Connect with us

In Primo Piano

S.M. di Licodia, lettere anonime contro amministrazione: libertà di espressione o codardia?

In questi giorni centinaia di lettere anonime stanno arrivando nelle case dei licodiesi raccontando presunte malefatte dell’amministrazione Buttò e dei consiglieri di maggioranza e opposizione

Pubblicato

il

Lo stile è quello di un tempo che fu, la cui origine risalirebbe alla Roma rinascimentale dove attraverso le “pasquinate” – satire anonime per lo più brevi, in versi e in prosa – veniva espresso il dissenso del popolo contro i papi e la Curia o contro persone o costumi giudicati degni di biasimo. Un clima, quello dei volantini anonimi, che a Santa Maria di Licodia non si viveva ormai da anni, a ridosso del passaggio dalla prima alla seconda Repubblica, quando furono addirittura scomodati i fratelli Attilio ed Emilio Bandiera per firmare dei manifesti affissi durante la notte, contro l’allora sindaco Maria Lucia Tomasello che aveva “tesserato” come vicesindaco lo “straniero” dott. Intrisano. Oggi la storia si ripete, ma con metodi e tematiche diverse. Sono infatti in fase di recapito in questi giorni attraverso posta ordinaria, ai licodiesi, centinaia (se non migliaia) di lettere, attraverso le quali con un urlato “CITTADINI!!!”, ignoti intendono denunciare diverse presunte inadempienze da parte degli amministratori locali e di consiglieri di maggioranza e opposizione. Del contenuto della lettera non daremo pubblicità – questa la nostra scelta editoriale – considerato il fatto che non ci è possibile verificarne l’autenticità e la veridicità.

Ma un’analisi, permettetecela. Le lettere anonime si collocano all’incrocio tra il diritto alla libertà di espressione e la responsabilità civica, dove chi ha precedenza è di difficile soluzione. Questi atti, spesso diffusi con lo scopo di denunciare presunte irregolarità o misfatti da parte delle autorità, sollevano una serie di interrogativi riguardanti la loro reale efficacia, senza tralasciare l’eventuale aspetto etico. Sul fronte della politica licodiese, ormai è ben noto ai cittadini che il clima non è dei migliori, dove si sta vivendo da più di un anno un’escalation dei toni tali da portare a situazioni a tratti insostenibili. Anche se contestabile, l’uso di lettere anonime rappresenta spesso un indicatore del disagio sociale e politico in una comunità. Il ricorso a questi strumenti, potrebbe indicare che i cittadini percepiscono una mancanza di ascolto o rappresentanza da parte delle istituzioni, una condizione che meriterebbe attenzione e un’analisi più approfondita da parte dell’amministrazione sul loro operato. Il fenomeno potrebbe evidenziare, inoltre, la necessità di migliorare il rapporto tra cittadini e rappresentanti politici, favorendo un ambiente in cui il dissenso può essere espresso liberamente senza paura di ripercussioni.

Ma il fenomeno dell’anonimato, ci si chiede, rientra nella sfera della libertà di espressione oppure è un’occasione mancata di responsabilità civica che richiederebbe il “metterci la faccia” per migliorare qualcosa che non va della res publica? Generalmente, quanto sta accadendo a Santa Maria di Licodia, viene visto come un modo per esprimere il dissenso senza esporsi personalmente, probabilmente, a causa di timori di ritorsioni. Tuttavia, proprio quell’anonimato scelto per far passare il proprio dissenso all’operato politico della politica licodiese, rischia di compromettere la credibilità stessa delle accuse. Di fronte a critiche anonime, la controparte si trova in difficoltà nel replicare o confrontarsi apertamente con chi ha mosso l’accusa, compromettendo la trasparenza e il dialogo che sono essenziali in una democrazia.

Oggi, probabilmente, il metodo delle lettere anonime risulta anacronistico e forse superato agli occhi di molti, in un mondo dove viviamo una libertà di comunicazione e di parola mai vista prima. Le lettere e i volantini anonimi sono stati strumenti di dissenso e propaganda utilizzati per secoli, spesso in contesti in cui le libertà di espressione e di opposizione erano limitate. Ma questo non sembrerebbe essere il caso di S.M. di Licodia. «Siamo a conoscenza di quanto stanno ricevendo i cittadini» ha detto questa mattina il sindaco Giovanni Buttò raggiunto telefonicamente da Etnanew24. «Nelle prossime ore sentirò il resto della mia squadra per valutare il da farsi. Al momento non escludiamo nessuna strada, tra cui quella di presentare una denuncia contro ignoti».

