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A Paternò, restano i doppi turni per gli studenti del II circolo; attesa per i lavori

Fallisce l’ipotesi di poter utilizzare le aule del plesso dell’ex scuola “Don Bosco”. Le aule non hanno l’impianto di riscaldamento attivo.

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Restano i doppi turni al plesso di via Libertà, per gli studenti del II circolo didattico e, questa volta, al turno scolastico pomeridiano saranno coinvolti anche gli alunni del plesso centrale di via Vulcano.

La decisione arriva dopo l’annuncio dell’Amministrazione comunale che i locali alternativi da utilizzare, inizialmente ipotizzati, corrispondenti al plesso scolastico della scuola Don Bosco, da qualche anno in disuso, non sono idonei.

Una doccia fredda per i genitori degli studenti, ma anche per gli stessi alunni, costretti a dire addio alle attività pomeridiane extracurriculari, in testa la pratica sportiva.

La soluzione, indicata poco più di una settimana fa come certa, si sgonfia rapidamente e tra i genitori cresce il dissenso.

La dirigente della struttura scolastica, Daniela Tomasello, ha tentato in questi giorni, altre strade, chiedendo aule ad altre Istituzioni scolastiche, ma l’unico a rispondere affermativamente è stato l’Istituto comprensivo “G.B.Nicolosi” che ha messo a disposizione due aule.

L’ amministrazione comunale tenta di trovare una soluzione alternativa, con l’avvio dei lavori. «Ci siamo già visti con la ditta che dovrà realizzare l’intervento – evidenzia l’assessore ai Lavori pubblici, Luigi Gulisano -. Nel bilancio dell’Ente, insieme all’assessore al Bilancio, Ezio Mannino, abbiamo trovato le somme necessarie. Si tratta di 50 mila euro, necessari per rifare la copertura, con la sistemazione della guaina, ma solo per la zona che ospita il II circolo didattico. Questo perché, la nostra priorità, resta far rientrare gli studenti a scuola, mettendo fine ai doppi turni. I lavori dovrebbero partire la prossima settimana.» Tempo stimato, secondo quanto dichiarato dall’assessore Gulisano, per la fine degli interventi: 30 giorni.

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ambiente

Adrano, oltre 300 telecamere contro inciviltà e degrado urbano

Tra le innovazioni più incisive, spicca l’introduzione di E-KILLER, una valigetta mimetica dotata di telecamera, pensata per contrastare l’abbandono illecito di rifiuti

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Adrano segna una svolta storica verso una città più sicura, ordinata e rispettosa delle regole. Con l’attivazione di oltre 300 nuove telecamere distribuite capillarmente su tutto il territorio urbano e periferico, l’amministrazione comunale rilancia con decisione il proprio impegno nella tutela del decoro e della legalità.

Dal centro storico alle zone industriali, da piazza Umberto fino alle aree periferiche, ogni angolo della città sarà monitorato in tempo reale, grazie a una rete di videosorveglianza intelligente. Il sistema, basato su tecnologie di ultima generazione, è direttamente collegato con le forze dell’ordine, garantendo un controllo costante e tempestivo su tutto il territorio.

Tra le innovazioni più incisive, spicca l’introduzione di E-KILLER. Si tratta di una valigetta mimetica dotata di telecamera, pensata per contrastare l’abbandono illecito di rifiuti. Collocata strategicamente nei punti più critici, E-KILLER si confonde tra i rifiuti e, senza farsi notare, registra e documenta i trasgressori in azione, fornendo prove inconfutabili per l’identificazione e la sanzione degli autori. Oltre al contrasto dei reati ambientali, la nuova infrastruttura rafforza la prevenzione contro furti, atti vandalici e danneggiamenti. Un investimento sulla sicurezza di tutti, reso possibile anche grazie alla sinergia costante con le forze dell’ordine locali.

“Lo avevamo promesso: Adrano sarebbe rinata – dichiara l’ Amministrazione – oggi aggiungiamo un nuovo tassello alla costruzione di una città più moderna, vivibile e rispettata.” Quella messa in campo non è solo una rete di telecamere, ma una rete di fiducia e corresponsabilità tra istituzioni e cittadini.

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giudiziaria

Catania, omicidio Filippo Raciti, la Cassazione annulla risarcimento di Speziale allo Stato

La Suprema Corte, riconoscendo un difetto di motivazione, ha accolto la richiesta presentata dall’avvocato Giuseppe Lipera e ha cassato la decisione di secondo grado rinviando a un nuovo collegio

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La Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza della Corte d’appello di Catania, emessa l’8 giugno del 2023, che aveva condannato a 100 mila euro di risarcimento per danni d’immagine, in favore del ministero dell’Interno e della Presidenza del consiglio dei ministri, Antonino Filippo Speziale, condannato a otto anni di reclusione per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, il 2 febbraio del 2007, negli scontri con gli ultra etnei fuori dallo stadio Massimino dove si disputava il derby col Palermo.

La Suprema Corte, riconoscendo un difetto di motivazione, ha accolto la richiesta presentata dall’avvocato Giuseppe Lipera e ha cassato la decisione di secondo grado rinviando a un nuovo collegio. Contro la decisione della Corte d’appello di Catania aveva presentato ricorso, che è stato rigettato dalla Cassazione, anche l’avvocatura dello Stato che aveva chiesto il ripristino del danno patrimoniale stimato in primo grado in 15 milioni di euro, in concorso con Daniele Natale Micale, anche lui condannato per la morte di Raciti, che era stato cassato in secondo grado.

Secondo la Cassazione “non è sufficiente la mera divulgazione delle immagini di un evento lesivo (riferendosi agli scontri degli ultras con le forze dell’ordine), ma è necessario dimostrare che da tale condotta sia derivato un effettivo pregiudizio all’immagine, intesa come reputazione” e ha sottolineato che “non è affatto detto che la visione di tali immagini abbia comportato discredito o una idea negativa dello Stato italiano e della sua capacità di reprimere le violenze”.

Il legale di Speziale l’avvocato Giuseppe Lipera ha affermato che la sentenza della Cassazione “segna un importante punto a favore di Antonino Speziale, annullando la condanna al risarcimento del danno all’immagine per le amministrazioni pubbliche e rinviando la questione alla Corte d’appello di Catania in diversa composizione anche per le spese del giudizio”.

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