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In Primo Piano

Bronte, il territorio si mobilita in difesa dell’ospedale, il sindaco dialoga con l’assessore alla sanità

Il primo cittadino Pino Firrarello ha incontrato a Palermo il neo assessore regionale alla Salute chiedendole di non privare il territorio di un ospedale efficiente

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La città di Bronte e i comuni limitrofi si mobilitano per evitare che l’ospedale Castiglione Prestianni venga, nella nuova rete ospedaliera in fase di redazione, ulteriormente penalizzato. Il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, infatti, dopo aver protestato duramente in una lettera inviata all’Asp 3 di Catania ed al direttore del Dipartimento regionale alla Salute, ha incontrato a Palermo il neo assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni, chiedendole di non privare il territorio di un ospedale efficiente.

“L’assessore Faraoni – ha spiegato Firrarello – conosce bene le esigenze ospedaliere della provincia di Catania e soprattutto sa quanto importante sia per questo Territorio l’ospedale Castiglione Prestianni. In passato, infatti, è stata un ottimo direttore amministrativo nell’Asp 3 di Catania. L’unica in grado di velocizzare l’iter per la ripresa dei lavori nel cantiere dell’ospedale sequestrato dall’Agenzia dei beni confiscati. Poi, andata via lei, tutto si è nuovamente bloccato. L’assessore Faraoni mi ha assicurato che farà il possibile affinché l’ospedale non venga trasformato in una semplice infermeria. Per questo motivo, insieme con il direttore del Dipartimento per la pianificazione strategica dell’Assessorato alla Salute, Salvatore Iacolino, verrà presto ad effettuare un sopralluogo a Bronte”.

Ma c’è un intero fronte che intende battersi per l’ospedale di Bronte. Il consigliere comunale Vincenzo Sanfilippo, in qualità di presidente del Consiglio dell’Unione dei Comuni dell’Area interna “Etna, Nebrodi ed Alcantara”, ha proposto ai colleghi consiglieri dell’Unione di fare fronte comune per difendere non solo l’ospedale di Bronte, ma anche quello di Taormina. “Il Consiglio dell’unione dei Comuni dell’Area interna – spiega Sanfilippo –riunisce i Comuni di Bronte, Randazzo, Castiglione di Sicilia, Maletto e Maniace della provincia di Catania, ed i Comuni di Malvagna, Moio Alcantara, Motta Camastra, Roccella Valdemone, San Teodoro, Cesarò, Francavilla di Sicilia e Santa Domenica Vittoria della provincia di Messina. Un territorio vasto pronto a fare la propria parte.In qualità di presidente del Consiglio ho proposto ai colleghi consiglieri ed ai sindaci di tutti i 13 Comuni di batterci insieme per difendere sia l’ospedale di Bronte, sia quello di Taormina anch’esso a rischio ridimensionamento”.

E’ in programma questo pomeriggio alle 17.30, nella sala consiliare del comune di Bronte l’incontro “Giù le mani dall’ospedale” promosso da Cgil, Uil, Fp Cgil e Uil Fpl di Catania e il comitato spontaneo per la difesa del nosocomio. “Vogliamo rivendicare – spiegano gli esponenti sindacali – il diritto alla Salute e un principio di buon senso: l’ospedale Castiglione Prestianni è un presidio sanitario indispensabile che non può essere smantellato, anzi va potenziato per garantire assistenza adeguata a chi vive e lavora in un territorio vastissimo, distante dagli ospedali del capoluogo e servito da una rete scandalosamente carente di infrastrutture della mobilità”. A dirlo i segretari generali di Cgil e Uil Catania, Carmelo De Caudo ed Enza Meli, di Fp Cgil e Uil Fpl, Concetta La Rosa e Mario Conti, e Giuseppe Gullotta, promotore del comitato spontaneo in difesa dell’ospedale di Bronte.

 

In Primo Piano

Motta S. Anastasia, tra Arte e Legalità con il progetto “Le strade da seguire”

Dopo Paterno’ anche Motta rientra nel circuito dei comuni facenti parte dell’itinerario che intreccia arte e legalità.

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“A egregie cose il forte animo accendono l’urne dei forti”… così dice un celebre verso, indicando l’alto valore civico che il ricordo dei grandi del passato risveglia nei vivi del tempo presente. A questo stesso principio sembra ispirarsi  il progetto che intende celebrare la vita e l’impegno civico che ha animato le vite di figure che hanno fatto storia e che alla stessa hanno dato una virata benefica. Ecco perché il progetto “Le strade da seguire”, è, davvero, una luce che si accende e che riscalda le speranze di chi attende un reale progresso umano.