In Primo Piano

Etna, nuova attività stromboliana dal cratere di Sud-Est

In aumento il tremore vulcanico con un trabocco lavico sul versante sud-orientale del cratere

Pubblicato

il

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, comunica che a partire dalle ore 18:00 circa si osserva dalle telecamere di sorveglianza dell’INGV-OE, un’attività stromboliana al Cratere di Sud-Est. Il modello previsionale indica che un eventuale nube eruttiva prodotta dall’attività in corso si disperderebbe in direzione Est. Si osserva inoltre un trabocco lavico sul versante sud-orientale del cratere. Dal punto di vista sismico, dalle ore 13:00 circa l’ampiezza media del tremore vulcanico ha mostrato un rapido incremento, raggiungendo intorno alle 17:20:00 l’intervallo dei valori alti. Attualmente i valori sono alti con tendenza ad un ulteriore aumento. La localizzazione delle sorgenti del tremore ricade nell’area del Cratere di Sud-Est ad una quota di circa 2800 m sopra il livello del mare. L’attività infrasonica ha mostrato un graduale e moderato aumento dalle 17:50 e gli eventi risultano localizzati nell’area del Cratere di Sud-Est con ampiezze medie.

Continua a leggere

Cronaca

Catania, aggredito infermiere al prornto soccorso “Garibaldi Centro”

Una paziente di 45 anni, contraria alle sue dimissioni, avrebbe lanciato contro il sanitario una bottiglia piena d’acqua, colpendolo al volto e procurandogli un trauma allo zigomo sinistro

Pubblicato

il

“Gli episodi di violenza ai danni di personale sanitario sono intollerabili. Abbiamo già avviato le procedure necessarie per denunciare l’aggressore. La tutela di tutto il personale, ma anche dei pazienti, è per noi una priorità”.

A parlare è il direttore generale dell’Arnas Garibaldi, Giuseppe Giammanco, all’indomani dell’ennesima aggressione nei confronti di un infermiere del pronto soccorso dell’ospedale “Garibaldi Centro”. Il fatto è accaduto ieri pomeriggio lunedì pomeriggio. Dopo aver avuto l’assistenza necessaria, una donna di 45 anni, contraria alle sue dimissioni, avrebbe aggredito prima verbalmente e poi attraverso il lancio di vari oggetti uno degli infermieri presenti all’accettazione. Il sanitario è stato colpito in pieno volto con una bottiglia piena d’acqua procurandogli un trauma al volto con un evidente ematoma allo zigomo sinistro. Per lui una prognosi di 10 giorni.

“E’ intollerabile- dice Giammanco- assistere a questi episodi di violenza nei confronti di chi ogni giorno cerca di svolgere al meglio la propria professione. Le manifestazioni aggressive non fanno altro che aumentare il livello di tensione cui tutti gli operatori sono sottoposti quotidianamente. E la questione non riguarda solo i sanitari. Chi si reca al pronto soccorso deve potersi sentire al sicuro. E noi faremo di tutto per garantire sicurezza, obiettivo comune di tutte le aziende sanitarie”.

La CGIL di Catania esprime piena solidarietà all’infermiere aggredito presso il pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi Centro, colpito al volto con una bottiglia da una paziente appena dimessa. “Si tratta di un gesto che condanniamo con fermezza, e che purtroppo rappresenta l’ennesimo caso di aggressione ai danni del personale sanitario nella nostra città. L’episodio avvenuto ieri è gravissimo e non può passare sotto silenzio- dichiara Carmelo De Caudo, segretario generale della CGIL di Catania- Chi lavora nei pronto soccorso, spesso in condizioni di forte pressione, garantisce ogni giorno assistenza e professionalità nonostante le carenze strutturali e la cronica carenza di organico. Subire anche la violenza fisica è inaccettabile. Continueremo a stare al fianco di questi lavoratori”.

Continua a leggere

Trending