale compagnia; i militari dell’Arma giunti al pronto soccorso hanno avuto modo di ascoltare i due giovani i quali non avrebbero fornito elementi utili per capire cosa fosse successo. Gli investigatori ritengono che i due tunisini probabilmente siano rimasti coinvolti in una o rissa.  Inoltre le forze dell’ordine hanno appurato che i due uomini sarebbero irregolari e che “risiederebbero” nel territorio paternese.

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Cronaca

Catania, denunciato un 32enne per truffa aggravata nei confronti di una 78enne

L’uomo avrebbe offerto alla donna di sistemarle la macchina dopo incidente ma le avrebbe sottratto 6 mila euro senza effettuare alcuna riparazione

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A Catania i poliziotti del commissariato “Borgo Ognina” hanno indagato a piede libero per truffa aggravata un 32enne; vittima una donna di 78 anni. L’uomo, approfittando dell’età della donna, le avrebbe sottratto 6 mila euro, prosciugandole il contro corrente.  A dare il via alle indagini è stata la denuncia presentata dalla vittima ai poliziotti, ai quali ha raccontato di aver avuto giorni addietro un sinistro stradale, nel rione Picanello, con un’altra autovettura. Il proprio mezzo ha riportato una piccola ammaccatura sulla carrozzeria.  Il conducente dell’altro veicolo, che dagli accertamenti svolti dai poliziotti è risultato privo di regolare patente di guida, si sarebbe offerto di farle riparare la macchina da un carrozziere di sua fiducia e ad un buon prezzo.

La donna ha accettato l’offerta consegnando all’uomo l’auto e 300 euro la somma pattuita per sistemare l’autovettura. Tuttavia, il presunto truffatore, il giorno seguente, ha chiesto ed ottenuto dalla donna altro denaro, adducendo che “l’amico” carrozziere gli avrebbe comunicato che il danno era più grave del previsto.  Il 32enne avrebbe contattato la donna da un’utenza telefonica utilizzata dall’uomo,  fingendo di essere il titolare della carrozzeria e spiegando di aver rilevato la presenza di danni al motore. Per meglio convincere la donna, il denunciato avrebbe telefonata all’anziana fingendo questa volta di essere il meccanico, spiegandole quali fossero i danni riportati al motore. L’uomo alla fine sarebbe riuscito a farsi consegnare altri 2000 euro per la riparazione dell’auto.

Non soddisfatto avrebbe prospettato all’anziana anche la possibilità di ottenere dall’Agenzia delle Entrate un rimborso per le spese sostenute per la riparazione dell’auto. A tal fine si sarebbe fatto consegnare altri 700 euro per l’istruzione della pratica, ma anche il bancomat per prelevare le somme necessarie. Poco dopo, l’anziana signora si è accorta che sarebbero risultati diversi prelievi di denaro effettuati con la carta bancomat, con il contro corrente prosciugato.

La donna ha raccontato la vicenda al figlio il quale, comprendendo che la madre fosse stata vittima di una truffa, si è messo in contatto con il malvivente per avere restituita quanto meno la macchina; auto che non sarebbe mai stata condotta  né dal carrozziere né dal meccanico, ma semplicemente parcheggiata per strada. Il presunto truffatore avrebbe chiesto al figlio della 78enne altri 200 euro per la riconsegna dell’auto.  Una volta ricostruito quanto accaduto, i poliziotti  si sono recati all’appuntamento per la consegna delle ulteriori 200 euro e una volta individuato l’uomo è stato bloccato e denunciato.

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