L’iniziativa prevede la realizzazione di murales che raffigurano figure emblematiche della lotta contro la mafia, celebrando gli eroi siciliani e promuovendo modelli positivi per le nuove generazioni.  La “mission” del progetto “Le strade da seguire”, promosso dalla Fondazione Federico II, mira, infatti, a diffondere una cultura della legalità attraverso l’arte urbana in tutta la Sicilia.

Dopo Paterno’, dove, come si ricorderà, il progetto è stato inaugurato con tre opere realizzate su facciate di edifici popolari in via Massa Carrara, nei pressi dell’ospedale, adesso è la volta di un altro paese normanno, Motta Sant’Anastasia, che entra così nel circuito dei comuni facenti parte dell’itinerario che intreccia arte e legalità.

Un incontro tra il sindaco Antonio Bellia, il consigliere comunale Ivan Pellegrino (Fratelli d’Italia -Gruppo Galvagno), il consulente per i rapporti con il presidente dell’Ars Luca Pulvirenti e il presidente dell’Ars, nonché della Fondazione Federico II, onorevole Gaetano Galvagno, ha suggellato la comunione di intenti tra le parti coinvolte nell’iniziativa.
Già scelta l’area destinata a ospitare un murales che richiamerà i temi della giustizia e della legalità, presso la nuova piazza Duca d’Aosta. Il 10 febbraio l’artista designato dalla Fondazione Federico II alla realizzazione dell’opera di street art si metterà al lavoro per regalare alla comunità mottese un bene dall’alto valore civico.

Siamo davvero felici di essere parte del progetto promosso dalla Fondazione Federico II che ringrazio nella persona del presidente Gaetano Galvagno – dichiara il sindaco Antonio Bellia -, il quale ci ha accolto calorosamente. Diffondere nella nostra cittadina messaggi di legalità e giustizia è uno degli obiettivi della nostra amministrazione, infatti il proposito di realizzare quest’opera è nato da un’idea del nostro onorevole, deputato nazionale e vicesindaco di Motta, Anastasio Carrà, che per anni ha vestito la divisa dei Carabinieri, sottolineando la presenza istituzionale e la fiducia nelle forze
dell’ordine nel nostro territorio”.

“Le strade da seguire” si propone di creare una “via dell’Arte e degli Eroi” in Sicilia, non solo per mantenere viva la memoria e l’identità, ma anche per offrire opportunità turistiche e culturali, rigenerando e valorizzando i luoghi attraverso l’arte, se è vero, come è vero, (giusto per chiudere con la nota da cui si era partiti) che il rimando a quelle memorie “bella e santa fanno al peregrin la terra che le ricetta.”

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Cronaca

Acireale, presunto caso di malasanità, morta neonata due giorni dopo la nascita

La piccola, subito dopo essere venuta alla luce all’ospedale acese, è stata trasferita al Cannizzaro, dove 48 ore dal suo ricoverato è deceduta. Anche la madre si trova al nosocomio etneo in prognosi riservata.

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La Procura di Catania ha aperto una inchiesta su un presunto caso di malasanità che si sarebbe verificato all’interno dell’ospedale “Santa Marta e Santa Venera” di Acireale: una neonata è morta dopo due giorni al presidio ospedaliero del Cannizzaro di Catania, dove era stata trasferita dopo la nascita. La 36enne dello Sri Lanka che ha partorito la piccola è ricoverata in prognosi riservata al Cannizzaro.  Indagini partite dopo che il padre della neonata ha presentato una denuncia ai carabinieri. A dare la notizia è l’emittente Rei Tv.

Le indagini sono coordinate dal sostituto Alessandra Russo, la quale ha disposto il sequestro della salma della piccola, della placenta e della cartella clinica. Attraverso l’autopsia e l’esame del liquido amniotico si potranno capire la presenza di alterazioni metaboliche che avrebbero provocato la morte della bambina.

L’uomo nella denuncia ha specificato che la donna avrebbe avuto una gravidanza senza problemi. Il parto cesareo fatto all’ospedale acese è stato deciso dai medici per il ritardo di circa 10 giorni oltre i nove mesi di gestazione. L’uomo ha specificato nella denuncia, che assieme alla consorte, dimessa il 18 gennaio dall’ospedale acese, si sono recati all’ospedale Cannizzaro, quello stesso giorno, per vedere la figlia che però è morto quella sera. Due giorni dopo, il 20 gennaio, la 36enne ha avvertito forti dolori e un improvviso aumento della temperatura corporea. Il marito della trentaseienne ha, inoltre riferito ai carabinieri, che l’ha accompagnata all’ospedale Cannizzaro dove gli sarebbe stato detto che la paziente aveva una forte infezione che sarebbe stata provocata dal parto. La donna è in prognosi riservata ma non sarebbe in pericolo di vita.

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